Nella prima metà degli anni Novanta il General Accounting Office (GAO), l’ufficio cui compete la revisione dei conti del governo federale, riferisce al Congresso che non meno di mezzo milione di americani sono state vittime di esperimenti biologici, chimici e nucleari.
Per quanto riguarda in particolare gli esperimenti chimici, il GAO riporta alcuni dati. Tra il 1949 e il 1969, Detroit, St. Louis e altre 237 città americane furono irrorate, per via aerea, con un agente chimico cancerogeno. L’obiettivo degli sperimentatori era quello di verificare come sarebbe stato disperso dal vento.
Non solo. Tra il 1957 e il 1958 un aereo da trasporto spruzzò su una vasta area che va dalle Montagne Rocciose all’Atlantico e dal Canada al Messico, in pratica su tutto il territorio degli Stati Uniti, diverse tonnellate di una sostanza chimica che provocava danni a i polmoni. Gli effetti? Difficili da valutare e a tutt’oggi non conosciuti.
Come dire che gli americani sono state vittime di una vera e propria guerra chimica orchestrata dal loro governo, dal loro esercito e anche dai loro scienziati. Nel nome della sicurezza nazionale.
(Adriana Bazzi, Bioterrorismo, Laterza, 2002, pp. 64-65)