Un grandissimo lettore, in risposta alla nota sul Borges censurato da Einaudi, mi segnala un’altra sforbiciata operata dal grande e irreprensibile Roberto Calasso ai danni di “uno dei numi tutelari della casa editrice, Giorgio Colli (trattasi quasi di autocensura, dunque)”.
Aggiungo un piccolo episodio di censura adelphiana ai danni – nientemeno – di uno dei numi tutelari della casa editrice, Giorgio Colli (trattasi quasi di autocensura, dunque)
— Gaz Degan (@GazDegan) 1 ottobre 2018
In poche parole, Colli aveva tradotto per Boringhieri il Simposio di Platone (1960), premettendovi una breve prefazione con alcune osservazioni pepate sull’omosessualità degli antichi paragonata a quella dei moderni. La prefazione venne ripubblicata integralmente da Adelphi nella raccolta delle note introduttive scritte da Colli per Boringhieri (1983), ma il passo incriminato è “saltato” nella ristampa Adelphi del Simposio (peraltro uno dei volumi adelphiani a maggiore diffusione):
«È doveroso assistere in silenzio a tutto ciò, con un dito sulle labbra. E anche di fronte a ciò che ci reca fastidio, come la pederastia e la frivolezza attica nel trattarne, dobbiamo comportarci con modestia. Poiché per i greci la pederastia non solo non è la stessa cosa di quello che è per noi moderni – e questo resta fuori discussione – ma forse è addirittura il contrario. Mentre ciò che noi intendiamo sotto questo nome ci urta come qualcosa di patologico, decadente, viscido, quella nasce invece da un eccesso di forza e di virilità – come suggerisce Platone – e spiega in parte l’atmosfera creativa della Grecia. Non sarò questo, per caso, il segreto che ha dato l’immortalità agli Spartiati?
Certo, qualcosa ci manca perché possiamo capire concretamente queste cose. Ma Socrate che si ritira, durante la sconfitta di Delio, lo capiamo forse di più? Altre cose dei greci, del resto, anche fuori di Platone, e anche meno appariscenti, ci sfuggono: contentiamoci di quelle che riusciamo a cogliere».
Mi permetto di segnalarvi il gruppo Facebook dedicato all’Enciclopedia di autori classici diretta da Colli:
https://www.facebook.com/groups/44309853742/
La vicenda segnalata merita un post!
Riccardo De Benedetti
Grazie Riccardo, segnalato “a chi di dovere”!
Ci sarebbe da chiedere ad Adelphi, ma credo sia diffcile che risponderanno. Ormai l’argomento in questione da taboo è diventato dogma. Peccato, perché le parole di Colli sono chiare per chi vuole capire, ma mi sa che Adelphi non solo non ha tanta stima dei suol lettori, ma ci marcia anche sulla loro “difficoltà a comprendere”.
Uno dei gemelli Kray, noti criminali londinesi attivi negli anni 50 e 60, era notoriamente un pederasta. Più volte interrogato sulle sue preferenze si dice che rispose: “Womens are for puffs!” (Le donne sono per i froci). Non si considerava un pederasta o un omosessuale come lo intendiamo noi oggi, ma un uomo anzi estremamente virile.
E quali sono le verità che il nuovo mondo proclama? Che per l’uomo il sesso è l’essenziale, e che il progresso significa la libertà dei rapporti sessuali. O ancora, che gli uomini sono uguali e che il loro scopo è di poter mangiare tutti a sazietà. Le forze della Cultura sono mobilitate a proclamare queste verità, ad aiutare il loro trionfo. Pare anche che sino a ieri gli uomini non avessero compreso queste verità, forse perché c’erano dei cattivi a tenerli lontano da esse. I cattivi ci sono ancora, ma ben presto saranno eliminati, e allora tutti gli uomini potranno finalmente mangiare e intrecciare rapporti sessuali. Non conterà più la nascita e il colore della pelle: nel tempo che rimarrà libero tutti leggeranno libri di astronautica e di logica matematica.
(da la Ragione Errabonda)
indicazioni bibliografiche, grazie?
La ragione errabonda, Adelphi, 1982 pag. 302 [238]* 14.4.1966
Ma scusate poi non avete più sporto querela ad Adelphi per questa “censura”? Ah, si dimenticavo, è solo un blog.
Al mio quasi omonimo e ai suoi eteronimi: La denuncia potrebbe pur sempre sporgerla lei, se ci tiene (chissà, potrebbe realizzare il suo maximum di azione culturale).
Quel mio vecchio tweet mirava solo a evidenziare un fatto, che mi sembra indiscutibile: una certa porzione di testo colliano è saltata nel travaso da Boringhieri ad Adelphi. In mancanza di dichiarazioni esplicite dell’editore, peraltro, il perché di tale operazione si può solo ipotizzare. Che ne so, forse non avevano inchiostro a sufficienza per stampare una pagina in più. O forse a Calasso gliel’ha ordinato l’I Ching. Idee migliori? Se non ne ha, faccia come ho fatto io e scriva all’Adelphi, magari a lei rispondono
Ho scritto ad Adelphi, ho scritto a Marco Colli, ho scritto a Massimo Fini. Da Adelphi mi hanno risposto dicendomi che non sanno, perché sono passati ormai troppi anni dal 1979.
PS Di azioni culturali mi frega davvero poco, del resto è pieno il web ed il mondo ormai di chi compie azioni culturali o crede di compierne ed in realtà non fa nient altro che scorreggiare ed appestare l’aria. Le sue supercazzole non impressionano nessuno, tantomeno la sua ironia. Si è scelto davvero un “eteronimo” adeguato.