Per il teologo “riabilitato” da Papa Francesco il coronavirus è una rappresaglia di Gaia

Leonardo Boff
As origens do Coronavirus
(A terra é redonda, 14 marzo 2020)

“Siamo capaci di una condotta insensata e demenziale; d’ora in poi si può temere di tutto, compreso l’annientamento della razza umana; sarebbe il giusto prezzo delle nostre follie e delle nostre crudeltà”.

Oggi è un dato di fatto della coscienza collettiva di coloro che coltivano un’ecologia integrale, come tanti scienziati quali Brian Swimme, o come Papa Francesco con la sua enciclica Laudato si, che tutto sia in relazione con tutto. Tutti gli esseri dell’universo e della terra, anche noi esseri umani, siamo circondati da una intricata rete di relazioni, tanto che si potrebbe dire che nulla esiste al di fuori della relazione. Questa è anche la tesi di base della fisica quantistica di Werner Heisenberg e di Niels Bohr.

Lo sapevano bene i nativi americani, come il Capo Seattle già nel 1856: “Solo questo sappiamo: che la Terra non appartiene all’uomo. È l’uomo che appartiene alla terra. Tutte le cose sono intrecciate, come il sangue così una famiglia: tutte le cose sono relazionate le une alle altre. Ciò che ferisce la terra, ferisce anche i figli o le figlie della terra. Non è stato l’uomo a intessere la trama della vita: l’uomo è soltanto un figlio di essa. Tutto ciò che l’uomo fa a questa trama, lo fa a se stesso”. Questo significa che esiste un’intima connessione fra la Terra e l’umanità: se noi aggrediamo la terra, aggrediamo anche noi stessi, e viceversa.

Gli astronauti ebbero la medesima percezione dalle loro navicelle: Terra e Umanità costituiscono una stessa e unica entità. Lo intuì Isaac Asimov nel 1982, su richiesta del New York Times, facendo un bilancio di venticinque anni di viaggi nello spazio: “L’eredità che questi ci lasciano è la percezione che, dalla prospettiva delle navicelle spaziali, la Terra e l’Umanità formano una singola entità”. Noi siamo Terra. L’uomo è nato dall’humus, dalla terra fertile, infatti, l’Adamo biblico significa “figlio o figlia della Terra feconda”. Dopo questa constatazione, non uscirà mai dalla nostra coscienza che i destini della Terra e dell’Umanità sono indissolubilmente legati.

Sfortunatamente sta avvenendo quello che il sostiene nella sua enciclica ecologica: “Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli”. La velocità del modello di accumulazione della ricchezza è talmente devastante che, a giudizio di alcuni scienziati, abbiamo inaugurato una nuova era geologica: l’antropocene. Come a dire che chi minaccia la vita e accelera la sesta estinzione di massa, che già stiamo sperimentando, è proprio l’essere umano. L’aggressione è tanto violenta che ogni anno più di mille specie di esseri viventi si estinguono, inaugurando qualcosa di peggio dell’antropocene, il necrocene: l’era della produzione di massa della morte. Così come Terra e Umanità sono interconnesse, la produzione di massa della morte ha luogo non solo nella sfera naturale, ma anche nell’alveo proprio dell’umanità. Milioni di persone muoiono di fame, di sete, vittime della violenza bellica o sociale in tutte le parti del mondo. E noi, insensibili, non facciamo nulla.

Non a torto James Lovelock, il teorizzatore della Terra come Gaia, un superorganismo vivente, ha scritto un libro come La rivolta di Gaia (2006). Ritengo che le attuali malattie come la dengue, la chikungunya, la zika, la SARS, l’ebola, il morbillo o l’attuale coronavirus e la generale degradazione delle relazioni umane, contraddistinte da una profonda disuguaglianza e ingiustizia sociale e dalla mancanza di un minimo senso di solidarietà siano, invero, una rappresaglia di Gaia per le offese che le infliggiamo continuamente.

Non a caso il virus è dilagato laddove c’è più inquinamento. Non direi però come Lovelock che questa è “la vendetta di Gaia”, in quanto lei, Grande Madre, non si vendica, ma ci offre importanti dimostrazioni di esser malata (tifoni, scioglimento de ghiacciai, siccità e inondazioni, ecc.). E, al limite, ci fa capire che non abbiamo imparato la lezione, vendicandosi con le malattie a cui si è accennato. Si tratta solo di una reazione al violento agire dell’uomo.

Ricordo il libro-testamento di Théodore Monod, forse l’unico grande naturalista contemporaneo, L’avventura umana (2000): “Siamo capaci di una condotta insensata e demenziale; d’ora in poi si può temere di tutto, compreso l’annientamento della razza umana; sarebbe il giusto prezzo delle nostre follie e delle nostre crudeltà”.

Ciò non significa che i governi di tutto il mondo, rassegnati, debbano smettere di combattere il coronavirus, proteggere la popolazione e cercare velocemente un vaccino, nonostante le sue continue mutazioni. Oltre a un disastro economico-finanziario, esso può trasformarsi in una tragedia umana, con un numero incalcolabile di vittime.

La Terra non si accontenterà però di questi piccoli regali. Essa chiede un atteggiamento differente nei suoi confronti: di rispetto dei suoi ritmi e limiti, di attenzione alla sua sostenibilità e di sentimento filiale nei suoi confronti, dei figli e delle figlie della Madre Terra, alla Terra stessa che sente, pensa, ama, venera e si prende cura . Proprio come ci prendiamo cura di noi stessi, dobbiamo prenderci cura di lei. Lei non ha bisogno di noi. Siamo noi ad aver bisogni di lei. Potrebbe non volerci più sulla sua faccia. E continuerà a ruotare attraverso lo spazio, ma senza di noi perché siamo stati ecocidi e geocidi.

Poiché siamo esseri dotati di intelligenza e amiamo la vita, possiamo cambiare il corso del nostro destino. Possa lo Spirito Creatore darci forza per tale scopo.

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