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Sean Connery insegna agli angeli a schiaffeggiare le donne

Fino a non poco tempo fa era usanza comune non dir male dei morti (De mortuis nihil nisi bonum), ma l’esercito di Twitter non ha resistito alla tentazione di definire anche Sean Connery, appena scomparso a 90 anni, come “problematico”. Il clan degli utenti “col bollino blu” ha voluto immediatamente innalzare il gonfalone del politicamente corretto e lapidare il grande attore scozzese a cadavere ancora caldo.

Pochi minuti dopo la sua morte, infatti, la giornalista della CBC Deana Sumanac-Johnson ha affermato che Connery lascia dietro di sé una “eredità controversa” e delle “opinioni problematiche”.

La scrittrice e critica cinematografica Hanna Ines Flint ha invece descritto il James Bond di Connery, per molti versione definitiva del personaggio, come “caratterizzato da una mascolinità tossica che purtroppo l’attore manifestò anche fuori dallo schermo”.

Lo scrittore David Rothkopf ha twittato che Connery “era un uomo profondamente difettoso che diffondeva modelli davvero pessimi”, concedendo tuttavia che fosse “una grande star del cinema” e che “la sua scomparsa rappresenta la fine di un’era”.

Altri sono stati meno pietosi: Connery era “orgoglioso di picchiare la moglie e sostenitore della violenza contro le donne”, per la sviluppatrice di videogiochi Samantha Greer.

Questo perché la prima moglie di Connery, Diane Cilento, lo ha accusato di averla presa a pugni e lo stesso attore durante una nota intervista ha affermato che in determinate circostanze è giusto schiaffeggiare una donna, specialmente quando vuole avere “l’ultima parola”.

Qualcuno, se non altro in maniera più divertente, ha commentato infine che “Sean Connery insegnerà agli angeli a schiaffeggiare le donne”.

Fonte: ‘Toxic masculinity’ role model: Woke critics use Sean Connery’s death as chance to remind us he was ‘problematic’ (RT, 31 ottobre 2020).

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