Poco tempo fa ho avuto una deliziosa discussione con Alex Forrest, il leggendario animatore di #TrainTwitter (oltre che superesperto di meme e Giappone), il quale mi ha rivelato di aver trovato la sua gothic girlfriend durante un local weekly trivia contest, che tecnicamente dovrebbe essere un quiz che si svolge nei pub e nei bar anglo-americani per far scoppiare nuovi amori tra gli avventori. Come mi ha lo stesso spiegato Alex, esso consisterebbe in “gruppi di persone fanno a gara a chi sa rispondere a più domande a caso, gli argomenti vanno dalla cultura pop alla geografia e tutto il resto; è una cosa abbastanza comune nei bar/pub, anche se non durante il covid”.
if it's any help, i met her thru a local weekly trivia contest–never had much luck with Tinder myself!
— Alex "Boreal" Forrest 🚉🌲 (@380kmh) January 19, 2021
Alcuni seguaci mi hanno rivelato che questa roba in realtà esiste persino in Italia: sono i cosiddetti quiz dal vivo “Dottor Why”. Così le descrive Felipe Karmelo:
“Delle serate di gruppo coi quiz a premi che organizzavano parecchi pub negli anni 00. Io ne ho fatta una sola, siamo arrivati secondi poi al ritorno in macchina abbiamo fatto a tirare sull’appia a 210 con un amico e ho sfasciato la macchina. True story”.
E aggiunge Andrea Romani:
“Simpatiche serate in cui si gioca con una pulsantiera insieme ad altri astanti in pub/bar/pizzerie. Io modestamente ne ho vinti qualcuno insieme al maestro @DPhotos91 ma di donne manco l’ombra”.
Il “maestro” in questione sarebbe Lillo Azazello, “quel gran genio del mio amico” di battistiana memoria, che secondo Romani conoscerebbe tutte le capitali del mondo ma che purtroppo conferma il desolante esito dal punto di vista erotico: “[Donne] Manco col lumicino ahhahah”.
In seguito, per i soliti scherzi del destino (o per meglio dire per la “magia degli algoritmi”), mi sono ritrovato una marea di riferimenti a questi pub quiz nella timeline di Twitter, ma non ho prestato molta attenzione e alla fine ho salvato solo questa, piuttosto imbarazzante a dire il vero (anche se dimostra come effettivamente certe iniziative facilitino i contatti tra i sessi).
— Women Posting Their L’s Online (@WomenPostingLs) February 4, 2021
Dunque si può giungere alla conclusione che nei Paesi civili le donne si innamorano di chi sa la capitale del Lesotho. Forse dovremmo implementare questa nuova tecnologia culturale anche nel Bel Paese, in modo da rendere il mercato sessuale meno competitivo e ipergamico.
PS: La capitale del Lesotho è la straordinaria Maseru.
MASERU, LESOTHO. pic.twitter.com/jupOojOIXB
— OSHODI (@OshodiMr) April 16, 2020
Io onestamente non so quale sia la capitale del Lesotho, però so riconoscere la bandiera… vale lo stesso?
qui si passa da elaborati arpeggi sulle “corde più intime della mascolinità” a banalità livello my little pet girlfriend
Sì, è il mio stile