Silenzio (la mia idea di musica artificiale)

Tanti anni fa misi su queste pagine la mia traduzione di un pezzo di street punk melodico dal suono piuttosto vintage dei Bishops Green, un misconosciuto gruppo di Vancovuer. Oltre a essere piuttosto orecchiabile (per il genere), mi affascinava il testo che, nella sua semplicità, esprimeva comunque una qualche sottigliezza, in specie nei confronti delle ambiguità della lingua inglese, su cui il gruppo giocava molto fino ai limiti dell’intraducibilità con ripetizioni od omissione dei soggetti.

In verità postai la cosa senza specificare alcunché, nemmeno i motivi per cui avessi messo una canzone tutto sommato banale rispetto a quello che segnalo di solito. Diciamo che avevo ancora l’idea del web come “sfogatoio”, e non sentivo il bisogno di contestualizzare né dilungarmi sulle dovute precisazioni eccetera. Col senno di poi un modo di comportarsi piuttosto indisponente, ma genuino (non voglio dire boomer perché non si può sempre prendersela con loro per qualsiasi cosa, forse).

Eppure ricordo bene i motivi per cui mi rendevo anche ridicolo con tali iniziative (intendo questa come altre): nel caso di cui sto parlando, ero ossessionato dal rumore prodotto dalla voce della donne, dalla maleducazione dei miei alunni, dalla cacofonia scoreggiona dei miei vicini di casa e tutto il resto. Essendo poi insegnante di inglese, mi piaceva la pulizia della pronuncia, comprensibile a tutti così come il significato, almeno in superficie, delle parole.

A distanza di tempo, non sono pervenute altre informazioni sui Bishops Green, ma in compenso cercando nel web italiano ho trovato una loro intervista della fine del 2022 su “Radio Punk”, dalla quale emerge sia la semplicità esistenziale di questi artisti che la loro natura fondamentalmente “passatista”, di ragazzotti cristallizzati negli anni ’80 del secolo scorso il cui unico ideale nella vita è riparare le moto, collezionare vinili, radersi i capelli per manifestare il proprio anti-razzismo (mah), e rimanere ore in sala prove per stilare generici appelli contro il “sistema”, in un Canada che sembra un’immensa Bologna antediluviana.

Insomma, uno scenario non poco deprimente la cui accettazione come comfort zone (ormai un marchio registrato) rispecchia l’adagiarsi nello spirito dell’unica generazione che se non altro è riuscita a dominare la post-storia con dei rigidi steccati psicologi fatti di nostalgia schizofrenica e splenetismo a buon mercato (sì, parlo ancora dei boomer, nonché della loro versione disfattista, i millennial).

Per sopravvivere a tutto ciò, ho deciso di trasformare il pezzo in una canzone beat anni ’60 tramite l’intelligenza artificiale. È il mio modo per non arrendermi all’inevitabile decadenza fisica e morale (le cose sembra vadano di pari passo) che comporta l’aver appena superato la soglia dei quarant’anni.

Di seguito troverete quindi il pezzo originale con il testo non tradotto (perché non serve a nulla, nel 2025, tradurre ancora certe cose), e la mia versione beat come estrema testimonianza di una reazione all’insegna del vitalismo futurista.

Many won’t see, see another day
Choices they make, take our friends away
Life gets tough, nothing you can do
Fight the stress, silence not for you

Things get rough, it happens once again
Short cold shock, can’t see no end
Walk away, think about yourself
Beat it back, silence not for you

Silence in your mind
Silence in your head
Silence dark as night
Silence it’s no end

We won’t let, let it take you down
Do you think, we’d let you walk away
Don’t react, reaction to the call
Fight the stress, silence not the way

 

Molti non capiranno,
O capiranno un altro giorno
che le scelte che fanno
sono contro i loro amici

Il gioco si fa duro,
non c’è niente da fare,
Sconfiggi la tua ansia
il silenzio non fa per te

Il gioco si fa duro,
come accade sempre,
un breve brivido freddo
che non ha fine

Lascia perdere,
pensa solo a te stesso
Resisti al mondo,
il silenzio non fa per te

Silenzio nella tua mente
Silenzio nella tua testa
Silenzio scuro come la notte
Ma il silenzio non è la fine

Non lasceremo
che ci distrugga
pensavi forse
che l’avremmo accettato?

Non reagiremo,
se non a una chiamata,
Sconfiggi la tua ansia
il silenzio è il peccato

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