Perché le donne si innamorano dei serial killer

Women Who Love Serial Killers
Why some women sacrifice so much for extreme offenders
(Katherine Ramsland, Psychology Today, 20 aprile 2012)

(Katherine Ramsland)

Bolin, un ex camionista, è stato condannato dieci volte per lo stupro e l’assassinio di tre donne in Florida. Per ogni caso le sentenze sono state ribaltate a causa di errori. Questa settimana è tornato in aula per un nuovo processo. Di nuovo condannato, ha ricevuto l’ergastolo in aggiunta a due condanne a morte.

Martinez, ancora convinta che Bolin non sia un assassino, ha dichiarato che il suo primo incontro con lui l’ha lasciata “senza fiato”: ha percepito la sua profonda solitudine. A un giornalista ha dichiarato: “Mi ha colpito perché provavo quel che provava lui”. Ha deciso di sposarlo per sensibilizzare le persone sull’ingiustizia della sua condizione.

Molti serial killer, specialmente quelli più di esposti a livello mediatico, sono riusciti a sposarsi dietro le sbarre. Carol Ann Boone divenne la fidanzata di Ted Bundy durante il processo in Florida e colse ogni occasione per lamentarsi dell’assedio giornalistico.

Anche dopo la condanna per tre omicidi, la Boone ha mantenuto la relazione e durante il processo del 1980 ha persino testimoniato a favore di Bundy. Sono riusciti a sposarsi prima della condanna a morte approfittando di un vecchio provvedimento. La Boone ha avuto un bambino da Bundy, ma alla fine si è resa conto della sua colpevolezza e l’ha lasciato portandosi via il figlio.

Le donne che sposano i serial killer giustificano il loro comportamento in modi diversi: alcune credono di poter cambiare un uomo crudele e potente; altre sostengono di “vedere” il ragazzo che una volta fu l’omicida e cercano di “crescerlo” in modo diverso; infine altre ancora sperano di condividere i riflettori e ottenere qualche compenso dai diritti cinematografici.

C’è anche la fantasia sul “fidanzato perfetto”: la donna di un ergastolano può sapere sempre dove si trova e avere la garanzia che stia pensando a lei. Può compiacersi del fatto che qualcuno la ami senza dover sopportare gli oneri quotidiani posti dalla maggior parte delle relazioni: niente bucati da fare, niente pranzi da imbastire e nessuna responsabilità nei confronti del partner. Una donna può trastullarsi con fantasie del genere per molto tempo.

Queste mogli fanno spesso sacrifici importanti, a volte aspettano delle ore ogni settimana per una breve visita. Potrebbero rinunciare al lavoro o alle loro famiglie per stare vicino alla propria anima gemella e sicuramente spenderanno soldi per lui, forse tutto ciò che hanno.

L’assassino non deve nemmeno essere attraente per attirare a sé una donna. Henry Lee Lucas (accusato di oltre duecento omicidi) aveva un occhio di vetro e miriadi di ammiratrici. Nonostante la sua presunta relazione sessuale con un senzatetto, risultava comunque irresistibile per le donne. Una di esse, ammogliata, aveva persino tentato di farlo scagionare presentandosi come la ex fidanzata che era accusato di aver strangolato e fatto a pezzi.

Alcuni psichiatri hanno paragonato l’infatuazione per gli assassini a una forma di fanatismo: essi considerano tali donne come delle insicure che non riescono a trovare l’amore in modi normali, oppure come donne “che evitano l’amore” e cercano relazioni romantiche impossibili da consumare.

Tuttavia, sebbene ciò possa essere vero in alcuni casi, molte di queste “fanatiche” sono belle, istruite e persino sposate; alcune sono avvocati, psicologi o giudici.

Le donne attratte dagli assassini (in particolare i serial killer) hanno generalmente trenta o quarant’anni. Sebbene le loro motivazioni siano diverse, condividono un estremo senso di protezione nei confronti della relazione. Alcune sanno che il coniuge incarcerato è colpevole, ma altre insistono sulla sua innocenza, nonostante le prove del contrario siano lampanti.

Molti pensano che tali relazioni sfidino il senso comune, altri hanno ipotizzato un impulso biologico operante al di fuori della logica. Studi nei primati rilevano che le femmine preferiscono i maschi più robusti, forti e aggressivi, quelli che mostrano segni evidenti della loro mascolinità. Negli umani, quindi, alcune donne potrebbero percepire in un maschio aggressivo un compagno che possa offrire loro qualcosa di più di un uomo “normale”. Attraverso di lui credono inconsciamente di ottenere status e protezione.

Qualunque sia la dinamica psicologica, i maschi più pericolosi chiusi in prigione, specie se telegenici, attireranno probabilmente molte donne disposte a sposarseli.

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