Milano (La verità contro la menzogna)

Commento di un lettore (che si firma La verità contro la menzogna) al post Milano è diventata una distopia piddina:

«Milano sta vivendo la sua Belle Époque di stampo giolittiano, è un’effimera primavera. Tuttavia, se mi è concesso dire quel che so dal profondo senza vergogna o imbarazzo ad essere giudicato, direi che Milano non è così preferibile ad altre città e che la sua attenzione è decisamente sopravvalutata da alcuni media (quelli che fanno più chiasso, facendo finta che non soffrano dell’attuale crisi editoriale di cui non parlerò qui).
Mi concentrerò più sulle esperienze vissute: laurearsi a Milano ad una pubblica o privata può pur andare bene ma di certo non sei il primo della classe in nessun caso (nessun ateneo milanese – neanche il suo omonimo Politecnico che è l’ateneo top di Milano – può ritenersi the best) rispetto a numerosi ed inaspettati ma ugualmente temibili concorrenti da Torino, Venezia, Ancona, Firenze, Roma e Napoli.
Sembra poco, ma già questo smonta la loro superbia. Ci sono tanti posti dove laurearsi per occuparsi meglio e prima, e pure con più prospettive professionali!
Milano è junk-job, offre lavoretti sfigati per neolaureati troppo tronfi per chiedere aiuto dalle loro merdose situazioni dove vengono relegati da recruiters senza scrupoli o docenti disonesti.
I vertici delle carriere si fanno o all’estero o più a Sud. Non è un caso che frotte di ingegneri dal Polimi scappino verso Lazio e Puglia se non paesi dell’Asia… Non è un caso che le cattedre vengano assegnate per lo più a dottori ed assegnisti dal centro-Sud Italia… Non è un caso che diversi laureati lì in economia cerchino raccomandazioni per trovare lavoro in città politicizzate come Genova (nota non certo per vantare eccellenze sotto nessun profilo) e Firenze (nota soprattutto per le sue università che sordidamente a detta di tutti i suoi migliori laureati fanno schifo), dove puoi pure essere un ritardato ma se con la tessera del PD ti fanno lavorare… Non è un caso i migliori laureati nelle branche mediche ed umanistiche scappino verso Roma e Napoli (persino alcuni agenti di finanza e consulenti scappano)… Non è un caso che girino pubblicità spam nelle mail tramite Almalaurea di atenei milanesi famelicamente in cerca di studenti per i loro corsi che nessuno vuole (perché si trova lavoro ugualmente senza, come si resta disoccupati ugualmente senza)…»

2 thoughts on “Milano (La verità contro la menzogna)

  1. Tra l’altro leggevo di un articolo del corriere della sera che citava un (im)prenditore milanese che si accaniva contro i giovani di oggi a suo dire “svogliati a cercarsi un lavoro”, con una nota tra l’apodittico e il categorico degno della massima ipocrisia.
    A parte la neuroscienza che non è stata generosa con costui, ma pensavano di farla franca con la solita boutade, purtroppo – per loro – stavolta sono capitati malissimo.

    In Italia il lavoro non c’è affatto, altro che “il lavoro c’è ma i giovani non lo vogliono”… Ma per favore, che abbiamo un livello di corruzione incredibile per trovare lavoro degno dell’ira di Dio su Sodoma e Gomorra! E poi, quanti italiani all’estero fanno quello che qui fanno i pakistani o bangladeshani? Quanti italiani fanno più lavori part-time e studiano? Quanti cercano stages e tirocini anche umilianti per mantenersi, mettendo da parte i loro sogni? Quanti di loro sono sfruttati con la scusa della formazione? Quanti di costoro possono permettersi di avere il papino pagante che “compra la protezione”?

    E che dire di molti giovani talentuosi a cui boicottano la libera iniziativa persino ricorrendo a metodi clandestini ed illegali/mafiosi? Quanti giovani di talento si vedono le proprie idee rubate? Perché dovrebbero affrontare il rischio di una partita IVA se gira il malcostume di pagare in ritardo le fatture persino agli avvocati (e le tasse?)?

    Siamo l’unico paese in Europa dove non vi è stata alcuna deflazione salariale nei riguardi della classe dirigente (dati Eurostat) col risultato che piuttosto che pagare meno preferiscono essere sommersi di disoccupati (comodamente da incolpare dietro una barriera di vetro al sicuro dalle loro risposte). Abbiamo livelli di disoccupazione frizionale elevati dovuti a chi già è dentro la macchina del lavoro che sta intenzionalmente boicottando gli inoccupati e i disoccupati per tenersi la rendita (convinto che resistendo avrà la propria rendita salva).

    Bella l’ipocrisia di alcuni professionisti/lavoratori che accusano l’università dell’attuale paralisi (è risaputo che chi lavora in media è un povero frustrato che a scuola/università non andava bene, almeno dissimulino meglio per non palesarsi troppo)…
    Sarà anche colpa delle università, ma perchè non fanno alcuna allusione ai loro finanziamenti da privati per progetti demenziali (quelli si che sono fatti da gente “che non vuole lavorare”!!) atti solo a far “girare certe somme”?

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