Mark Zuckeberg ha appena rilasciato una dirompente intervista a Joe Rogan: si può pensare ciò che si vuole, ma è stata una delle cose più strabilianti alle quali abbia assistito in questi anni. La metamorfosi di Zucc, più fisica che ideologica, era del resto nota da tempo: non è più l’umanoide azzimato e senza anima di una volta, ora sembra un giovane atleta vicino all’età del ritiro che deve ancora decidere se diventare commentatore sportivo, allenatore, imprenditore o guru. Anche questo è impressionante: Zucc ora è spigliato, divertente, sa stare al gioco, per giunta è spettinato e indossa una catenina dorata al collo. Ha assimilato in maniera pressoché perfetta tutti i comportamenti della nostra specie ispirandosi finalmente agli esemplari migliori.
Riguardo ai contenuti, Rogan è partito subito a stuzzicarlo sulla questione della censura, e Zuckeberg non si è tirato indietro, affermando che all’inizio gli algoritmi servivano solo a identificare materiale protetto da copyright, ma che a partire dal 2016 (Trump e Brexit) e poi con il “punto di non ritorno” del 2020 (covid) essi sono stati trasformati in dispositivi di controllo dell’opinione pubblica.
In particolare Zucc ha accusato apertamente l’Amministrazione Biden di aver imposto la censura su notizie (anche verficate) riguardanti gli effetti collaterali dei vaccini, tramite toni aggressivi e imposizioni inaccettabili per quella che si vanta di essere la migliore democrazia al mondo: la goccia che ha fatto però traboccare il vaso è stata la richiesta di rimuovere un MEME sul vaccino anti-covid con Leonardo Di Caprio.
Da quel momento è iniziata la resistenza del proprietario di Facebook: “No, non lo togliamo, non possiamo censurare la satira”. E, un attimo dopo, sempre a suo dire, “diverse agenzie e rami del governo hanno iniziato a indagare e a perseguitare la nostra azienda”.
La discussione si è poi indirizzata verso lo sport e si è trasformata davvero una chiacchierata tra due atleti amatoriali, dove Zucc ha discusso della sua passione per MMA e ju-jitsu e ha tenuto a collegare tali attività a una rivalutazione della “mascolinità” come valore positivo per la società…
Ok, a questo punto è stato difficile non rendersi conto dell’interesse palese da parte dell’ex apparatchik di accattivarsi in ogni modo le simpatie della nuova America trumpiana appena emersa dalle urne. Dopo la lotta e l’elogio della mascolinità, infatti, Zucc ha furbescamente intrecciato le due questioni in un’esaltazione quasi orteghiana o mishimiana della caccia. Anche tale hobby era noto da anni alle cronache: Zuckerberg lo pratica nel suo ranch alle Hawaii, ma se fino ad oggi aveva sempre dato giustificazioni “ambientaliste” (proteggere specie locali come gli albatros e la nēnē dai cinghiali, consumare solo la carne degli animali uccisi con le proprie mani ecc…), ora egli considera l’attività in sé formativa e ne propone l’insegnamento nelle scuole (mentre nel frattempo lui la sta insegnando alla figlia).
A quel punto si è passati al tiro con l’arco, e lì Joe Rogan da bravo Neanderthal si è perso completamente in elucubrazioni stile uga-buga (“tu guardare animale senza paura, tu no tirare freccia se tu guarda animale e trema, tuo spirito calmo e freccia colpisce spirito animale”), mentre Zuckeberg è rimasto in timida contemplazione come il nipote che ascolta il vecchio zio ubriaco alle cresime.
Alla fine, in qualche modo la discussione è tornata su binari più “sfigati” con l’intelligenza artificiale, ma ecco che tra filoneismo e remore di stampo etico, il camerata Zucc se ne uscito con un’altra sparata MAGA non richiesta, paragonando l’intelligenza artificiale alle pistole, il cui uso deve essere -ovviamente!- libero: «Vogliamo vivere in un mondo in cui solo una persona possiede tutte le armi? No, e per questo di certo non vogliamo vivere in un mondo in cui solo il governo controlla l’intelligenza artificiale».
C’è un qualcosa di profondamente americano in questo modo di saltare sul carro dei vincitori: non ci si presenta davanti a una telecamera piagnucolando col vestito migliore in un talk show tradizionale, ma si va a parlare nel podcast di un ex picchiatore (la cui ideologia di base è “ivermectina + Elohim + ayahuasca”) di interventi al crociato e di caccia al cinghiale.
Chiaramente questa “conversione” ha convinto pochissimi votanti repubblicani, che stanno rilanciando le affermazioni di Zuckerberg perlopiù per polemizzare col “regime bideniano” (comunque in queste ore il Presidente uscente sta rivendicando il controllo sui social come necessario alla difesa della democrazia). Tuttavia bisogna almeno riconoscere all’alieno Zucc incredibili capacità proteiformi con le quali ha provato a rendere credibile “plasticamente” il suo autodafé.
Nel carrozzone di Trump saranno tutti bene accolti. Trump è vecchio e furioso, lui e i suoi colleghi miliardari ci porteranno senza timore alla rovina.
Mamma mia quanto è ebreo!
Letteralmente uno shapeshifting reptilian.