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Milano, gli anarchici minacciano: “Vi faremo morire di noia e cringe”

Sono stato alla manifestazione delle merde degli anarchici a Milano sabato 11 febbraio. Doveva essere alle 16.30 in Piazza XXIV maggio ma per quasi un’ora non è arrivato nessuno, c’era solo il pienone di giornalisti e sbirri. Poi è giunto qualche novantenne con la bandiera ricamata probabilmente da sua nonna (amante di Errico Malatesta?) e infine il camioncino paraboomer che per mezz’ora ha sparato Killing in the Name (1993) dei Rage Against the Machine e Fortress Europe (2002) degli Asian Dub Foundation.

A un certo punto sono cominciate le geremiadi: GNOOOOOO NON E’ VERO CHE STIAMO COI MAFIOSI (ma il 41bis va tolto anche ai mafiosi mica solo ai “politici”); GNOOOOOO DONZELLI UOMO SPREGIEVOLE (sic) E’ STATO TUTTO UN COMPLOTTO CONTRO COSPITO GLI HANNO MESSO VICINO I CAMORRISTI PIU’ PETTEGOLI; GNOOOOOO COSPITO AL 41BIS NON PUO’ RICEVERE LE LETTERE D’AMORE DELLE SUE AMMIRATRICI COME TUTTI I SERIAL KILLER (va bene che non ne ha, ma è questione di principio); GNOOOOOOO COSPITO HA PERSO 95 CHILI STA DIVENTANDO QUASI SCOPABILE RISCHIA DI DISPEDERE TUTTA LA SUA CARICA RIVOLUZIONARIA IN ENERGIA ORGONICA ecc ecc…

Vi giuro su Dio (che esiste e vi odia): ero appoggiato a uno di quei pali che vedete nella foto e dopo due ore di tiritera mi sono letteralmente addormentato. Alla fine quando hanno intrapreso viale Col di Lana ho deciso di andarmene perché sinceramente l’abbiocco era troppo potente. E purtroppo un attimo dopo è cominciato il divertimento, mentre io mi incamminavo verso Porta Cicca toccandomi i coglioni al pensiero della gente che avevo appena visto.

Il giorno dopo, appreso dai giornali delle “devastazioni”, sono andato a vedere. In effetti hanno spaccato vetrine e divelto segnali stradali tra Col di Lana, via Bligny e traverse assortite a ridosso di Porta Romana: pazienza, pagheranno i coglioni che lavorano. Quello che però mi rattrista è che abbiano imbrattato ogni residuo centimetro di muro  non ancora imbrattato con le loro scritte da bambocci ritardati, con la sicumera che non verranno rimosse per i prossimi decenni perché non conviene politicamente alla giunta piddina (che dopo sei mesi non ha neanche provveduto a cancellare l’oltraggio anarchico al murales dedicato a Falcone e Borsellino anche quando sollecitati dalle telefonate incazzate del sottoscritto).

Un paio di osservazioni: in primis, a furia di usare la X (ma non sanno fare l’asterisco?) gli anarchici sono andati in confusione con la grammatica italiana e, complici l’alcol e la droga, hanno cominciato a sborrare con le bombolette obbrobri tipo LIBERE TUTTI (sì fradelo).

Poi vorrei far notare che hanno tentato di spaccare le vetrine della libreria della Bocconi mentre quelle della Feltrinelli più avanti sono magicamente rimaste indenni persino dagli scarabocchi.

Sulla vetrina di un hotel hanno scritto “ricchi di merda”. A parte che i veri “ricchi di merda” sono i loro padri non solo naturali (se li conoscono), ma soprattutto politici (Bakunin figlio di nobili proprietari terrieri, Kropotkin nato da famiglia aristocratica, Enrico Malatesta discendente da una delle più importante dinastie italiane, Carlo Cafiero rampollo di “una ricca ed influente famiglia della borghesia agraria locale”); ad ogni modo uno dei loro storici (George Woodcock), scriveva che “L’anarchico non detesta i ricchi, ma la ricchezza; ai suoi occhi il ricco è vittima della sua opulenza non meno di quanto il povero lo sia della sua miseria”. E sti cazzi.

Vabbè, questa merda rimarrà sui muri per sempre.

A questo punto per la prossima ronda suggerirei nuovi slogan:

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