Quando uno sbirro viene accoltellato da un immigrato dobbiamo piangere o festeggiare?

A Mannheim l’attivista Michael Stürzenberger, presente a una manifestazione dell’organizzazione anti-islam Bürgerbewegung Pax Europa, è stato accoltellato assieme ad altri presenti da un rifugiato afghano venticinquenne. Cose che capitano, specialmente in una grande città tedesca o europea. Il lato più grottesco e tragicomico della faccenda è che gli sbirri accorsi per fermare l’aggressione si sono accaniti contro gli aggrediti, col risultato che uno di loro si è beccato delle coltellate al collo e alla testa dall’afghano.

Sui social sono presenti diverse testimonianze filmate della scena (ho messo qui di seguito quello con la miglior risoluzione): come potete notare, l’immigrato sta già assaltando armato di coltello i tizi con la pettorina blu ma, invece di fermarlo, gli sbirri tedeschi prima placano un vecchio pelato sovrappeso (credendo incredibilmente che egli sia l’aggressore!), e poi lasciano che l’afghano accoltelli il loro collega prima di sparare…

La scena ha suscitato l’irriverente ma sacrosanta ironia dei mematori americani, che hanno subito trovato il modo di esprimere tutta la loro intolleranza e il loro razzismo:

La situazione, in ogni caso, è piuttosto grave, perché per quanto riguarda la mia esperienza io posso testimoniare che le poche volte che ho dovuto ricorrere alle forze dell’ordine ho sempre avuto il sospetto di essere io il “criminale” per il solo fatto di non esserlo.

Credevo, per una miriade di fattori, che questo fosse un modo di sentire propriamente italiano, ma ho notato che specialmente negli Stati Uniti questa percezione è particolarmente accentuata, tanto è vero che sono i loro ideologi ad aver coniato il concetto di “anarco-tirannia” (dalla cui prospettiva il compito principale degli sgherri sarebbe accanirsi sugli esponenti della classe media).

Probabilmente sarà che sono milanese, ma non mi è mai successo di imbattermi in una camionetta di militari o in un’auto dei carabinieri in Stazione Centrale e pensare di “essere al sicuro”. Semmai, mi sono sempre preoccupato di non accendermi una sigaretta nei loro dintorni oppure bermi una birra in strada, per evitare che gli sgherri venissero a infastidirmi. Al contempo, ho sempre mantenuto la medesima attenzione verso i poveri profughi strafatti e armati perennemente intenti a ciondolare in stazione, che non ho mai visto lasciarsi intimidire dalla presenza degli “angeli in divisa”.

In Germania la considerazione sarà forse differente: ricordo le grandi polemiche per uno sketch del comico Jan Böhmermann, che parodiava i video dei rapper facendo apparire i poliziotti come la sua “gang”. L’intento satirico era rivolto anche alle forze dell’ordine, ma il mainstream sinistroide lo accusò di giustificare la violenza istituzionale e di indulgere al razzismo nel momento in cui faceva il verso alla culture degli immigrati (ma non è di certo colpa sua se le seconde generazioni prendono come unico riferimento identitario le canzonette ritmate di veri o presunti gangster di periferia).

Nel video, come potete osservare (non vi offro una traduzione perché ci si può arrangiare con i sottotitoli di Youtube) sono presenti riferimenti espliciti agli “stili di vita” dei nuovi tedeschi, fra pitbull, LIDL connect (in Germania il noto discount offre anche abbonamenti telefonici, ovviamente prediletti dal solito target “esotico” come i loro prodotti) e tutto l’immaginario del böse Junge.

Sicuramente tanti tedeschi saranno combattuti nel giudicare la scena, ma pochi potranno negarne la natura “icastica” riguardo ai nostri tempi. Per quanti concerne gli italiani, qui la tradizione dello sbirri merde è senza dubbio più radicata, quindi si cerca almeno di farla valere nel bene e nel male (o ancor meglio Jenseits von Gut und Böse).

6 thoughts on “Quando uno sbirro viene accoltellato da un immigrato dobbiamo piangere o festeggiare?

  1. Ho visto il video da un’altra angolazione e il vecchio boomer vestito di blu stava picchiando un uomo che veniva accoltellato dall’attentatore. Tra l’altro quelli di “destra” avevano bandiere israeliane e paragonavano l’islam al nazismo. Di quella nazione non c’è più nulla da difendere

        1. Grazie mille, penso che il boomer in pettorina blu abbia attaccato per “istinto” un altro tizio (probabilmente di origine nordafricana?) che stava invece cercando anche lui di fermare l’accoltellatore, presumo credendo fosse il suo compare. Non so nemmeno se correggere il post, perché in verità cambia poco: il poliziotto ha comunque puntato subito sul primo bianco che ha visto, come se ai suoi occhi la situazione fosse cristallina, mentre le poliziotte si sono messe a urlare (o scappare, si vede chiaramente) e il “seconda generazione” in divisa ha concesso un paio di coltellate all’assalitore prima di “neutralizzarlo”. Giustamente in uno dei thread si parla di clusterfuck

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