Ooga Bogga? Bitcoin good Brexit bad!

Coinbase, la più celebre piattaforma di scambio di valuta digitale, ha appena mandato un preoccupante avviso a tutti i suoi cripto-affaristi: con la Brexit i servizi offerti dalla CB Payments probabilmente eventualmente non saranno più garantiti (anzi no forse sì)…

Come tutto ciò che riguarda il mondo delle criptovalute, nonché dei criptostati (UE?), si tratta di ingenuo allarmismo: tuttavia l’occasione è buona per introdurre qualche video prodotto da Bizonacci, un geniale utente della sezione Business & Finance (/biz/) di 4chan che ha voluto rappresentare con impressionante capacità memetica le angosce e i sogni di una generazione (anzi due, boomer e zoomer) alle prese coi bitcoin.

I caratteri che compaiono nei video sono i gemelli Bogdanoff (due personalità televisive francesi completamente sfigurate dalla chirurgia estetica che nell’immaginario memetico sono gli affossatori ufficiali dei mercati virtuali), Sminem (un anonimo adolescente russo che sarebbe invece impegnato in un braccio di ferro interazionale contro i Bogdanoff per salvare le criptovalute) e infine Wojak nelle vesti di wagecuck, cioè la “vittima sacrificale” di queste enigmatiche contese tra tecnologie blockchain e pittoreschi trader asiatici che riporteranno presto l’umanità al paleolitico.

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3 thoughts on “Ooga Bogga? Bitcoin good Brexit bad!

  1. /biz/ è un concentrato di Pajeet (indiani tonti, o americani equiparabili a tali) instancabilmente impegnati a tentare di convincere gli altri di qualche (semi)Nuovo Progetto, magari dotato di Partnership strategiche, tutto Smart e Disruptive, con imminente Adoption in qualche grosso mercato… tutti vogliono essere Le Early Adopter e vedersi centuplicare “l’investimento” mentre dormono (trasformando così il Bitcoin da “currency” a “store of value”). Ai bei tempi chi scopriva un trucco per diventare ricco se ne guardava bene dal dirlo in giro.

    Il risultato è il frequentissimo “AAAAAAA” con la faccia del Wojak rosa o del lacrimoso JUST’d. Perfino uno abbastanza sveglio come Benetazzo è cascato nella trappola del “consigliare” queste “novità” – grazie alla tv che a fine 2017 ha incessantemente parlato di Bitcoin – e solo raramente vediamo ammettere a chiare lettere che mentre il comprarli è facile, il ritrasformare in soldi veri qualcuno di quegli “asset” è un’impresa titanica. I fratelli Bogdanoff sono come le divinità greche (meglio: indù): rappresentano perfettamente una foresta di paure ben consolidate, è come se esistessero davvero.

    I simpatici video di Bizonacci dopo un po’ annoiano perché dicono sempre la stessa cosa (quanto “autismo” quattrociannesco avrà il soggetto? quante ore della sua vita avrà speso – e quante ore di sonno perso – guardando grafici e numeretti?). Ma è perché chi non impara dai propri errori va a fare compagnia a coloro che mettono da parte la prudenze e che non sanno imparare dagli errori altrui: /biz/ è una lettura divertente, per chi capisce il gergo e non si è mai azzardato a “investire”. Un pizzico di Schadenfreude: a fine 2017 c’è stata la gargantuana spennata di polli (era divertente e agghiacciante allo stesso tempo leggere di quei pirla che prendevano soldi a prestito perché “50k EOW”, Bitcoin a 50.000 entro fine settimana, ma il mondo è fatto così – un cretino e il suo denaro fan sempre presto a separarsi… specialmente quando guardano la TV), e ci vuole ancora tempo prima che ci sia il rimpiazzo possa permettere un altro scenario come quello.

    1. tu ragione
      tu grande sciamano
      grande onore fatto a mio blog

      PS: l’attenzione con cui sono stati fatti quei video è incredibile: i segnali di fumo che in codice morse significano “buy”, la linea di sangue del cavernicolo che rappresenta il crash, il logo di Binance trasformato in monolite kubrickiano…

      Comunque grazie per il commento, ma capirci qualcosa è praticamente impossibile. Io ho solo dei bitcoin da donazioni e non so nemmeno se convertirli e trasferirli sul mio conto bancario, più che altro perché mi scoccia dare in giro troppi “dati sensibili”. Dovrei investirli in rocce o in bacche?

      1. Sì, il vero problema delle cryptos è riconvertirle a denaro vero e possibilmente senza troppe pastoie fiscali. Impresa piuttosto complessa, per chi volesse provarci.

        Le “rocce” (metalli preziosi) sono un investimento bizzarro: è vero che l’oro porta con sé il suo valore (e quindi in caso di crash del sistema finanziario e di euro e dollaro, l’oro varrà ancora in quanto è “oro”), ma l’oro fisico è difficile da rimediare se non sei un capocosca degli zingari. Al massimo l’oreficeria ti vende un “certificato” di proprietà di oro (che fisicamente starebbe “al sicuro” nelle loro casseforti), cioè – in caso di crash della società – ti ritrovi un pezzo di carta difficilmente esigibile. Tutti gli asset in voga adesso presumono che la società resti stabile. Mi tornano in mente i Rohingya: hanno usato il telefonino per coordinarsi perché presumevano che la rete cellulare fosse un diritto naturale acquisito e inalienabile, salvo poi svegliarsi un mattino e scoprire che non era così. Anche il segnale GPS di tanto in tanto viene “spento” per determinate aree del mondo.

        Le “bacche” dovevano essere i beni deperibili, anche se nel video allude a Ethereum, che dopo la truffa hackers alla The DAO ebbe un “hard fork”, cioè un cambio di standard per recuperare i soldi truffati, col risultato che entrambe le versioni (Eth classic ed Eth aggiustata) sono crollate di prezzo. Anche altre crypto super sicurissime come Monero hanno poi stentato a decollare perché qualche ingegnoso cinese aveva architettato il modo di fare più “mining” e quindi di inondare il mercato (cioè spennare vecchi e nuovi polli).

        In estrema sintesi, Bitcoin e tutti i suoi cloni e tutte le criptomonete sono nel migliore dei casi gioco d’azzardo, nel peggiore pura truffa piramidale, entrambe le cose gradite alle solite entità finanziarie che vedono come fumo negli occhi qualsiasi scambio che non transiti attraverso i loro canali.

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