Per una storia della Massoneria in Siria

La Libera Muratoria si insediò in Siria a partire dalla metà del XVIII secolo, con la fondazione di una loggia da parte del diplomatico scozzese Alexander Drummond (1698–1769), console britannico per l’Impero Ottomano.

Nel febbraio 1748, Sir Drummond aprì infatti la prima loggia massonica siriana ad Aleppo, alla quale seguirono altre logge patrocinate dal Grande Oriente di Francia e d’Italia nella seconda metà dell’Ottocento, che tuttavia si sciolsero alla fine del secolo. Nell’aprile 1868, il governatore ottomano Mehmed Rashid Pasha fondò la Loggia “Re Salomone” con il supporto della Gran Loggia di Scozia.

Nel 1879 fu fondata la Loggia “Siria” nel quartiere di Qanawat, capitolo del Grande Oriente d’Italia fino al 1890. Nel 1898, la Loggia “Noor Dimashq” fu aperta dalla Gran Loggia di Scozia nel distretto di Mazanet al-Shahem e rimase attiva fino allo scoppio della Grande Guerra.

Nel 1909 la Gran Loggia di Scozia fondò la Loggia “Luce” a Damasco, nel 1922 il Grand Orient de France creò la Loggia “Qassioun” e una Loggia “Siria” nel 1924, mentre la Gran Loggia di New York fondò la Loggia “Ibrahim al-Khalil” nella stessa città nel 1924.

Nel 1928, la Loggia “al-Isaaf” fu fondata a Damasco come prolungamento della Massoneria egiziana. Nel frattempo, furono fondate altre logge in città come Aleppo, Homs o Latakia la maggior parte delle quali sotto l’egida della Gran Loggia d’Italia.

L’emiro Abdelkader ibn Muhieddine (1808–1883), considerato uno dei primi membri dell’organizzazione in Egitto, nel giugno 1864 incoraggiò due suoi figli, Mohammed e Mohie Eldin, a fondare la prima loggia “egiziana” a Damasco. All’epoca le élite confluirono tutte nell’organizzazione e i loro incontri portarono a decisioni decisive, come la proclamazione dell’indipendenza dall’Impero ottomano nel 1918 e dal mandato francese nel 1946.

Nel XIX secolo sorsero questioni riguardo all’ammissione di membri stranieri e all’utilizzo dell’arabo come lingua ufficiale nelle logge. Ad ogni modo, nonostante i giuramenti principali fossero eseguiti ovviamente sul Corano, ai “fratelli” cristiani fu consentito di giurare sulla Bibbia (che tuttavia doveva essere siglata con una “G” sulla copertina).

Loggia Massonica a Damasco, 1920 ca. (fonte)

La necessità di porre fine ai “mandati” nel Levante caratterizzò sin dall’inizio la massoneria siriana come più affine alle logge scozzesi che a quelle inglesi o francesi: anche per questo nell’aprile del 1935 i filo-occidentali fondarono la Loggia “Grande Oriente di Siria” e per reazione i nazionalisti guidati da Ata Bey al-Ayyubi si unirono nella “Gran Loggia di Siria” per l’appunto sotto lo statuto della Gran Loggia di Scozia.

Inoltre, siccome a partire dal 1877 il Grand Orient de France aveva abbandonato l’obbligo di giuramento sul Grande Architetto, aprendo le porte agli atei (che non vennero mai accettati dalle logge siriane), questo causò un ulteriore distacco dei nazionalisti da Parigi (La Loggia “Libano” accolse peraltro le reprimende del Grande Oriente di Francia riguardo la perenne ostilità della “comunità musulmana” ai “principi filantropici” della Rivoluzione).

Nei periodi di transizione dei poteri, i massoni riuscirono a guadagnarsi il consenso popolare tramite la pratica rodata della promozione di opere filantropiche pubbliche: tra le iniziative si ricordano l’arabizzazione della Facoltà di Medicina dell’Università di Damasco e il contributo alla fondazione dell’Accademia di musica araba (sempre nella capitale) e della Mezzaluna Rossa siriana nel 1923. I massoni della Loggia “Qassioun” inoltre costruirono un ospedale per i malati di tubercolosi a Rukneddine, che fu poi nazionalizzato dalle autorità siriane nel 1936.

Come scrive la storica D. Sommer,

«Le logge fondate prima della Rivoluzione dei Giovani Turchi del 1908 erano sotto il patrocinio di diversi grandi organismi: la Gran Loggia di Scozia, il Grande Oriente di Francia e il Grande Oriente d’Italia. Dopo il 1908, i Giovani Turchi tentarono di nazionalizzare la Massoneria per avere un maggior controllo sulla Fratellanza, creando perciò molte logge ottomane e turche, la maggior parte delle quali non vennero riconosciute né dalle Grandi Logge britanniche né dai vari Grandi Orienti e non sopravvissero al crollo dell’Impero Ottomano.
[…] È probabile che lo scopo delle prime logge nella Grande Siria non differisse radicalmente da quelle fondate in contesti coloniali: […] per i massoni siriani a Beirut, gli incontri in questa atmosfera distinta implicavano il far parte di un’élite illuminata, che si mescolava con intellettuali, uomini d’affari e politici occidentali. Le connessioni sorte nelle logge consentirono ai “fratelli” di entrate in contatto con politici di spicco e persone che frequentavano società scientifiche ed erano impegnate in attività filantropiche».

Un ruolo fondamentale nell’intreccio tra massoneria e potenze emergenti in Occidente lo ebbero i missionari protestanti americani, che attraverso la filantropia riuscirono a sedurre molti siriani con la promessa di un’istruzione e un’assistenza sanitaria migliore, in competizione, più che con le autorità islamiche, con le altre istituzioni cristiane presenti storicamente sul territorio (tutte riconducibili, per intendersi, al cattolicesimo).

Medaglia massonica, anni ’40 del XX secolo (fonte)

Nel 1949, con la proclamazione dell’indipendenza sorse una nuova Loggia “Siria e Libano” che incorporava altre logge minori. Tra il 1948 e il 1957, la massoneria siriana trovò un fiero avversario nei Fratelli Musulmani, che approfittarono anche dell’atteggiamento distaccato nei confronti della questione palestinese.

Durante l’era della Repubblica Araba Unita, la massoneria cadde definitivamente in disgrazia soprattutto per i sospetti di Nasser riguardo la collaborazione con agenti stranieri, e questo clima portò alla distruzione di statuti e documenti fondativi da parte delle logge principali. I socialisti arabi, in particolare, si opponevano ai massoni considerandoli la causa principale del sottosviluppo della Siria e delle sconfitte palestinesi.

Questo clima di ostilità diffusa, unito allo scandalo generato dalla cattura dell’agente del Mossad Eli Cohen (che era riuscito a infiltrarsi nei piani alti del potere proprio grazie al sostegno delle logge), portò il Presidente baathista Amin al-Hafiz (1921–2009) a bandire la Libera Muratoria il 9 agosto 1965.

I massoni in Siria, come in molte altre parti del mondo arabo, allo stato attuale sembrano dunque in larga parte “dormienti”. Non ci sono prove concrete che suggeriscano che la massoneria sia sopravvissuta ufficialmente come istituzione operante nel Paese sotto il regime di Assad.

Tuttavia, alcuni individui e gruppi continuano a mantenere connessioni clandestine con organizzazioni massoniche internazionali, attestato del resto dalla presenza decennale di istituzioni (perlopiù scolastiche, ma non solo) legate a potentati stranieri.

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