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Sentiremo presto parlare del “genocidio nel Belucistan”?

Il Belucistan è una regione dell’Asia sud-occidentale divisa tra Iran, Afghanistan e Pakistan. Prende il nome dall’etnia dominante, i beluci (di origine iranica) e dal punto di vista strategico pare tanto importante quanto il famigerato Kurdistan, soprattutto se di mezzo c’è nientedimeno che Israele, il quale da anni tenta di infiltrare l’area attraverso i suoi servizi. Per esempio, di recente alcuni documenti della CIA hanno rivelato che tra il 2007 e il 2008 agenti israeliani che si spacciavano per americani hanno tentato di reclutare dei beluci nel Jundallah, l’organizzazione terroristica iraniana sunnita, per fargli compiere attentati contro Teheran.

Negli Stati Uniti è invece molto potente la Baloch Society of North America, lobby della diaspora che da anni tenta di coinvolgere Washington nel conflitto proprio attraverso Israele, al quale da una parte converrebbe sostenere un’altra minoranza separatista in Medio Oriente allo scopo di far sorgere uno “stato amico” sul modello sionista, e dall’altra indebolire per motivi geopolitici (e non solo) sia il Pakistan che l’Iran.

Un giornalista beluci, Ahmar Mustikhan, che collabora al Jerusalem Post e costantemente denuncia gli abusi di Islamabad contro l’etnia a cui appartiene, lascia intendere che il mondo dovrebbe occuparsi meno dei palestinesi e più della sua minoranza. Per esempio, in un articolo del 2015 (nel quale peraltro definisce il Belucistan “the strategically sexiest Pakistan province”), scrive che:

«In passato i nazionalisti beluci in Pakistan, influenzati dall’Unione Sovietica, avevano un debole per il movimento palestinese. Tuttavia, l’apatia dei Paesi arabi nei confronti della loro difficile situazione (che dura ormai da settant’anni) gli ha fatto cambiare idea. Lo scorso luglio, l’ex ministro delle comunicazioni e delle infrastrutture del Belucistan Hyrbyair Marri, ritenuto il comandante operativo dell’Esercito di Liberazione beluci, ha definito la dichiarazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a sostegno di un Kurdistan indipendente un passo positivo. Marri ha affermato che, proprio come i curdi sono un fattore molto importante per la pace e la stabilità in Medio Oriente, i beluci sono un fattore necessario la pace e la stabilità nella regione situata tra il Golfo, l’Asia centrale e il Medio Oriente. Alludendo a un’alleanza strategica con Israele, Marri ha affermato che un Belucistan indipendente terrà relazioni diplomatiche con tutte le nazioni, incluso Israele, e che in quanto Stato responsabile si adopererà per la pace e la stabilità nel mondo insieme ad altre nazioni amiche della pace. Ha anche messo in guardia il mondo dai pericoli del nucleare pakistano».

I legami tra Israele e Belucistan non si fermano al livello politico e strategico. Come osserva la giornalista Julie Lenarz (Balochistan: Oppressed in All Their Lands, Dreaming of a Secular State of Their Own, “The Tower”, ottobre 2016),

«I giovani beluci sostengono apertamente Israele. Hanno preso parte a manifestazioni a favore dello Stato ebraico nelle capitali occidentali e sfilano orgogliosamente con le bandiere israeliane sui social.
“Sono il primo attivista di Baloch che ha alzato insieme la bandiera del Belucistan e di Israele”, spiega Ashraf Sherjan, vicepresidente del Partito Repubblicano Beluci (BRP) in Germania. “Oggi molti attivisti beluci adottando entrambe le bandiere. Ciò mostra un segnale molto chiaro che molti beluci vogliono che Israele li aiuti nel modo in cui sta aiutando il popolo del Kurdistan“.
Anche il leader del BRP, Brahumdagh Bugti, esiliato in Svizzera, ha invitato apertamente Israele a sostenere la lotta all’indipendenza del Belucistan.
“In un Belucistan indipendente avremo rapporti amichevoli con tutte le nazioni libere, tra cui Israele e India“, afferma il ministro Hyrbyair Marri. “Il Belucistan ha simpatia per il popolo ebraico e Israele perché la sua visione del mondo è laica. Inoltre, gli straordinari successi del popolo ebraico nella costruzione della loro nazione ispirano anche le nostre giovani generazioni”.
Le sue opinioni sono condivise da Ashraf Sherjan: “Israele è l’unico paese democratico in Medio Oriente. In Israele ognuno ha il pieno diritto di praticare la propria religione, indipendentemente dall’appartenenza. Noi beluci siamo musulmani laici e rispettiamo tutte le religioni”».

Allertate dunque tutti i centri sociali d’occidente, perché ci sono nuovi amici di Israele da difendere in Medio Oriente.

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