Grazie ai suggerimenti di un amico ho scoperto la figura di Édouard-Marie Gallez, un sacerdote francese che ha dedicato tutta la sua vita di studioso delle religioni ad approfondire i legami tra l’islam e una setta che egli definisce “giudeo-nazarena”, la quale rappresenterebbe la vera radice della fede maomettana.
Non sono riuscito a procurarmi l’opera principale del teologo domenicano, Le Messie et son Prophète (2005), che è anche la sua tesi di dottorato, perché oltre al fatto che non è stata tradotta in italiano (ci mancherebbe!), essa è di “difficile reperibilità” (nel senso che anche attraverso Amazon dovrei spendere 40 euro sia per il primo che per il secondo volume, più 12 euro di spedizioni… non sono uno sceicco).
Ad ogni modo, sul portale Le Messie et son Prophète c’è una mole di materiale non indifferente che rende abbastanza comprensibili le sue tesi. In aggiunta, su YouTube compaiono anche conferenze e interviste in grado di offrire almeno un’idea di ciò che intende padre Gallez con la sua sostanziale “negazione” dell’islam.
Al di là delle osservazioni filologiche (che propongono una lettura alternativa del Corano basata su una diversa vocalizzazione di parole chiave) e di altre divagazioni storiche (sulle quali magari varrà la pena soffermarsi una volta afferratto il senso della sua polemica), sostanzialmente si può dire che il chierico sostenga che l’islam non esiste, cioè che la figura di Maometto sia stata “creata” dai califfi nell’VIII secolo in base a testi ispirati da una setta messianica ebraica, i cosiddetti “giudeo-nazareni” (anche l’idea che il Corano sia stato scritto in cielo in lettere d’oro per lui è tardiva e non risale che al X secolo).
Gallez non nega l’esistenza di un uomo chiamato “Maometto” ma ne fa una figura totalmente secondaria (un semplice “propagandista” della dottrina dei nazareni) nello sviluppo della religione islamica, che a suo parere sarebbe frutto di un’aspettativa messianica tradita da parte di questi giudeo-nazareni, i quali avrebbero elaborato testi religiosi in arabo, basati su lezionari derivati dalla Torah e da un Vangelo apocrifo, per propiziare un secondo avvento tra le tribù arabe, presentandosi a esse come fratelli di fede discendenti da Abramo (loro da Isacco, gli altri da Ismaele).
Per il domenicano, questa sarebbe l’essenza originaria della umma, un termine che nel Corano indica la tribù (come nella Bibbia) e che esprimeva l’alleanza giudeo-araba, la comunità che condivideva un progetto messianico universale inizialmente composta da giudeo-nazareni e da arabi coreisciti che avevano lasciato la Siria per stabilirsi a Medina. Da tale prospettiva, Gallez interpreta anche l’ossessione perenne per la conquista di Gerusalemme da parte degli arabi, la quale nella prospettiva giudeo-nazarena rappresentava un evento propiziante la seconda venuta del Messia.
In altre parti del suo sito, il padre è ancor più tranchant nel ridurre il Corano (o per meglio dire i primi testi coranici) a una raccolta di “lezionari” creati per la predicazione in arabo delle dottrine dei giudeo-nazareni: un dato interessante è che, sempre sorvolando sui risvolti storici e filologici, le critiche agli ebrei nel testo sacro dei musulmani sarebbero in realtà rivolte solo al giudaismo talmudico (gli yahud), mentre i “cristiani” non sarebbero identificati come “nazareni”, ma come un’altra setta che si è “smarrita” divinizzando Gesù e non riconoscendolo come suo messaggero/Profeta, che lungi dal morire in croce si sarebbe ritirato in attesa di ritornare alla fine del mondo (in questo il messianismo giudeo-nazareno sarebbe molto “materiale”, tutto rinchiuso in una visione politico-militare e non puramente spirituale).
Spero che il quadro sia chiaro, ma per sicurezza provo a riassumerlo: i nazareni (o nazarei, nazorei, nosri, nasrani), erano una setta giudaico-cristiana che rispettavano i precetti della Torah (come la circoncisione, di enorme importanza nell’islam) e riconoscevano Gesù come Profeta attendendone il ritorno come Messia; questi nazareni avrebbero tentato di coinvolgere le tribù arabe (specialmente quelle situate nel Nord della Siria) nel loro progetto politico-messianico, fomentandole con traduzioni della Torah e di Vangeli apocrifi tramite “foglietti propagandistici” (per Gallez la vera etimologia di “Corano” sarebbe siriaca, qor’ôno, “lezionario” – lectionnaire) che poi sarebbero confluiti in un testo unico sacralizzato dai califfi.
Queste tesi meriterebbero di essere approfondite, tuttavia al contempo c’è un certo timore nel negare la legittimità dell’unica fede a cui è consentito riconoscere l’esistenza di Dio e attestare la complementarità di religione e diritto. D’altro canto, le osservazioni di Gallez potrebbero rappresentare uno spunto per un confronto sincero fra islam e cristianesimo, nonostante esse fondamentalmente proclamino da una parte l’inesistenza dell’islam e dall’altra, da una prospettiva dialogante (che non sembra essere quella dell’Autore, e ci mancherebbe!) la rinuncia del cristianesimo a riconoscere la divino-umanità di Gesù Cristo….
Si tratta di una questione, cui don Curzio Nitoglia si è occupato più volte .
In realtà Nitoglia se n’è occupato da una prospettiva diversa, evidenziando il ruolo del talmudismo e utilizzando fonti che, per quanto rispettabili, risalgono tutte minimo ai primi del Novecento. Infatti non cita mai Gallez, che tiene a distinguere l’ebraismo talmudico dal giudeo-nazarenismo con maggior rispetto della storia e della filologia. Comunque parlerò anche delle opinioni di don Nitoglia sull’islam, che mi pare siano state anche raccolte in un volume non molti anni fa…
Tesi simile è quella del Luxenberg che vede nel Corano un lezionario siro-orientale (nestoriano) mal tradotto in arabo:
https://en.m.wikipedia.org/wiki/The_Syro-Aramaic_Reading_of_the_Koran
L’autore scrive sotto pseudonimo, penso perché non vuole perdere la propria posizione accademica.
Grazie, leggerò anche questo. Una volta l’avevo visto intervistato da una trasmissione tedesca col volto oscurato, nel quale dichiarava che aveva utilizzato lo pseudonimo per paura di essere ucciso da qualche musulmano… Però anche la tesi dell’accademia è credibile.
Anche su Archive ci sono dei video a riguardo. Uno ad esempio s’intitola L’invention de l’Islam.