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La prima manifestazione italiana contro l’obbligo vaccinale

Domenica 11 aprile 2021 si è tenuta a Piazza del Popolo a Roma la prima manifestazione italiana contro l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. L’iniziativa è stata indetta dal comitato “Di Sana e Robusta Costituzione” con il sostegno di “Infermieri in Cambiamento” (il movimento di Raffaele Varvara, principale animatore della protesta), Ippocrate.org (per le cure domiciliari del covid) e la Associazione Avvocatura degli Infermieri (AADI).

 

Alla manifestazione (che si è svolta in modo assolutamente pacifico) hanno partecipato circa 400 persone, tra i quali infermieri, farmacisti, ostetriche, psicologi, insegnanti. Byoblu ha raccolto alcune testimonianze (che riportiamo di seguito).

Un insegnante: “Essendo un insegnante, dopo gli infermieri ci siamo noi e la polizia, […] tutti quelli che in qualche modo riusciranno a coinvolgere per la loro professione”.

Due farmaciste:

“Rifiutiamo l’obbligo vaccinale perché si tratta di un farmaco sperimentale, del quale non si conosco gli effetti a medio e lungo termine perché le sperimentazioni non sono state completate: quelle di AstraZeneca finiranno nel 2024, quelle di Pfizer nel 2022 e di Moderna nel 2023”.

“Rifiutiamo l’imposizione di un trattamento sanitario obbligatorio a fronte di un farmaco in fase sperimentale che si sta sperimentando in tutto il mondo e di cui noi siamo le cavie, di cui non conosciamo gli effetti a medio e lungo termine”.

Una fisioterapista:

“È un farmaco (se vogliamo chiamarlo farmaco perché poi quelli a rna sono terapie genetiche e non sono farmaci) che è ancora a monitoraggio addizionale, cioè significa che noi stiamo facendo sostanzialmente da cavie e devono ancora aggiungere dati al monitoraggio rispetto a questa terapia. Io non sto dicendo che non bisogna vaccinarsi, io non sono una no-vax, sono vaccinata per tante altre cose, dico solo che deve esserci libertà di scelta”.

Giovanna Finocchi (direttrice di corso di laurea infermieristica):

«Nessuno ha il coraggio di dirlo, ma l’Ema stessa ha dato l’autorizzazione [a questi vaccini] “con condizioni”, che è un eufemismo per dire “dobbiamo vedere quello che sta succedendo”. […] Per le donne che prendono contraccettivi orari e le persone che fanno terapia antitrombotica “non ci sono evidenze che questo sia una controindicazione al vaccino”, ma non ci sono nemmeno evidenze che questo non sia un pericolo perché non c’è uno studio pluriennale: la talidomide ha dato i suoi effetti dopo anni, e si è deciso di toglierla dal commercio dopo anni, non dopo sei mesi. Perciò abbiamo buttato a mare trent’anni di epidemiologia e di immunologia, facendo finta che questo sia un virus nuovo e dunque non vale nulla di quello che sapevamo» .

Un soccorritore:

“Per quanto riguarda le ambulanze ferme davanti agli ospedali che tanto hanno fatto scena, […] quelle ambulanze vengono bloccate con il paziente a bordo perché gli ospedali non sono stati forniti […] di camere di isolamento, perché nel dubbio tu il paziente lo deve isolare. Se non lo puoi isolare te lo tieni in ambulanza fintanto che non trovi una camera di isolamento. Bloccando tutte quelle cavolo di ambulanze non si faceva altro che aumentare la sofferenza di un servizio che già è in sofferenza di base”.

Lo psicoterapeuta Marco Pacori:

“Le strategie psicologiche per persuadere le persone sono state diverse: dallo sfruttare il conformismo al senso di colpa, dal condizionamento alla ripetizione continua. Soprattutto c’è un elemento cardine, che è una forma di ipnosi: sfruttando il meccanismo delle fobie, che è ben conosciuto dalle neuroscienze, è stato prima provocato uno shock con la dichiarazione di pandemia, con il lockdown, con il fatto che questo virus venisse definito qualcosa di sconosciuto e di estremamente pericoloso; dopodiché le persone sono state sottoposte a scene e immagini come quelle delle bare di Bergamo, come le morti in continuo rialzo, e questo ha provocato non una malattia fisica, che ora sappiamo perfettamente curabile con i trattamenti appropriati, ma un vero e proprio disturbo psichiatrico”.

Bruno Astorre, segretario del Pd Lazio, ha reagito con veemenza alla manifestazione:

“Rimango incredulo, che dopo un anno di pandemia, una pandemia che ha portato a quasi 114 mila vittime in Italia ci siano ancora delle persone che parlano di dittatura sanitaria, di violazione di diritti, contro l’obbligo vaccinale previsto per una categoria tra le più a rischio. Vaccinare gli operatori sanitari è una tutela per loro stessi e per i pazienti che hanno in cura. Reputo gli infermieri e i medici eroi di questa vera e propria battaglia ma, oggi, in piazza, è andato in scena uno spettacolo che lascia davvero sconcertati e delusi per la totale mancanza del senso di responsabilità”.

Ancor più duro il comunicato della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI), che ha annunciato provvedimenti severi nei confronti dei partecipanti:

“Gli infermieri sono dalla parte della scienza e in prima linea per supportare, attraverso l’educazione sanitaria, l’adesione consapevole di tutti i cittadini alla vaccinazione. Per questo, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) stigmatizza e rifiuta l’immagine data dalla manifestazione odierna a Roma contro l’obbligatorietà del vaccino per gli operatori sanitari. Se presenti, eventuali infermieri che secondo fonti di stampa avrebbero partecipato al raduno di un sedicente comitato ‘Di sana e robusta costituzione’, dovranno renderne conto agli Ordini provinciali di appartenenza ai quali la Federazione darà tutto il supporto necessario per operare con il massimo rigore”.

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