Da una vecchia pubblicità di aspirapolvere:
«Per sfuggire alla legge salgariana dell’oni-gomon, che prescrive alla vedova di immolarsi sul rogo e confondere le proprie ceneri con quelle della salma cremata, una maharani ha prontamente risucchiato i resti del caro estinto sottraendosi alla cerimonia suicida».
Credo che se non fosse stato il 1982, ci sarebbero state come minimo una inchiesta parlamentare, l’intervento dell’ambasciatore indiano, il boicottaggio dei prodotti italiani e la richiesta di pubbliche scuse. Anche se già nel 1987 i tempi dovevano essere cambiati, almeno oltreoceano, se Allan Bloom poteva scrivere nel suo “classico” La chiusura della mente americana:
“If I pose the routine questions designed to confute them and make them think, such as, ‘If you had been a British administrator in India, would you have let the natives under your governance burn the widow at the funeral of a man who had died?,’ they either remain silent or reply that the British should never have been there in the first place. It is not that they know very much about other nations, or about their own. The purpose of their education is not to make them scholars but to provide them with a moral virtue — openness.”
«Se faccio una domanda di routine [ai miei studenti], pensata per confutarli e farli pensare, per esempio: “Se tu fossi stato un amministratore inglese in India, avresti permesso agli autoctoni sotto la tua giurisdizione di bruciare la vedova al funerale di un uomo che era morto?”, essi tacciono oppure rispondono che, in primo luogo, gli inglesi non avrebbero dovuto trovarsi là. Non che sappiano molto delle altre nazioni, o della propria. Lo scopo della loro istruzione non è farne degli studiosi, ma conferire loro una virtù morale – l’apertura [mentale]»
PS: Come notano gli appassionati di Salgari, è singolare che lo scrittore utilizzi il termine più antico “oni-gomon” per descrivere una cerimonia che è universalmente conosciuta come “sati”.
– Fra tre giorni si compirà, sulle rive del Gange, un oni-gomon a cui devono prendere parte le bajadere e le nartachi della pagoda di Kalí ed il manti certo non vi mancherà.
– Che cos’è questo oni-gomon? – chiese Sandokan.
– Si brucerà la vedova di Rangi-Nin sul cadavere del marito, il quale era uno dei capi dei Thugs.
– Viva?
– Viva, sahib.
– E la polizia anglo-indiana lo permetterà?
– Nessuno andrà ad informarla.
– Credevo che quegli orribili sacrifici non si compissero piú.
– Il numero è ancora assai grande, non ostante la proibizione degli inglesi. Se ne bruciano ancora molte delle vedove, sulle rive del Gange.
(da Le due tigri, 1904)