Richard Dawkins: grazie alla Brexit possiamo vietare il foie gras

Il noto scienziologo Richard Dawkins twitta un articolo del Guardian nel quale si parla della probabile divieto di importazione del “crudele” foie gras in Gran Bretagna come uno degli effetti positivi della Brexit.

Per anni infatti la prelibatezza francese è stata nel mirino degli animalisti, “sconvolti dal fatto che essa sia prodotta attraverso l’alimentazione forzata di anatre e oche”.

Come riporta il quotidiano britannico, l’ultimo attacco alla pietanza proviene da un gruppo trasversale di parlamentari che hanno scritto ai ministri esortandoli a mantenere la promessa di vietare le vendite di foie gras nel Regno Unito.

I parlamentari di tutti i partiti politici in Gran Bretagna hanno firmato la lettera, coordinata dal gruppo di campagna Animal Equality, rivolgendola ai ministri George Eustice e Lord Goldsmith, entrambi con delega alle questioni ambientali.

Il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali ha annunciato “nuove restrizioni” dopo che Fortnum & Mason, storico magazzino londinese, ha deciso che il prodotto non sarà più disponibile sui suoi scaffali.

“Sebbene soddisfatti dei recenti sviluppi, più si perde tempo più altri animali soffriranno. Nei prossimi mesi, migliaia di anatre e oche subiranno terribili torture per fare questo crudele prodotto”, afferma la lettera.

Il foie gras viene prodotto alimentando forzatamente anatre o oche, un processo noto come gavage, in cui il mangime viene versato in un imbuto o tubo infilato nel collo dell’uccello per fargli scoppiare il fegato. Se i buongustai ne apprezzano la consistenza burrosa, gli attivisti sostengono che il processo sia barbaro e doloroso per i volatili.

Due figure che sostengono la lettera sono amici di Lord Goldsmith: i parlamentari conservatori Sir David Amess e Henry Smith, che, come il ministro e la fidanzata del primo ministro Carrie Symonds, sono mecenati della Conservative Animal Welfare Foundation.

Agli agricoltori britannici è stato vietato di produrre foie gras ai sensi della legislazione sul benessere degli animali dal 2006, ma il Regno Unito continua a importare il prodotto. Un divieto assoluto era infatti finora impossibile da imporre, a causa delle norme del mercato unico dell’UE, anche se in passato ad alcuni Paesi è stato consentito di limitare le vendite di certi alimenti (come la Marmite, vietata da almeno dieci anni in Danimarca per una legge del 2004 che proibisce la vendita di prodotti alimentari che contengono aggiunte di vitamine o minerali).

Essere fuori dall’UE renderà più facile introdurre un divieto, anche se l’Organizzazione Mondiale del Commercio potrebbe porre ostacoli nel caso di un ricorso contro un motivo “discriminatorio” da parte dei francesi.

Nonostante i ristoratori siano già riluttanti a mettere il foie gras nel menù, a fronte delle pressioni e delle campagne di sensibilizzazione, alcuni chef si sono espressi contro la prospettiva di un divieto: Richard Corrigan, che gestisce diversi ristoranti a Mayfair, sostiene che sia una misura da “Stato-balia”, mentre George Pell, co-proprietario di L’Escargot, evidenzia la contraddizione “tra quelli che divorano prodotti alimentari coltivati ​​industrialmente e si indignano per il foie gras“.

La pietanza è peraltro già vietata in molti luoghi, tra cui l’India e New York.

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