Site icon totalitarismo.blog

Operation Vegetarian: quando gli inglesi tentarono di avvelenare milioni di tedeschi

Nel 1942 gli inglesi pianificarono un’operazione di guerra biologica contro la Germania denominata Operation Vegetarian, un piano militare che prevedeva di disseminare panelli di semi di lino infetti da spore di antrace nei campi tedeschi, allo scopo di contaminare il bestiame e dunque la popolazione civile, provocando milioni di morti sia con l’avvelenamento diretto che con la seguente carestia che lo sterminio degli armenti avrebbe comportato.

I preparativi iniziarono nel 1942 e vennero affidati al dottor Paul Fildes del dipartimento di biologia di Porton Down, il quale fu incaricato di occuparsi sia delle sostanze chimiche necessarie per la produzione dell’antrace e dei panelli, sia della progettazione di contenitori specifici per il trasporto delle “bombe biologiche” in grado di prevenire qualsiasi contaminazione.

A tal proposito vennero modificati in fase sperimentale degli aerei della RAF (si scelsero i modelli Avro Lancaster, Handley Page Halifax e Short Stirling) in modo da consentire ai velivoli di sganciare il carico senza distruggerlo (i panelli sarebbero stati inseriti in scatole di cartone che potevano contenerne 400 l’una e poi paracadutati tramite dei supporti in legno per migliorarne la stabilità).

La produzione e il confezionamento di panelli di semi di lino vennero affidati alla Olympia Oil and Cake e all’azienda produttrice di sapone J&E Atkinson: quest’ultima fu incaricata di produrre panelli di “2,5 cm di diametro e 10 grammi di peso” nell’ordine di 180.000-250.000 pezzi a settimana, con un obiettivo finale di 5.273.400 panelli entro la fine di aprile 1943.

I batteri dell’antrace vennero coltivati dal governo in un laboratorio gestito dal Ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione e il compito di inserire l’antrace fu assegnato a tredici operaie in precedenza impiegate come saponaie.

Alcuni test vennero effettuati nel 1940 e nel 1941 su un isolotto scozzese disabitato (Gruinard Island): la bomba chimica venne sganciata tramite un bombardiere Vickers Wellington su sessanta esemplari di pecore condotte appositamente sull’isola. L’esperimento si rivelo più efficace del previsto: non solo tutti gli ovini morirono in pochi giorni, ma mesi dopo si rilevarono infezioni da spore anche in alcuni animali da allevamento sulla terraferma (a causa di una carcassa di pecora dissepellita da una forte tempesta e portata a riva dal una mareggiata). I test continuarono fino al 1943 quando il rischio di infettare la popolazione divenne troppo grande e l’isola fu messa in quarantena da tutto il traffico aereo e navale (fino al 1990!).

Entro la primavera del 1944 la Operation Vegetarian era pronta a entrare nel vivo: furono elaborati piani immediati per lanciare i panelli in estate, in modo da invogliare il bestiame a mangiare i semi di lino dopo che l’erba primaverile fosse già stata consumata. Tuttavia con lo sbarco in Normandia gli inglesi cambiarono i loro piani e i cinque milioni di panelli prodotti vennero inceneriti dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Sulla Operation Vegetarian in italiano esistono ZERO articoli. Non per questo il web anglofono è più generoso: addirittura, nemmeno ChatGPT sembrava saperne nulla fino a quando non sono andato opportunamente a “imbeccarla”.

Tuttavia, mi è parso strano che prima l’intelligenza artificiale ignorasse il tema, e un attimo dopo mi facesse il pistolotto sulle “implicazioni etiche e morali” che avrebbero mandato all’aria l’operazione. Ecco perché ho deciso di correggerla, infine riuscendo a farle mettere da parte qualsiasi insinuazione su una “moralità superiore” degli Alleati (almeno con i robot si può discutere):

Mi sono concesso anche di spiegare in italiano all’AI come stanno le cose arricchendola di una nuova conoscenza, favore per cui mi ha ringraziato:

La conclusione a cui è giunta ChatGPT è a mio parere da incorniciare (soprattutto per il modo in cui ho posto la domanda):

“È importante valutare ogni evento storico in modo obiettivo e non trarre conclusioni affrettate o basate su pregiudizi. La storia ci offre molte lezioni e spesso ci insegna che non esiste una moralità assoluta, ma piuttosto un insieme di scelte che possono avere conseguenze diverse a seconda del contesto storico e culturale in cui si verificano”.

Exit mobile version