Science: bisogna parlare dei possibili effetti collaterali dei vaccini

Meredith Wadman
Public needs to prep for vaccine side effects
(Science, 27 novembre 2020)

L’estate scorsa il biologo computazionale Luke Hutchison si è offerto volontario per il vaccino COVID-19 di Moderna. Dopo la seconda iniezione, il suo braccio si è gonfiato come un “uovo d’oca”, a detta dello stesso scienziato. Non può sapere di aver ricevuto il vaccino o un placebo, ma nel giro di poche ore Hutchison, 43enne in piena salute, è diventato preda di dolori muscolari e ossei e febbre a 38.9. “Ho iniziato a tremare di freddo e di caldo, sono stato sveglio tutta la notte chiedendomi se dovessi chiamare i soccorsi”.

I sintomi sono passati dopo 12 ore, ma a dire del biologo “nessuno mi aveva avvertito della loro gravità”. Secondo lui le persone dovrebbero essere meglio preparate ad affrontare effetti collaterali seri, anche se transitori (la cosiddetta “reattogenicità”), del vaccino di Moderna. E gli esperti concordano.

“Qualcuno deve parlare di questa enormità: va bene, non causerà problemi a lungo termine, ma come la gente considererà la questione dopo aver saputo dei rischi?”, si domanda Deborah Fuller, vaccinologa dell’Università di Washington, il cui laboratorio sta sviluppando vaccini a RNA di seconda generazione contro COVID-19. Teme che gli effetti collaterali possano alimentare fobie contro i vaccino. “Ma è come se fossero sottovalutati”.

Tali preoccupazioni insorgono dopo la ridda di buone notizie sui vaccini contro il coronavirus: sia Moderna che Pfizer e BioNTech hanno annunciato che i loro vaccini a RNA messaggero (mRNA) possono raggiungere un’efficacia del 95% in studi su decine di migliaia di persone. Le aziende hanno aggiunto che durante i test non sono emersi gravi problemi di sicurezza.

Entrambi i vaccini consistono in un frammento di codice genetico che dirige la produzione della proteina spike del coronavirus, consegnata in una minuscola bolla di grasso chiamata nanoparticella lipidica. Alcuni ricercatori sospettano che la risposta del sistema immunitario al “veicolo” possa causare effetti collaterali a breve termine.

Queste reazioni transitorie non dovrebbero dissuadere le persone dal farsi vaccinare di fronte a un virus pandemico che uccide almeno uno su 200 di quelli che infetta, afferma Florian Krammer, vaccinologo della Icahn School of Medicine (New York), il quale ha partecipato agli studi sul vaccino Pfizer. Le braccia doloranti, la febbre e la stanchezza sono “effetti spiacevoli ma non pericolosi”, dice. Non sono affatto preoccupato per la reattogenicità”.

La maggior parte delle persone non subirà effetti collaterali “gravi”, quelli che impediscono le attività di tutti i giorni. Meno del 2% dei destinatari dei vaccini Pfizer e Moderna ha sviluppato febbri tra 39-40. Quando le aziende otterranno tutte le approvazioni normative e potranno fornire il vaccino a 35 milioni di persone in tutto il mondo entro la fine di dicembre 2020, se il 2% soffrisse di febbre grave, sarebbero 700.000 persone.

Altri effetti collaterali transitori potrebbero colpire ancora più persone. Il consiglio indipendente che ha condotto la revisione del colossale studio di Moderna ha rilevato che gli effetti collaterali gravi includono affaticamento nel 9,7% dei partecipanti, dolore muscolare nell’8,9%, dolori articolari nel 5,2% e mal di testa nel 4,5%. Nello studio sul vaccino Pfizer/BioNTech, i numeri erano inferiori: gravi effetti collaterali includevano affaticamento (3,8%) e mal di testa (2%).

Questo è tuttavia un tasso più elevato di reazioni gravi rispetto a quello a cui le persone potrebbero essere abituate. “Si tratta di una reattogenicità più elevata di quella normalmente osservata con la maggior parte dei vaccini antinfluenzali, anche quelli ad alto dosaggio”, afferma Arnold Monto, epidemiologo presso la University of Michigan School of Public Health.

La trasparenza è fondamentale secondo Bernice Hausman, esperta di controversie sui vaccini presso il College of Medicine della Pennsylvania State University. Piuttosto che minimizzare la possibilità di febbre, ad esempio, i vaccinatori potrebbero avvertire le persone delle possibilità di avere febbre forte ma temporanea. “Sarebbe un modo per convincere le persone che gli è stata detta la verità.” Aggiunge Drew Weissman, un immunologo presso l’Università della Pennsylvania che ha contribuito a entrambi i vaccini: “Le aziende devono solo avvertire le persone di aspettarsi un po’ di febbre e prepararsi della tachipirina per una giornata”.

Per Hausman sarebbe anche necessario aiutare in modo più efficace le persone che manifestazioni reazioni gravi, per esempio pensando a “un filo diretto con operatori sanitari che possano suggerire se è meglio recarsi in ospedale o meno, o se l’assicurazione copre le spese per il trattamento delle reazioni”.

I vaccini di Moderna e Pfizer/BioNTech richiedono due dosi separate a distanza di settimane. La reattività è tipicamente più alta dopo una seconda dose, dice Weissman. Gli effetti collaterali “significano che il vaccino funziona bene, cioè che dalla prima dose è in atto una risposta immunitaria talmente buona da poterne apprezzare gli effetti con la seconda”.

“Sospettiamo che la nanoparticella lipidica causi la reattogenicità, perché le nanoparticelle lipidiche senza mRNA in esse fanno la stessa cosa negli animali”, sostiene ancora Weissman. “Vediamo la produzione, nel muscolo, di mediatori infiammatori che causano dolore, arrossamento, gonfiore, febbre, sintomi simil-influenzali ecc.”

Hutchison spera che siano in arrivo vaccini migliori. Tuttavia, dice: “Dato che il COVID può uccidere, tutti dovrebbero stringere i denti e aspettarsi una brutta nottata, che però si può superare con un po’ di analgesico”.

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