Il nuovo Papa Leone XIV non sembra aver scritto molto nella sua “vita precedente”: cercando su Google Books dopo aver scartabellato molte pagine mi sono finalmente imbattuto nell’unico contributo registrato finora, per giunta scritto in italiano per un pubblico italiano.

Si tratta del catalogo di una mostra tenutasi in Vaticano dall’8 giugno al 9 ottobre 2005 per celebrare il VII centenario della morte del Santo agostiniano Nicola da Tolentino, Immagine e mistero. Il sole, il libro, il giglio. Iconografia di san Nicola da Tolentino nell’arte italiana dal XIV al XX secolo, pubblicata da Federico Motta Editore nel giugno dello stesso anno.

Prevost, in veste di Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, verga una breve ma pregevole presentazione al volume, nel quale definisce il Medioevo “laboratorio innovativo e creativo” e celebra il Santo con una certa enfasi:

«Pur non avendo ricoperto alcun ruolo istituzionale né avendo partecipato direttamente al processo di formazione della sua famiglia religiosa, san Nicola, appena dopo la sua morte, è diventato sinonimo di santo “agostiniano”, rappresentando il modello perfetto della nuova istituzione ecclesiale nata dalla unione di diversi gruppi di eremiti aventi come unico elemento in comune la Regola di sant’Agostino. Fino alla canonizzazione di san Tommaso da Villanova, avvenuta nel XVII secolo, san Nicola è stato l’unico campione di santità dell’Ordine agostiniano, modello indiscusso di perfezione per generazioni di religiosi».

Il Priore ricorda poi con affetto la Basilica di Tolentino dedicata al Santo, «autentica galleria di manufatti artistici che costituisce un percorso crescente e continuativo della devozione al santo, dal secolo XIV ai nostri tempi».

Ora, non mi costerebbe nulla copia-incollare in questa sede il testo di Prevost, visto che internet è internet e non siamo nel 2005, ma ho una certa ritrosia nel farlo per il semplice motivo che il mio blog viene continuamente saccheggiato da giornalisti “amici” che poi però non si degnano nemmeno di citarmi, chessò, sulle loro sfigatissime pagine social, e per il semplice motivo che sarei un alcolizzato psicopatico nazista (beh, mi spiace per voi, ma io di mente sono sanissimo).

Inoltre, per procurarmi il testo sono dovuto andare fino a Udine il che, se permettete, non è poco.

Sì, ovviamente intendo la fermata Udine della metro verde di Milano, che porta verso la “Bottega delle Occasioni”, una incredibile libreria-magazzino situata in una delle “zone difficili” (ma allo stato attuale tutto il capoluogo lombardo è composto da “zone difficili”).

Questa zona, tra le altre cose, annovera un palazzone abitato perlopiù da immigrati dove campeggia la scritta “rifugio” tradotta in tutte le lingue… Non ho capito se sia un’installazione o roba del genere, ma se abitassi lì da indigeno sinceramente non sarei molto contento della réclame…

E poi chiaramente anche da queste parti ci imbattiamo nel solito problemone di  Milano…

(Sì sì, parlo dei piccioni, sì…)

Vabbè, questo era solo per dire che ho speso tempo e denaro (venti minuti di metropolitana e 9 euro) per procurarmi il volume e dunque non divulgherò i suoi contenuti alla leggera. Invito di conseguenza chi volesse saperne a scrivermi via email (bravomisterthot@gmail.com) presentandosi e chiedendomi anticipatamente scusa per non avermi mai citato.

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