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Maxi-blitz contro la mafia nigeriana in Italia

La polizia de l’Aquila ha arrestato una trentina di persone sospettate di essere membri di una gang nigeriana nota per aver commesso stupri e omicidi rituali. Le autorità hanno effettuato raid in 14 province in relazione alla Black Axe, società segreta nata negli anni ’70 con l’obiettivo di “liberare” la razza nera.

Il gruppo è noto per la brutale violenza e la capacità di costruire reti all’estero. I sospetti arrestati dalla polizia italiana devono affrontare un centinaio di capi di imputazione, tra cui traffico di droga, traffico di esseri umani, prostituzione e frode su Internet. Si ritiene che i membri di Black Axe abbiano utilizzato Bitcoin per condurre transazioni finanziarie sul dark web e acquistare carte di credito clonate. La maggior parte dei crimini di cui sono accusati i presunti membri della banda sono stati commessi su Internet, riferisce la Reuters.

Tutti gli arrestati sono cittadini nigeriani: “Ci sono prove che i membri avevano un collegamento diretto con la mafia nigeriana, con la quale condividono lo stesso vocabolario, simboli e rituali di affiliazione”, ha dichiarato la polizia italiana.

Nel 2017 un’inchiesta di Vice aveva rilevato i legami tra la mafia nigeriana e il traffico di rifugiati.

Come riferisce il Secolo d’Italia (Duro colpo alla Black Axe, la sanguinaria mafia africana, 26 Aprile 2021)

“Il denaro provento dei vari delitti veniva reinvestito in un vero e proprio reticolo di transazioni finanziarie. In questo modo occultavano la tracciabilità del denaro. Ripulivano, quindi, i soldi sporchi. Nonostante il tentativo di adottare un basso profilo da parte del capo del gruppo criminale Zonal Head Italia, le indagini hanno messo in luce la presenza di un’organizzazione gerarchica, caratterizzata da aggressività e violenza, dotata di rigide regole di condotta che ne disciplinano l’accesso e dalle quali discendono, per gli appartenenti, precisi obblighi la cui osservanza è finalizzata al rafforzamento della consorteria e del vincolo associativo.
Altre peculiarità emerse nel corso delle investigazioni sono l’utilizzo di determinate terminologie, simbologie e gestualità. Nonché riti di affiliazione, collegamenti con la casa madre nigeriana e con le altre zone, cioè delle macroaree corrispondente a una o più nazioni. Il gruppo criminale effettuava anche delle raccolte di denaro in favore dei sodali arrestati con la presenza di una cassa comune con la tenuta di un libro mastro. La mafia nigeriana e la Black Axe avevano fatto capolino anche nell’efferato delitto di Pamela Mastropietro. La giovane ragazza romana venne stuprata, uccisa e fatta a pezzi ad Ancona. Per quel delitto ha pagato solo una persona, ma il sospetto è che dietro ci fosse più di un carnefice, coperto appunto dalla mafia nigeriana. “

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