Maschio Alfa e Maschio Sigma: tutto quello che c’è da sapere

Il concetto di maschio alfa si basa sulla credenza che le società umane si strutturino sul modello del branco di lupi, guidati da un leader aggressivo e prepotente, appunto l’alfa. L’espressione è entrata ormai nel lessico quotidiano, o perlomeno in quello mediatico, tuttavia ci sono diversi studi che hanno attestato l’inconsistenza di tale ipotesi, partendo dalla semplice constatazione che essa si basi solo sulle osservazioni di lupi in cattività, mentre successive indagini su esemplari selvatici hanno concluso che il comportamento del lupo è molto più variegato e complesso di quello stilizzato dalla dicotomia tra alfa dominante e beta sottomessi.

La nozione di “alfa” nasce infatti dalle ricerche del comportamentista svizzero Rudolph Schenkel, che nel 1947 pubblicò il rivoluzionario -almeno per quei tempi- studio Expressions Studies on Wolves. Durante gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, Schenkel studiò i lupi in cattività dello zoo di Basilea, tentando di delineare una “sociologia del lupo”. Il problema è che tali osservazioni pioneristiche non contemplarono mai alcun esemplare allo stato brado: ciò nonostante, le ricerche di Schenkel sono rimaste per decenni il riferimento accademico principale riguardo al comportamento dei lupi.

Solo in tempi recenti i comportamentisti animali si sono soffermati sui lupi in natura, fino a quando nel 1999 un articolo -altrettanto pioneristico- di David Mech, pubblicato sul “Canadian Journal of Zoology” (Alpha Status, Dominance, and Division of Labour in Wolf Packs) ha imposto una svolta, arrivando a definire la categoria di maschio alfa come “fuorviante”. Dalle nuove osservazioni risultava infatti che i lupi vivono in famiglie (due genitori e i loro cuccioli) e non hanno un innato senso del rango. Non ci sono leader o seguaci nel branco: gli “alfa” sono semplicemente ciò che definiremmo “genitori” in qualsiasi altro gruppo sociale, e la prole obbedisce loro con la stessa naturalezza dei piccoli di qualsiasi altra specie. Nessun lupo “conquista” un ruolo di leader del branco; solo i genitori affermano il dominio sulla prole in virtù della parentela.

Queste ricerche però sono giunte quando ormai la nozione era tracimata nella cultura popolare, perlopiù per giustificare gerarchie opprimenti e ridurre le persone a vuoti stereotipi. Il “maschio alfa” è diventato una specie di segno zodiacale atto a rafforzare prospettive fataliste o esasperare insicurezze e ansia.

 

Allo stato attuale, la nozione si è evoluta verso il concetto di “maschio sigma”, che è in fondo una maniera per ricondurre al reale delle categorie immaginarie che stavano evolvendo in una sorta di ideologia. In poche parole, un maschio sigma sarebbe essenzialmente un maschio alfa introverso: una formula che consente agli uomini esclusi da una presunta gerarchia sociale di posizionarsi, sempre in modo fantasmagorico, in cima alla piramide, senza però dover coltivare la personalità esagerata e turbolenta degli “alfa”.

Il sigma si unisce alle altre categorie del beta, gamma e omega, tutti posti in fondo alla gerarchia per ragioni di status, attrazione e carattere. Come è già stato tuttavia osservato, i cisgender (s’intende gli eterosessuali, insomma i normali) mentre lamentano la moltiplicazione delle etichette sessuali al contempo si inventano etichette e dinamiche altrettanto surreali.

In verità questa potrebbe essere un’altra espressione di quel meccanismo mimetico che ha portato i maschi a emulare atteggiamenti “vincenti” come il vittimismo delle minoranze o appunto l’identitarismo sessuale. Va anche ammesso che le paranoie sul “maschio sigma” rappresentano un settore in ascesa della cosiddetta industria della seduzione: manuali di self-help, corsi motivazionali e tutorial su come Diventare Sigma hanno già inflazionato il “mercato del rimorchio” nelle modalità imbarazzanti e meta-boomer che abbiamo imparato a conoscere.


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2 thoughts on “Maschio Alfa e Maschio Sigma: tutto quello che c’è da sapere

    1. No, ma l’articolo è stato visualizzato circa 40.000 volte dunque penso sia stato commentato da tutt’altre parti e questo mi soddisfa. Del resto, non è che ci sia molto da commentare, chi vuole prende atto di queste considerazioni supportate da fonti verificabili da chiunque, chi non vuole, pazienza (si sa in fondo che il maschio sigma non commenta mai e preferisce sempre star fuori dal giro della sezione commenti).

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