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L’olocausto sconosciuto: lo sterminio degli italiani di Crimea

La questione degli italiani di Crimea è sicuramente una delle più trascurate, dal punto di vista non solo storico, ma anche politico e –mi vien da dire– persino umano: è infatti solamente negli ultimi anni che si è cominciato a discutere di questo tema, soprattutto grazie ai lavori di Giulio Vignoli e Giulia Giacchetti Boico L’olocausto sconosciuto (2008) e Gli italiani di Crimea (2012), entrambi pubblicati per l’edizioni Settimo Sigillo, ove si discute dello sterminio dei crimeani di origine italiana tramite purghe e deportazioni, concentrandosi in particolar modo sui superstiti della comunità di Kerč’.

L’indifferenza delle autorità italiane in questi decenni è stato così sfacciata da risultare quasi incredibile, tanto che il dott. Vignoli ha dovuto constatare dietro tale atteggiamento “una insensibilità semplicemente ignobile”. È  anche per questo che i governi ucraini che si sono succeduti dal giorno dell’indipendenza fino all’occupazione russa si sono sempre rifiutati di considerare gli italiani come una delle etnie perseguitate, nonostante il loro onore fosse già stato riabilitato da Khruščёv nel famoso XX Congresso del Pcus.

Solo a partire dal 2014, con il colpo di mano di Putin in Ucraina, le cose hanno cominciato a smuoversi: in particolare, è stata la storica visita del compianto Berlusconi a Jalta (primo politico occidentale nella nuova Repubblica autonoma di Crimea) del settembre 2015 a permettere finalmente di strappare la promessa allo “Zar” di inserire gli italiani tra le vittime del comunismo.

Sono cose che vanno dette, perché è inutile nascondersi dietro un dito: lo stesso Vignoli fa nomi e cognomi dei politici che hanno ignorato i numerosi appelli per sudditanza politica, complessi di inferiorità o perché “non era il momento” (come si sentì rispondere il delegato apostolico in Kazakistan, mons. Cannetta, nel 1999 dall’allora Ministro degli Esteri Piero Fass1n0).

Se non altro Silvio Berlusconi volle metterci la faccia, ponendo così le basi per una azione concreta nei confronti della comunità crimeana, che oltre a essere ridotta in miseria non può nemmeno vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana: quale beffa, mentre si discute fino allo sfinimento di ius soli e “memorie” varie…

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