Donald Trump ha appena annunciato la nomina di Robert F. Kennedy Jr. a “Segretario della Salute e dei Servizi Umani” degli Stati Uniti con un messaggio programmatico dirompente:

I am thrilled to announce Robert F. Kennedy Jr. as The United States Secretary of Health and Human Services (HHS). For too long, Americans have been crushed by the industrial food complex and drug companies who have engaged in deception, misinformation, and disinformation when it…

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 14, 2024

«Per troppo tempo, il popolo americano è stato oppresso dal complesso alimentare industriale e dalle aziende farmaceutiche che hanno generato inganni e disinformazione in materia di sanità pubblica. La sicurezza e la salute di tutti gli americani sono il tema più importante per qualsiasi Amministrazione e il Ministero svolgerà un ruolo importante nell’aiutare a garantire che tutti siano salvaguardati da sostanze chimiche nocive, inquinanti, pesticidi, prodotti farmaceutici e additivi alimentari che hanno contribuito alla devastante crisi sanitaria del Paese. Il signor Kennedy riporterà queste Agenzie alle tradizioni della ricerca scientifica basata su standard di riferimento obiettivi [Gold Standard] e al rispetto della trasparenza, per porre fine all’epidemia di malattie croniche e per rendere l’America di nuovo grande e in salute!»

In Italia le idee di RFK Jr. sono conosciute principalmente grazie alla traduzione di The Real Anthony Fauci da parte di ByoBlu: un’opera mastodontica con l’imprimatur di Luc Montagnier, Oliver Stone e Naomi Wolf, nella quale la polemica no-vax (al di là del contorno di Bill Gates, ivermectina e Big Pharma) non è circostanziato al covid ma all’intera questione vaccini, che a suo dire sarebbero la prima causa dell’epidemia di autismo negli Stati Uniti. Sul tema l’Autore ha di recente pubblicato Vaccinati Non vaccinati (appena tradotto in italiano da Il Leone Verde) assieme al biochimico Brian Hooker, che la comunità scientifico-mediatica d’oltreoceano considera una versione americana di Andrew Wakefield.

In particolare, Kennedy stigmatizza l’utilizzo di una sostanza, il thimerosal (un conservante contenente mercurio), alla quale nel 2014 ha dedicato un intero saggio Thimerosal. Let the Science Speak, dove il politico sostiene che l’aumento dei vaccini contenenti tale conservante negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso sia coinciso con un’impennata dei disturbi dello sviluppo neurologico, inclusi appunto autismo e ADHD, mettendo in dubbio la validità degli studi che negano legami tra il mercurio e tali patologie e promuovendo l’uso di conservanti alternativi come il fenossietanolo.

Il thimerosal non è l’unica sostanza che il Nostro vorrebbe eliminare dalle vite quotidiane dell’americano medio: in questi anni egli si è reso protagonista di diverse crociate, per esempio contro la presenza di fluoro nell’acqua potabile (sempre per la sua tossicità e l’impatto neurologico sui più piccoli), l’olio di semi (troppo raffinato, contiene pesticidi ed è nocivo alla salute rispetto ai grassi naturali), le PFAS (“sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, soprattutto per una questione di inquinamento ambientale).

Non so se Kennedy riuscirà a far qualcosa di concreto nel campo della sanità pubblica, ma la scelta da parte di Trump è chiaramente una enorme strizzata d’occhio alla sua “base”, tanto è vero che la fama da no-vax dell’ex politico americano oscura il cognome altisonante che egli porta, il quale peraltro non lo ha mai “obbligato” ad assumere una mentalità complottista sull’assassinio di suo zio JFK.

Un apparente disinteresse a cui si potrebbe guardare anche con sospetto, considerando gli enormi scheletri che la famiglia, e lo stesso RFK, conserva nell’armadio. D’altro canto, senza voler scadere nel gossip, il buon Robert oltre dieci anni fa è stato al centro delle polemiche per una tristissima vicenda personale, che egli attribuisce ai “demoni della lussuria” che a quanto pare sono i veri lari della dinastia democratica: la sua seconda moglie Mary Richardson si suicidò infatti nel 2012 dopo aver scoperto il “diario” segreto nel quale il consorte annotava tutte le performance delle sue amanti.

Per quanto riguarda il brand Kennedy, le tragedie che circondando il clan sono arcinote: tuttavia, lo stesso RFK non sembra aver molta voglia di fregiarsi di tale controversa eredità (se non per quel che è bastato per “farsi un nome”), come dimostra il libro di memorie American Values. Lessons I Learned from My Family (2018), nel quale egli nega completamente la storia politica di suo nonno Joseph P. Kennedy Sr. (sostenitore dell’isolazionismo e di Hitler) e al contempo non dice una sola parola sui ditirambi dello zio, il mitico John Fitzgerald, nei confronti del Führer (uno scandalo insabbiato da oltre un decennio, nonostante siano già stati pubblicati i diari giovanili dove Adolf veniva considerato un leader “della stoffa di cui sono fatte le leggende”)

L’unico aneddoto interessante -o che almeno riesco a ricordarmi- presente nel volume (RFK è un obiettivamente un grande affabulatore, nonostante dal vivo la sua distonia laringeale gli impedisca di esprimere tale qualità appieno) riguarda la visita del Negus alla Casa Bianca nel 1963:

«[Hailé Selassié] era venuto a cena alla Casa Bianca e aveva regalato a Jackie un mantello di pelle di leopardo e una gigantesca spada d’argento con un fodero tempestato di diamanti e intagli in avorio per i miei cugini, John e Caroline. Un’altra sera aveva cenato a Hickory Hill […] e io riuscì a far[gli] autografare un tovagliolo […]. Selassié aveva firmato nel magico alfabeto Ge’ez. Quella sera l’imperatore ci aveva invitati tutti nel suo palazzo ad Addis Abeba, dove, a suo dire, aveva dei ghepardi da caccia che vagavano per i corridoi reali come dei cagnolini, e ci aveva raccontato di come usasse i gatti per inseguire piccole antilopi chiamate dik-dik.
Notai che a un certo punto Selassié si era commosso. Con le lacrime agli occhi, sussurrò allo zio Sarge [Sargent Shriver, marito di Eunice, sorella di JFK]: “Il presidente Kennedy ha trecento dei suoi figli che aiutano il mio Paese“. Si riferiva ai giovani volontari dei Peace Corps. Dietro di noi, alla nostra destra, potevamo vedere il vice premier di Krusciov, Alexei Kosygin: anche lo spietato ministro russo sotto Stalin durante la Seconda guerra mondiale stava piangendo».