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Siamo governati dai criminali?

Elicotteri e droni dei carabinieri “sventano” un pranzo di Pasqua o una corsetta sulla spiaggia: ormai ci stiamo tristemente abituando a leggere questi titoli sulla nostra stampa. Eppure fino a qualche settimana fa non era così: intere zone delle città italiane occupate da “sfruttatori, ladri, drogati, assassini, vigliacchi” (cit.) che agivano indisturbati perché, da una parte, le forze dell’ordine non “avevano i mezzi” nemmeno per dissuaderli (figuriamoci arrestarli) e, dall’altra, perché in fondo sarebbe stato un po’ “fascista” militarizzare le strade per contrastare la microcriminalità (si faccia riferimento alla retorica dei “pesci piccoli” e dello “stile di vita delle grand città”).

In questa quarantena di massa invece scopriamo l’esistenza di un apparato di repressione assolutamente efficiente, che però a quanto pare è stato sfoderato solo nel momento in cui c’era da perseguitare gli italiani. Qual è la morale in tutto questo? Lasciamo ad altri il compito di trarne una, sempre tenendo a mente il motto di Longanesi, “per gli italiani la morale è la fine della favola”.

Non vogliamo, in tema di italianate, rivangare neppure le polemiche sulle famigerate “ronde”, che per i sindaci del Partito Democratico fino a febbraio 2020 erano un’orrenda espressione di intolleranza e odio, mentre ora gli stessi le rivalutano come indispensabile strumento per stanare “furbetti e trasgressori” della passeggiatina col cane.

Parliamo invece di un app, Vigilante, creata nel 2016 dall’azienda americana sp0n che segnalava ai cittadini in tempo reale i crimini nelle loro vicinanze collegandosi direttamente al 911 (il 112 d’oltreoceano).

Dopo esser diventata virale e scaricata da centinaia di migliaia di persone, in due giorni la Apple ha deciso di bandirla dal suo Store perché avrebbe incoraggiato quello che appunto gli americani definiscono vigilantism.

Per sfuggire alla censura, gli ideatori decisero un anno dopo di rilanciarla, cambiandole sia il nome (il più politicamente corretto Citizen) che la mission (anch’essa edulcorata di molto): non più “vigilare” sul crimine, ma “evitarlo”.

Anche nel video di presentazione i giovani maschi tutti esaltati dalla possibilità di godersi un bel pestaggio o una sparatoria sono stati sostituiti da una ragazza di colore con un passeggino…

Pare che in questo modo (non sappiamo se sottobanco ne abbiano utilizzati altri) siano riusciti a far cambiare opinione ai media, che dall’iniziale atteggiamento critico (“può spingere i cittadini a farsi giustizia da soli”) sono passati a toni più morbidi (“potrebbe servire a prevenire gli abusi della polizia e catturare i criminali”).

Dopodiché la app ha iniziato a macinare “successi”: per esempio, nel 2017 ha avvertito un preside di una scuola di New York di un attacco terroristico prima dei telegiornali, e così è accaduto anche durante l’incendio alla Trump Tower e la sparatoria presso la sede di YouTube del 2018, quando migliaia di persone sono state avvertite in anticipo di quanto stava accadendo nei loro paraggi. Nel 2019 a New York la utilizzavano già un milione di persone e l’amministrazione di conseguenza ha imposto a tutti i suoi vigili del fuoco a scaricarla sui propri cellulari (l’app infatti segnala anche gli incendi).

Questo solo per dire che nelle storie americane talvolta c’è almeno una specie di lieto fine. Quelle italiane invece, in un modo o nell’altro, devono sempre finire in burletta.

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