Quanto antisemitismo c’è nel mio libro

Un amico mi chiede in privato: “Battute a parte, quanto antisemitismo c’è nel tuo libro?”, perché nel post di presentazione avevo appunto parlato di “antisemitismo colto”, nonché accennato alla questione del giudaismo internazionale. In realtà stavo trollando riferendomi al fatto che su Satanamazon c’è già una amplissima biblioteca dedicata al problema ebraico, con testi banditi da tutte le librerie italiane (persino quelle “di settore”). Anzi, di mese in mese si aggiungono titoli nuovi, come quelli di Gian Pio Mattogno o del dottor Gianantonio Valli.

No, nel mio volume La storia è un incubo dal quale sto cercando di svegliarmi non c’è nulla di esplicitamente antisemita, anche perché per quanto un’ideologia da esso ispirato possa basarsi su dati oggettivi e riscontrabili, il razzismo è sempre sbagliato. E badate che ho detto sempre, non spesso o talvolta, anche se capita che la realtà ci porti a pensare che invece sia giusto. Io dico sempre gno al razzismo.

Semplicemente, c’è qualche pezzo in cui si parla di ebrei: per esempio, quelli riguardanti la Polonia (quando si affronta la tematiche, bene o male gli Żydzi saltano sempre fuori) e naturalmente le parti dedicate al nazismo (giusto per citare, ho approfondito la storia del collaborazionista tessalonicese Vital Hasson andandomi a leggere il libro di Sarah Abrevaya Stein, che gli aveva dedicato un articolo sul “Times of Israel”). L’unico capitolo realmente specifico è quello sui rapporti tra comunità ebraiche e altre minoranze etniche nel dopoguerra, che sviluppa e approfondisce un mio post di qualche anno fa.

Più in generale, gli argomenti sono organizzati con una sorta di sistema a rotazione, in modo che i temi principali (l’Italia, l’Europa orientale, la teologia politica, i rapporti tra cultura e potere, l’esoterismo, la Russia, la geopolitica, il tradizionalismo, il pensiero rivoluzionario) riemergano carsicamente.

Non ho approntato una versione kindle perché sono contrario alla smaterializzazione dei libri (oltre che quasi di tutto il resto), anche se il percorso di digitalizzazione imposto forzatamente dalle politiche pandemiche mi ha consentito di consultare volumi (sempre -è chiaro- in forma legale) che non sarebbe stato facile reperire in altri modi. Del resto in un periodo in cui non mi facevano nemmeno entrare in biblioteca non avrei potuto fare altrimenti, e comunque quel che ho potuto stampare l’ho stampato (tipo gli articoli di Slavica Occitania, tutti disponibili in pdf sul sito ufficiale).

Quindi non temete, il mio libro è antisemitismo free. Compratelo comunque, grazie!

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