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Sam Hyde continua a farla franca

Da qualche anno a questa parte i troll si divertono a ingannare le televisioni di tutto il mondo attribuendo qualsiasi strage a un cazzone comico americano, tale Sam Hyde, commentando la riuscita dell’impresa con la frase He can’t keep getting away with it (“Non può continuamente farla franca”). In Italia penso che nessuno lo abbia sentito nominare, se non proprio per esserselo trovato davanti durante le prime fasi delle dirette televisive degli ultimi attentati terroristici o “scolastici”.
(Agi)

Sfortunatamente i media (anche quelli italiani) continuano a cascarci, come è accaduto per la strage in una scuola della Florida di pochi giorni fa:

I giornali che hanno discusso del fenomeno ne hanno attribuito l’origine a un fantomatico dissidio tra il comico e 4chan: sinceramente è l’ultimo argomento su cui mi va di indagare (peraltro solo chi è addentro alle segrete cose dovrebbe prendersi la responsabilità di divulgare ciò che succede su quella board), ma avrei una spiegazione molto meno improvvisata e decisamente più cinica. I motivi di questo continuo trolling riguardano il fatto che generalmente i mass media preferiscono aver a che fare con un assassinio maschio e bianco: se poi è pure “cristiano”, neonazista o comunque collegabile in qualche modo alla destra, allora è una vera e propria manna. Perciò –è inutile negarlo– chi segnala una foto di Sam Hyde ai “padroni della voce” è consapevole di trovare terreno fertile per una burla di cattivo gusto: uno sfigato bianco che imbraccia un fucile rappresenta sempre una ghiotta opportunità per lanciare accuse collettive, le quali invece sono severamente proibite nel caso lo sparatore abbia altre caratteristiche etnico-religiose (ma lasciamo perdere).

Detto questo, devo ammettere che raramente Sam Hyde è riuscito a strapparmi una risata, anche se nell’ultimo periodo la sua involuzione in senso sempre più nichilistico e destrorso comincia a piacermi: non, ovviamente, per questioni politiche, ma solo per il coraggio di schierarsi dal “lato sbagliato” della storia. Per esempio, mi ha fatto molto ridere il modo in cui egli ha partecipato alla demolizione controllata dell’installazione artistica anti-Trump dell’attore Shia LaBeouf, He will not divide us. Il momento in cui si è presentato con un sigaro in bocca e una corte di troll storpiando lo slogan del povero Shia in Heebs will not divide us (“I giudei non ci divideranno”), è stato effettivamente esilarante (almeno per chi lo ha seguito in diretta).

In ogni caso, i critici non prendono davvero sul serio questa faccenda dell’antisemitismo, ma preferiscono incasellare Hyde con la definizione di post-ironic, che francamente non ho mai capito cosa significhi né, anche qui, mi interessa farlo. Sono cose di cui tutto sommato non vale davvero la pena di discutere, se non quel minimo indispensabile per evitare che la prossima volta i canali all-news italiani facciano l’ennesima figuraccia. Non solo per non farci ridere dietro dagli yankee, ma anche perché il loro humor così macabro, sadico e demenziale è meglio rimanga completamente estraneo agli usi e costumi nazionali.
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