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Rispedire subito le donne in cucina a pedate!

Le pubblicità al giorno d’oggi sono qualcosa di surreale: anche se è un miracolo vedere una coppia bianca ed etero (figuriamoci entrambi i “peccati”), quando tale stupefacente coincidenza si verifica, lo scenario tipico presentato da qualsiasi sponsor di detersivi, salviette, smacchianti, detergenti ecc… è quello di un uomo che lava stira pulisce ecc.

Prendiamo l’ultimo spot della Dixan qui sopra: la donna di casa deve uscire (per andare dove?) col suo nuovo vestitino bianco, e il padre (una vera e propria “mammina” barbuta) le porge il pargolo che le rigurgita addosso. Oh no!!!, esclama in maniera davvero poco virile il capofamiglia, che corre ad accendere la lavatrice per non rovinare alla consorte la seratona magica lasciandole il pensiero che uno dei suoi vestiti sia stato macchiato dall’immonda creatura che non ha abortito.

Mentre la femmina è in giro a ingurgitare sushi (e non solo), il maritino stira scrupolosamente la candida veste con l’acribia e la tenerezza di una casalinga anni ’50. Alla fine la matriarca (peraltro inguardabile, altro che sub7) ritorna a casa e si compiace di ritrovare i due sfigati (padre e figlio) addormentati, nonché il vestimento lavato e riposto perfettamente (sclero evitato per aver partorito?).

Forse l’interpretazione più azzeccata è quella di un commentatore di YouTube: “In realtà quello non è il padre ma il baby sitter/colf, lei è una donna in carriera lesbica, il bambino lo ha avuto grazie ad un donatore di seme e una madre surrogata“.

Potrei citare decine di esempi, anche perché basta cercare una marca su YouTube per vedere i maschietti all’opera con le faccende di casa più complicate. Per dire, la Svelto opta per un uomo col baffetto (mmmh) che va in visibilio per il ridotto impatto ambientale e l’efficacia sgrassante del prodotto:

La Procter&Gamble arruola invece Michelle Hunziker per ammonire un altro maschio beta impacciato e dal “faccino deluso” che non riesce nemmeno a far funzionare la lavastoviglie:

Vabbè dai basta perché mi sale il nervoso. Non vi faccio nemmeno vedere cos’erano le pubblicità degli stessi prodotti dieci o quindici anni fa perché altrimenti vi si molce il cuore. Consentitemi solo una breve riflessione: gli ideatori di tali puttanate, cosa avevano in mente?

Voglio capire, sul serio: volevano evitare qualsiasi accusa di sessismo con un’operazione tanto cinica quanto paracula? Hanno tentato di grassare qualche prebenda dai ricorrenti fondi per la diversità e l’inclusione? Desideravano proporre modelli di “mascolinità alternativa” sullo stile della reclamistica americana? Oppure è una strizzata d’occhio alle consumatrici, come a dire “Ehi se compri questo prodotto poi i mestieri in casa te li fa Gigachad“?

Beh, qualsiasi fosse il proposito, ciò che questi spot possono generare, nei migliori dei casi, è un’esplosione di ilarità, e nel peggiore delle liti in famiglia tra Cumciettina e Betacucco. Un dato obiettivo, infatti, è che per quanto il nostro Paese si sia svirilizzato, comunque i mestieri di casa li fa sempre la donna. E non potrebbe essere altrimenti, perché queste stronze si inventano di continuo la macchia, l’alone, l’imperfezione, la sbavatura, cose che comunque solo loro riuscirebbero a vedere con i loro raggi laser da biolocuste.

Il messaggio che offrono invece questi marchi è che gli uomini sarebbero in grado di svolgere perfettamente i mestieri di casa, addirittura in maniera più efficace e veloce: ma tale considerazione non può che suscitare polemiche e scleri infiniti da parte della “regina della casa”.

Come detto, a una femmina non andrà mai e poi mai bene il modo in cui un uomo pulisce i pavimenti o le stoviglie: già per loro l’amichetto omosessuale che si portano appresso non ha il “tocco magico” e la vista rettiliana, figuriamoci un povero marito o anche un orbiter o un  simpone.

Diciamocela tutta: le donne vanno risbattute in cucina. In quel microcosmo trovano una felicità perfetta che un maschio non potrà mai concepire. Quando queste creature dicono che il pavimento è “sporco”, a un uomo verrebbe d’istinto di montare un apparato di riflettori degni di uno stadio, spruzzare il luminol ovunque come se fosse la scena di un delitto, oppure andare a recuperare aggeggi dalla scatola del “Piccolo Chimico” (Ok Boomer). Tuttavia, la necessaria conseguenza di tali azioni è la conquista di Venere o la rifondazione del patriarcato.

Le donne invece no, amano crogiolarsi nel loro nido di apparente perfezione: un recinto chiuso e ben delimitato, dove l’unico problema è una inesistente “macchia”, che escludendo qualsiasi prospettiva ulteriore permette al contempo di impegnare la mente femminile in faticosi rituali di igiene, sollevandola dalle turbe mentali correlate al genere.

Vi sembra sessista tutto questo? Beh, i veri sessisti siete voi che obbligate questi esseri a perdersi in un universo aperto e caotico che la loro “angusta fronte” (G. Leopardi) non può biologicamente affrontare. Che cos’hanno da guadagnarci ad affrontare tutta la merda che c’è la fuori? Riportatele in cucina, per il loro bene.

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