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Per gli aleutini tutti i bianchi sono “cosacchi”

L’aleutino (Aleut, Unangam Tunuu) è la lingua parlata dal popolo degli Aleut (Unangax̂) nelle Isole Aleutine e Pribilof, nell’arcipelago del Commodoro e nella penisola dell’Alaska (in Aleut Alaxsxa, “terraferma”, espressione da cui origina il nome dello Stato), oltre che nella Kamčatka. L’aleutino è l’unica lingua del ramo della famiglia linguistica eschimese-aleutina ed è composta da diversi dialetti, alcuni tra i quali estinti.

Varie fonti stimano che siano rimasto meno di 150 parlanti nativi. Il compito di tenere in vita l’idioma è affidato al governo locale e alle organizzazioni comunitarie, ma le scuole delle regioni storicamente a maggioranza aleutina non offrono corsi di lingua e cultura. Fino al 1972 per la traslitterazione è stato adottato l’alfabeto cirillico non riformato, poi sostituito da quello latino e talvolta dal tradizionale sistema di scrittura dell’inuktitut (ᐃᓄᒃᑎᑐᑦ).

Il primo contatto con la lingua aleutina da parte degli studiosi occidentali avvenne nel 1741, quando una spedizione del cartografo danese Vitus Bering, ufficiale della Marina Imperiale russa, raccolse testimonianze sulla topografia e i patronimici. Nel 1778 il capitano James King (ai servizi di Cook) stilò un elenco di termini nel dialetto unalaska, mentre quasi contemporaneamente Caterina la Grande assunse l’esploratore tedesco Peter Simon Pallas per compilare la parte dedicato all’auletino di un gigantesco dizionario comparativo su tutte le lingue dell’Impero russo, rimasto purtroppo solo un progetto su carta.

Durante una spedizione nel 1792, Carl Heinrich Merck e Michael Rohbeck condussero un censimento della popolazione maschile annotando gli antichi patronimici pre-battesimali. Solo nel 1819 il linguista danese Rasmus Rask dedicò i primi studi accademici alla lingua, mentre nel 1824 Ioann Veniaminov, primo vescovo ortodosso in Alaska (divenuto in seguito santo), creò per il dialetto unalaska un alfabeto basato sul cirillico, tradusse il Vangelo di Matteo e compilò una grammatica con l’aiuto di due pope madrelingua (Ivan Pan’kov e Iakov Netsvetov).

Il primo francese a studiarlo fu Alphonse Pinart, che nel 1879, dopo l’acquisto da parte degli Stati Uniti dell’Alaska, stilò una grammatica franco-aleutina ispirata proprio al vocabulaire de Ivan Veniaminov. Anche il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale si ispirò agli studi di Veniaminov per stilare un dizionario allo scopo di favorire la propaganda bellica in Alaska.

Nel 1950, il linguista norvegese Knut Bergsland iniziò uno studio approfondito della lingua, forse il più rigoroso fino ad oggi, culminato nella pubblicazione di un dizionario completo nel 1994 e di una grammatica nel 1997.

Di seguito, il Padre Nostro trascritto in cirillico (cfr. Abridged Catechism for the Instruction of (Atkan) Aleut Youth, 1862) e in alfabeto inuktitut (cfr. Das Gebet des Herrn in den Sprachen Russlands, 1870).

Тимáзинъ Адáмасъ, Åманъ кую>дасъ куҥинъ á! Асáнъ сҥанадаталгáx̂ъ áx̂та, Аҥали>нъ âҟаx̂та, Анухтанáтхинъ малгáx̂тасъ кую>дамъ ку>ганъ áма тáнамъ куганъ. Ҟалгáдамъ ануганá ҥи>нъ аг^áда ўая>мъ; Áма аду>масъ ҥи>нъ игни>да, ҥи>нъ адуг^инази>нъ игниҟаг^и>саданамасъ лидасъ ти>масъ кáихъ мáсалихъ, Áма ти>масъ суглатачx̂и>г^анаx̂тхинъ, тáг^а адáлумъ илугáнъ ти>масъ сисми>да. Аҥали>нъ, áма Каю>нъ, áма Алг^унáси>нъ аўáгисъ или>нъ акузи>нъ малихъ, Aми>нь.

Una curiosità: in lingua auletina, come apprendiamo dal tweet di un anonimo, tutte le persone bianche sono definite “cosacchi” [казак], poiché i primi occidentali con cui gli isolani vennero in contatto furono propri i russi.

«Русские землепроходцы для атабасков, алеутов и эскимовос были первыми представителями западной культуры. На алеутском языке слово „казак“ спожит для обозначения любого представителя европеоидной расы».

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