Ci sono tanti paradossi divertenti, forse più umoristici che comici (se vogliamo seguire la dicotomia pirandelliana), nella vicenda catalana. Il più marchiano è quello delle congreghe “internazionaliste” costrette inconsapevolmente ad appoggiare l’ultima forma di nazionalismo consentita dal “politicamente corretto”: forse soltanto ora che la situazione sta precipitando, qualcuno ha cominciato a intuire di essersi cacciato in un vicolo cieco, ingannato dal maquillage rivoluzionario degli indipendentisti.
In particolare credo che i nodi verranno subito al pettine non appena emergerà la “turistofobia” dell’estrema sinistra catalana: i “giovani dei centri sociali” di Arran, legati alla CUP (Candidatura d’Unitat Popular) regolarmente assaltano bus di visitatori, vandalizzano ristoranti e imbrattano la città di scritte come “Turisti vi odiamo”, “Andatevene a casa”, “Gaudì vi odia”…
Immaginate allora un povero punkabbestia che, dopo aver ricevuto il bonifico mensile dal padre, vorrebbe andare a Barcellona a farsi una canna in uno di quei “Cannabis Club” che sfruttano un vuoto legislativo (non è reato coltivarla, ma solo venderla): anche se è probabile che in una Repubblica Catalana il fumo sarà legale, esso non potrà però trasformarsi in attrattiva, ma rappresentare un momento di condivisione solidale e consapevolezza rivoluzionaria eccetera eccetera…
Non è un scherzo, questa avversione della CUP a tutto ciò che riguardi il turismo (gli effetti peraltro già si fanno sentire); o, per meglio dire, è anche uno scherzo, dal momento che si presta spesso agli sbeffeggi dal programma satirico “Polònia”. Per esempio, nello sketch qui sotto Anna Gabriel viene redarguita dall’anarco-femminista Eulàlia Reguant per aver fatto una vacanza in Thailandia. A questo punto, che qualcuno traduca in catalano il famoso manifesto di Marinetti: Uccidiamo il Chiaro di Luna! Per una #Catalogna FU-turista, Matem la Llum de la Lluna…!