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MGTOW: I puritani scoprono il celibato

Il “Sun” si è trovato costretto a dedicare un’articolessa al fenomeno MGTOW, “Men Going Their Own Way” (These men hate women so much…, 7 giugno 2018), ovviamente denigratorio, per l’incredibile diffusione che tale “movimento” sta avendo in internet: gli uomini che decidono di “andare per la loro strada”, rifiutando di avere a che fare con le donne, rappresentano per la mentalità odierna, in particolare quella anglosassone, un vero e proprio smacco.

It all sounds like a bit of a joke, commenta infatti incredulo il celebre tabloid (non il primo a occuparsi dei “nuovi monaci” ma sicuramente il più importante): quel che si legge nei forum MGTOW o si sente dai numerosi “seguaci” su Youtube lascia  sconcertato il common sense britannico. Giovani che rifiutano il sesso (“Preferisco morire vergine piuttosto che essere schiavo di una donna”), persino quello mercenario… dove andremo a finire?

Era prevedibile che il fenomeno venisse recepito dalla stampa come puro nonsense, tanto che in genere i giornalisti non si preoccupano più di tanto di scomodare psicologi e sociologi, né di citare l’empowerment femminile come causa scatenante del “panico” maschile: la convinzione è che la “crisi” rientri spontaneamente, magari con un’adeguata dose di dileggio.

Invece i MGTOW non accennano a fermarsi, anzi nei media alternativi crescono esponenzialmente e si influenzano a vicenda: essi rappresentano ormai il sintomo di una “malattia” che non è semplice individuare. Anche se il “Sun” si fa grandi risate, sortendo malgré lui un probabile aumento di “conversioni”, in realtà sarebbe necessario scomodare un po’ di scientia per capire meglio con cosa si ha a che fare.

Personalmente mi sono interrogato sui motivi dietro l’incredibile ascesa del dogmatismo anti-donne (iniziata più o meno a partire dal 2016) e considerando il milieu dal quale esso muove mi sono convinto che una delle probabili spiegazioni risieda nel fatto che la liberazione sessuale non abbia mai contemplato il celibato tra le sue “opzioni”.

Si dirà: per forza, chi non scopa non è “libero”. Ma chi decide liberamente di non scopare, in quale casella possiamo inserirlo? Pare che più la libertà sessuale si presenti come “istinto” o “verità naturale”, più scopra il suo aspetto ideologico. Questa conseguenza non voluta della “rivoluzione dei costumi” rivela anche le radici puritane da cui è sorta: l’affermazione appare meno paradossale se pensiamo a come il rifiuto del celibato abbia influenzato la morale sessuale delle nazioni che traggono la propria identità religiosa dalla Riforma.

Il che si traduce, per farla breve, nel fatto che mentre nei Paesi in cui il cattolicesimo persiste anche solo in forma di “eredità culturale” la convivenza tra machismo e celibato non ha mai rappresentato un problema, al contrario in ambito anglosassone la “scapolaggine” è a tutti gli effetti l’unico “stile di vita” che suscita riprovazione (come del resto dimostra la trasformazione del “matrimonio gay” in diritto umano fondamentale, quasi ad allontanare l’angoscia che anche un solo omosessuale, una volta “uscito allo scoperto”, potesse rimanere vergine).

Dunque si potrebbe dire che, dopo qualche secolo, i riformati si ritrovano nuovamente davanti a uno scoglio che credevano fosse soltanto un’aberrazione cattolica. Il “caso” MGTOW, a ben vedere, non è una semplice manifestazione terminale del maschilismo (inteso come “doppione” politicamente scorretto del femminismo), ma un tentativo di completare la pars destruens dell’attivismo con la pars construens di una nuova identità “di genere”.

Finora peraltro mi sono dedicato a evidenziare solo la dimensione più trascurata del problema (quella storico-culturale, per così dire): tuttavia, al di là della suggestiva polemica “controriformista”, ci sono fattori ben più impellenti che rendono i mig-tau una bomba sociale pronta ad esplodere. In primis, i risvolti totalitari dell’istituzionalizzazione del femminismo; in secondo luogo, la distruzione controllata dell’istituto matrimoniale; poi la controrivoluzione sessuale in atto, che va dalle false accuse di stupro al neo-puritanesimo del #metoo; infine, la diffusione dei “giocattoli sessuali per uomini” noti come sex dolls, riproduzioni ormai pressoché perfette dei corpi femminili più desiderabili.

E’ inevitabile che una miscela del genere porti a un mutamento delle nostre società: non sappiamo se in senso “conservatore” (cioè restaurazione del “patriarcato”, anche come “farsa” attraverso la “porta di servizio” dell’islamizzazione) o “progressista” (completa separazione dei sessi; prevalenza della fecondazione artificiale rispetto a quella naturale; accettazione sociale dei sex robots quali “compagni di vita”). In ogni caso tramonteranno molte certezze degli odierni “illuminati” e forse per un momento gli si spegnerà l’insopportabile cachinno sulle labbra: almeno questa, sarà un’evoluzione positiva.

 

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