Portavoce Ministero Esteri cinese: il coronavirus è un’arma biologica americana

Lijian Zhao, portavoce del Ministero degli esteri cinese, ha diffuso dal suo profilo Twitter due articoli dal sito complottista Global Research che avvalorano la tesi che il coronavirus sia un’arma biologica americana.

I due articoli in questione sono China’s Coronavirus: A Shocking Update. Did The Virus Originate in the US? (4 marzo 2020) e COVID-19: Further Evidence that the Virus Originated in the US (11 marzo 2020). L’autore è tale Larry Romanoff, ex imprenditore ora di stanza a Shangai, il quale sostiene che il coronavirus sia stato portato in Cina da 280 militari americani che l’ottobre scorso hanno partecipato ai Military World Games di Wuhan.

Romanoff predilige come fonte principale la stampa di partito:

Le autorità mediche e le agenzie di intelligence cinesi hanno condotto una rapida e ampia ricerca dell’origine del virus, raccogliendo quasi 100 campioni del genoma da 12 paesi diversi nei 4 continenti, identificando tutte le varietà e le mutazioni. Durante questa ricerca, hanno stabilito che l’epidemia di virus era iniziata molto prima, probabilmente a novembre, poco dopo i Giochi militari di Wuhan. Sono poi giunti alle stesse conclusioni indipendenti degli scienziati giapponesi, cioè che il virus non è partito dalla Cina ma è stato introdotto dall’esterno.

A sostegno della sua tesi, nel primo articolo cita due servizi televisivi: uno di un canale giapponese (Asahi) secondo il quale il coronavirus è nato negli Stati Uniti (e alcuni dei 14.000 decessi americani attribuiti all’influenza potrebbero essere stati causati da esso) e l’altro di “un grande virologo e farmacologo” (che tuttavia rimane anononimo) dalla tv taiwanese, il quale sostiene che il ceppo del coronavirus è presente solo negli Stati Uniti e in Australia e che quello presente a Formosa non può che esser giunto dall’America:

Per il virologo taiwanese solo gli Stati Uniti hanno tutti e cinque i ceppi noti del virus (mentre Wuhan e la maggior parte della Cina ne hanno solo uno, così come Taiwan e Corea del Sud, Thailandia e Vietnam, Singapore e Inghilterra, Belgio e Germania), il che potrebbe dimostrare che gli aplotipi in altre nazioni potrebbe aver avuto origine negli Stati Uniti. La Corea e Taiwan hanno un aplotipo diverso del virus rispetto alla Cina, forse più infettivo ma molto meno mortale, il che spiegherebbe un tasso di mortalità di un terzo di quello cinese.
Né l’Iran né l’Italia sono stati inclusi nei suoi, ma entrambi i paesi hanno decifrato il genoma prevalente e li hanno dichiarati di varietà diverse da quelle in Cina, il che significa che non sono originari della Cina ma sono stati introdotti da un’altra fonte. Vale la pena notare che la varietà in Italia ha approssimativamente lo stesso tasso di mortalità di quello cinese, tre volte più grande di altre nazioni, mentre l’aplotipo in Iran sembra essere il più mortale con un tasso di mortalità tra il 10% e il 25%.
Il virologo ha inoltre affermato che gli Stati Uniti hanno recentemente avuto più di 200 casi di “fibrosi polmonare” che hanno provocato la morte a causa dell’incapacità dei pazienti di respirare, ma le cui condizioni e sintomi non possono essere ricondotto alla fibrosi polmonare. Ha scritto articoli per invitare le autorità sanitarie statunitensi a considerare seriamente quelle morti come risultanti dal coronavirus, ma gli hanno risposto che le morti erano causate dalle sigarette elettroniche, quindi hanno messo a tacere ogni ulteriore dibattito.
Per il medico taiwanese l’epidemia è iniziata prima del previsto, probabilmente nel settembre del 2019, quando alcuni turisti giapponesi sono tornati infetti dalle Hawaii e non erano mai stati in Cina. Questo è successo due mesi prima delle infezioni in Cina e subito dopo che il Centers for Disease Control (CDC) ha improvvisamente chiuso il laboratorio di bio-armi di Fort Detrick affermando che le strutture erano insufficienti per prevenire la diffusione di agenti patogeni.

Il secondo articolo sembra smorzare i toni accusatori verso gli Stati Uniti e avvalorare l’ipotesi di un errore umano:

“Se alcuni membri della squadra americana ai World Military Games (18-27 ottobre 2019) fossero stati infettati dal virus a causa di un focolaio accidentale partito da Fort Detrick, è possibile che, con un lungo periodo iniziale di incubazione, i loro sintomi siano stati lievi e che costoro abbiano potuto facilmente visitare la città di Wuhan durante il loro soggiorno, infettando potenzialmente migliaia di residenti, molti dei quali si sarebbero poi recati al mercato del pesce da cui il virus si sarebbe ufficialmente diffuso”.

Come fonte autorevole si cita Daniel Lucey, esperto di malattie infettive presso la Georgetown University di Washington, che in un articolo per Science ha affermato che la prima infezione umana è stata registrata nel novembre 2019 (non a Wuhan), suggerendo che il virus si sia originato altrove già nel settembre 2019 e poi si sia diffuso nei mercati ittici.

A sua volta Lucey cita uno studio pubblicato su Lancet da un folto gruppo di ricercatori cinesi di diverse istituzioni che offre delucidazioni sui primi 41 pazienti ricoverati in ospedale: 13 dei primi casi non avevano alcun legame con il mercato di Wuhan.

Se i dati sono accurati, le prime infezioni umane devono essere avvenute a novembre 2019 – se non prima – perché c’è un tempo di incubazione tra infezione e manifestazione dei sintomi. In tal caso, il virus su sarebbe diffuso silenziosamente tra le persone a Wuhan – e forse altrove – prima che il gruppo di casi provenienti dall’ormai famigerato mercato all’ingrosso di frutti di mare di Huanan fosse scoperto alla fine di dicembre.
I media occidentali hanno inondato le loro pagine per mesi sul virus COVID-19 originario del mercato ittico di Wuhan, causato da persone che mangiano pipistrelli e animali selvatici. Tutto ciò è stato dimostrato sbagliato.
Non solo il virus non ha avuto origine nel mercato del pesce, ma non ha avuto origine a Wuhan, e ora è stato dimostrato che non è originario della Cina, ma portato da un altro paese. A riprova di questa affermazione anche le varietà genomiche del virus in Iran e in Italia sequenziate e dichiarate diverse dalla varietà che ha infettato la Cina.
Sembrerebbe che l’unica possibilità di origine siano gli Stati Uniti perché solo quel paese ha tutte le varietà. E potrebbe quindi essere vero che la fonte originale del virus COVID-19 sia il laboratorio militare di bio-guerra degli Stati Uniti a Fort Detrick. Ciò non sarebbe una sorpresa, dato che il CDC ha chiuso completamente Fort Detrick, ma anche perché tra il 2005 e il 2012 ci sono stati oltre un migliai di caso di agenti patogeni sottratti dai laboratori americani.

Qualche giorno prima Lijian Zhao aveva attacco il direttore del Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie, Robert Redfield, sostenendo la medesima tesi del contagio da parte dell’esercito americano.

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