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Proteste in Olanda contro il coprifuoco. La condanna del premier Mark Rutte: “Il lockdown non finirà mai”

“Il coprifuoco notturno appena imposto dovrà rimanere per frenare la diffusione del Covid-19”, ha dichiarato il premier olandese Mark Rutte, condannando le proteste di massa nei Paesi Bassi come “violenza criminale” e promettendo severe punizioni contro i manifestanti.

Le nuove restrizioni sono entrate in vigore lo scorso fine settimana, innescando un’ondata di malcontento per tutta l’Olanda. Rutte ha condannato i disordini, insistendo sul fatto che non si è trattato di manifestazioni civili: “Tutto ciò non ha nulla a che fare con la protesta, questa è violenza criminale e la tratteremo come tale”, ha affermato, ribadendo la necessità del lockdown.

Sabato notte nel Paese è stato introdotto il coprifuoco, un provvedimento adottato per l’ultima volta durante la Seconda Guerra Mondiale. Le regole sono state immediatamente violate in diverse località.

La polizia ha utilizzato cannoni ad acqua, manganelli, cani e cavalli per interrompere le manifestazioni non autorizzate in almeno dieci città (L’Aia, Amsterdam, Eindhoven, Enschede, Venlo, Stein, Roermond, Oosterhout, Breda). Circa 240 persone sono state arrestate (190, minori compresi, nella sola Amsterdam).

A Eindhoven, centinaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia, lanciando fuochi d’artificio e sassi contro i furgoni della polizia, mentre agenti a cavallo li caricavano.

A Enschede un gruppo di manifestanti ha assaltato un ospedale, il Medisch Spectrum Twente, dove si eseguono tamponi.

In serata diversi roghi sono divampati per le strade dell’Aia: i rivoltosi hanno dato fuoco a una motocicletta della polizia dopo aver costretto un agente alla fuga.

Il sindaco di Venlo ha dichiarato lo stato di emergenza dopo che una folla ha vandalizzato le strade della cittadina.

Per contenere i torbidi a Roermond è stato schierato l’esercito.

Nonostante la stampa tenda a dipingere i manifestanti come sbandati e vandali, insistendo sulle componenti “allogene” delle rivolte, anche da quelle parti come in Italia le fasce di popolazione più affette dalle misure di lockdown non sono quelle di origine straniere (che godono generalmente di una quasi totale impunità, oltre a dipendere per la maggior parte dal welfare), ma gli “indigeni” che hanno perso lavoro, benessere e salute mentale.

Nel video che segue, uno dei manifestanti mette da parte una bicicletta pronta a diventare parte di una barricata dopo che la proprietaria gli ha chiesto gentilmente di risparmiarla.

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