Non so per quale motivo particolare ma su Amazon attualmente potete trovare a metà prezzo Mussolini e Oriente, saggio di Enrica Garzilli pubblicato dalla Utet nel 2023 che apre prospettive inedite sulla politica internazionale del Ventennio.
Importante la parte sul Giappone, dove si approfondiscono i legami culturali, che poi sono politici, tra Roma e Tokyo, con il Duce «innamorato dell’ideale guerriero giapponese del Bushido», che univa samurai e cavalieri medievali contro le degenerazioni della modernità.
Tuttavia, è sulle altre nazioni che Garzilli dà il meglio della sua conoscenza: l’India, per esempio, argomento che offre in primis uno spunto per fare chiarezza sull’ammirazione di Gandhi per la figura di Mussolini, considerato dal Mahatma un “enigma” per quanto riguarda i mezzi utilizzati, ma giustificato in base ai fini che egli voleva raggiungere:
«Dietro la sua spietatezza c’è il motivo di servire il popolo. Anche dietro i suoi discorsi roboanti c’è un nucleo di sincerità e amore per la sua gente. Mi sembra anche che alla maggior parte degli italiani piaccia il governo di ferro di Mussolini».
Mussolini, dal canto suo, definiva l’India “forziere del mondo” ma le sue mire erano soprattutto di carattere geopolitico, visto che a un certo punto uno dei suoi motti divenne L’India agli Indiani. Anche qui il lavorio culturale fu notevole: oltre alla gigantesca figura di Giuseppe Tucci, si ricordano anche le spedizioni dell’orientalista Carlo Formichi (attraverso il quale il Regime stabilì rapporti con Rabindranath Tagore) e la creazione di organismi come l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (che fungeva anche da centro di intelligence).
Ancor meno approfonditi dalla storiografia sono le relazioni con l’Afghanistan, scacchiere dove si scontravano le maggiori potenze (dell’epoca!) nel “Grande Gioco” asiatico. Mussolini si inseriva in una strategia internazionale ormai rodata (si ricorda che nel 1921 l’Italia fu “tecnicamente” il primo Paese al mondo a riconoscere l’indipendenza di Kabul dai britannici), ma tra il suo regime e il regno di Amanullah Khan si stabilì una reciproca simpatia (tanto che il sovrano afghano, dopo l’abdicazione nel 1929, trovò asilo proprio in Italia).
Il volume contiene poi testimonianze anche inedite di Giulio Andreotti, che fece riaprire l’IsMEO nel 1947 e divenne il primo patrocinatore dell’attività di Tucci, che lo “affascinò” col suo entusiasmo e divenne un alfiere della «continuità italiana nelle cose serie».
Un’opera monumentale e fondamentale, che vale il prezzo pieno (45 euro per 1200 pagine!), ma che mi auguro non disdegnerete di acquistare anche a 24 euro…
Sono contento di averlo portato alla sua attenzione Mister Totalitarismo
Grazie a te carissimo, io lo avevo già acquistato (infatti ho ripubblicato la recensione per segnalarlo), però valeva assolutamente anche il prezzo pieno. Spero che questa copia venduta da Amazon non sia usata o rovinata (anche se di solito lo specificano, e in ogni caso si può restituire nel caso lo fosse).
Ah, allora mi era sfuggita la recensione quando uscì.
Io l’ho comprato ma ho rimandato indietro la prima copia, facendomela sostituire, perché aveva una pagina strappata.
Comunque vedo che c’è ne sono ancora 3 disponibili.
Perché ne parlo tra le righe… ho recensito anche il “mastodonte” su Tucci
La geopolitica fascista aveva chiarissimo il fatto che si diventa potenza mondiale se si ha uno sbocco sugli oceani. Mussolini vedeva nell’Africa orientale italiana la porta per l’oceano indiano ma la teoria rimase priva di conseguenze pratiche, a parte qualche sortita di Betasub sulle ruote inglesi dall’India…