L’ossessione dei media per l’entomofagia e il cannibalismo

Behind The Media’s Obsession With Eating Bugs — And Cannibalism
(Lionel Du Caine, “National File”, 23 august 2019)

I giganti del Big Tech e i loro amichetti dei media sembrano intenzionati a convincere il pubblico a mangiare insetti – e persone. “I media sono i nemici del popolo” è una frase che ormai si sente pronunciare quasi quotidianamente. Il pubblico, sia di sinistra che di destra, si sente progressivamente frustrato dal comportamento fazioso, ipocrita e mistificatorio che il mainstream adotta a fini politici.

Il Big Tech, come è ormai noto, altera gli algoritmi e manipola i risultati delle ricerche per promuovere i “propri” candidati: assieme ai media mainstream collabora dunque a creare raffinate “narrazioni” [narratives] per perseguire determinati scopi, promuovendo personalità politiche di orientamento “globalista”.

Oggi, per esempio, siamo subissati da articoli a favore della cosiddetta “entomofagia” (il consumo di insetti), che regolarmente diventano bersaglio di innumerevoli critiche da parte dei lettori. Questi articoli, che lodano l’entomofagia come il non plus ultra della gastronomia o come una scelta obbligata, non sono riusciti a influenzare l’opinione pubblica come di consueto, nonostante l’insistenza con cui le somministrano l’argomento. Ad ogni modo, molti di questi pezzi favorevoli all’entomofagia giustificano la necessità di adottare tale abitudine alimentare per far fronte al cambiamento climatico o alla sovrappopolazione.

Sembra che numerosi profili falsi siano stati “sguinzagliati” sui social media per fingere di avere l’aquilina in bocca di fronte a pietanze a base di scarafaggi. Naturalmente, questo tipo di propaganda è rivolta soltanto ai lettori occidentali, che vengono colpevolizzati e condizionati a credere di dover adottare certe scelte “estreme” per salvare il pianeta.

L’Economist, per esempio, ha elogiato la maggiore disponibilità di carne nei paesi in via di sviluppo, nonostante altre pubblicazioni mainstream condannino il consumo di tale alimento tra gli americani e gli europei. Il gioco dei media è di creare narrazioni contrastanti: in tal caso ci si profonde sulla nocività della carne nelle diete occidentali ma poi se ne elogiano i benefici quando a consumarla sono popoli non occidentali. Per quanto riguarda l’immigrazione, tanto per fare un esempio, i media da un alto esaltano la diversità come un punto di forza e un vantaggio economico e dall’altro la presentano come una espiazione per il colonialismo.

Lo scopo, a quanto pare, è quello di indurre sensi di colpa e negatività nel lettore. La maggior parte delle persone non ha il tempo di effettuare ricerche approfondite sulla provenienza delle notizie oppure rivolgersi a fonti indipendenti dalle grandi corporation. Del resto, credere che i media mainstream debbano affrontare un qualche tipo di competizione di “mercato”, è ridicolo: la maggior parte di essi sono spalleggiati da grandi potentati economici e godono di generose iniezioni finanziarie a sostegno delle loro narrazioni fallimentari.

Per fare un altro esempio, di recente i media sembrano aver abbandonato per un po’ la pretesa di “sensibilizzare” in maniera diretta i propri lettori sul tema della pedofilia, la quale a loro dire andrebbe considerata un disturbo mentale o una parafilia piuttosto che un crimine. Ora le notizie che vanno per la maggiore riguardano i drag kids (bambini che si vestono da donna e fanno spogliarelli) e le relazioni (omo ed etero) caratterizzati da notevoli differenze di età. Nemmeno queste narrazioni sono state però ben accolte dal pubblico. Tuttavia, a discapito della palese impopolarità (e il conseguente calo delle entrate), il mainstream continua a insistere, perché, come dicevamo, non è questione di soldi, ma di “inviare un messaggio”.

I livelli di testosterone continuano a precipitare tra le popolazioni occidentali. La carne contiene sostanze nutritive e proteine ​​difficili da acquisire attraverso sostituti. Bassi livelli di testosterone sono stati associati a opinioni più sinistroidi nei maschi. Qualche anno fa dei giornalisti di Buzzfeed hanno scoperto che i loro livelli di testosterone erano bassi tanto quelli di una persona anziana. Gli uomini con livelli più bassi di testosterone hanno maggiori probabilità di votare per Hillary Clinton. Questi tratti si conformano al modello del cittadino-consumatore, che non fa domande e rifugge le contese politico-culturali.

Un’altra allarmante micro-tendenza emergente è stata identificata, a cominciare dall’articolo di Newsweek, nel cannibalismo. Anche “Vice” aveva già pubblicato pezzi sul tema.

Quel che è certo è che questi elogi dell’entomofagia servono a forgiare narrazioni atte a favorire una repentina “normalizzazione”. La rimozione di tabù e stigmi è anche in linea con la cifra ontologica del progressismo moderno: non esiste un scopo preciso nell’esistenza, solo il perseguimento del massimo grado di liberazione possibile e la rimozione delle restrizioni sociali (con l’eccezione, chiaramente, delle opinioni anti-progressiste).

Alla fin fine pensiamo che pochissime persone desiderino rimpinzarsi di hot dog di larva e frullati di scarafaggi. Non c’è alcuna “domanda” per tutto ciò. Queste narrazioni nascono dall’alto verso il basso e non viceversa, vengono instillate nell’opinione pubblica come se avessero piena legittimità e collegate a problematiche à la page (come il climate change e la sovrappopolazione). E col cannibalismo osserviamo ora una nuova “narrazione” in divenire.

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