Solidarietà ai miei ex colleghi insegnanti (non solo per il Super Green Pass)

Ieri notte ho sognato che una funzionaria entrava nell’aula in cui stavo insegnando per comunicarmi che se non avessi fatto il vaccino sarei stato cacciato seduta stante da scuola: ho evidentemente mischiato troppe notizie di questi giorni… Non penso soltanto al cosiddetto “Super Green Pass”, la nuova iniziativa annunciata in conferenza stampa da Draghi & co. prima di farla passare per qualsiasi percorso istituzionale (scelta con cui si eleva definitivamente l’arroganza a metodo di governo), la quale estende l’obbligo vaccinale, già previsto per i sanitari (ormai alla terza dose) anche a militari e, appunto, insegnanti. Di questo avremo tempo di discutere.

Invece la notizia a cui pensavo come principale imputata del mio sogno è quella di un docente del liceo Piero Bottoni di Milano mandato a casa dalla dirigente perché si è rifiutato di far lezione di fronte a tre studenti in gonna (che con questo gesto volevano protestare per qualche causa che i media avevano loro suggerito il giorno prima, tipo l’uguaglianza di genere, l’affossamento del DDL Zan o la violenza sulle donne – cose di cui in generale, obiettivamente, non me ne frega un cazzo).

L’insegnate in questione si chiama Martino Mora e il 25 novembre ha raccontato così come sono andate le cose:

«La preside del liceo dove insegno mi ha cacciato da scuola. Stamattina. Mi ha cacciato poiché le avevo detto che non intendevo fare lezione in presenza di un allievo maschio che si è presentato travestito da donna dalla testa ai piedi. A questo punto la “signora” in questione mi ha messo brutalmente e arbitrariamente di fronte all’aut aut: o avrei fatto lezione facendo finta di nulla, o avrei dovuto lasciare immediatamente la scuola.
Alla mia risposta che mi sembrava molto più onorevole la seconda possibilità, ella mi ha cacciato. Questi i fatti (tralascio le parole assai sgradevoli della “signora” in questione, che intendevano umiliarmi senza successo, alle quali ho ovviamente replicato). In una scuola capovolta, che a parole non vuole “discriminare” nessuno, si discrimina pesantemente solo chi chiede decoro, decenza, rispetto dei limiti. Per giunta si esercita l’arbitrio facendo ricorso dispotico ad un’autorità che a questo punto è solo la grottesca caricatura di se stessa».

Una decina di anni fa Martino Mora era uno dei miei lettori più accaniti e potrei dire anche un amico: poi ci siamo un po’ persi per strada, vuoi perché sono stato ripetutamente bannato da tutti i social e ai miei tempi era sconsigliato dare numeri di telefono a persone che non conoscevi dal vivo (OK Boomer); vuoi perché quella entusiasmante stagione per gli intellettuali realmente cattolici si è ridicolmente conclusa con l’abdicazione di Benedetto XVI; vuoi perché la vita umana sta giorno per giorno precipitando sempre più nell’insignificanza, e dunque a che pro mantenere qualsiasi rapporto amicale col prossimo?

Ad ogni modo, svegliandomi da quell’incubo di cui vi dicevo (non la storia umana, intendo quello da cui ho iniziato), ho provato tutto sommato un -temporaneo- senso di sollievo per aver abbandonato l’insegnamento in concomitanza con l’istituzione del “primo” Green Pass. Sapevo che la faccenda dei due/tre tamponi a settimana (comunque una violenza, oltre che una umiliazione) non sarebbe durata: eppure il fatto che il mio pessimismo ontologico per una volta nella vita mi sia servito a qualcosa in realtà non mi solleva affatto.

Anzi, proprio mentre fisso le idee, comincio a sentire anche un’angoscia attanagliante per tutti quegli ex colleghi che sono chiamati alla scelta di morire di fame o vendersi l’anima. D’altro canto, l’affaire Mora (sic) dimostra che gli insegnanti italiani avevano da tempo un Green Pass da esibire: certo, non intaccava il DNA se non metaforicamente, però faceva lo stesso male fino alle midolla il non poter esprimere una sola opinione non in linea col telegiornale della sera precedente.

Adesso siamo a una semplice manifestazione essoterica, a misura di normaloide, del “mistero” dell’annichilimento totale del senso della vita umana. Siamo governati da divinità capricciose e perverse, che ora vestono il camice ma non hanno mai disegnato la grigia divisa dello sgherro o il tailleur della burocrate (o del burocrate, a questo punto). Non a caso si parla in questo momento di sospensione per Martino Mora non solo in base a quanto accaduto, ma anche per aver espresso opinioni contrarie alla vaccinazione anti-covid di massa sui social.

Tout se tient. Evidentemente il buon Mora sarebbe stato ugualmente cacciato per non aver creduto nella scienza: se non altro è uscito dalla fogna con onore. Invito perciò anche chi avesse deciso di farsi iniettare il “siero magico” a dare testimonianza del proprio dissenso dicendo apertamente quel che pensa sui maschi in minigonna: fatevi voi stessi evento avverso per il sistema marcio  che ci perseguita da una vita.

2 thoughts on “Solidarietà ai miei ex colleghi insegnanti (non solo per il Super Green Pass)

  1. …torniamo sempre al punto: Martino paga il suo celibato.
    Un uomo di mezz’età, ‘maschio’, statale, intellettuale, conservatore, cattolico, etc senza moglie, senza pupi, senza famiglia (magari accasato con mamma anziana-dominante?) insomma senza una Bianchessi, una Costanza che lo certifichino su pubblica scena, è comunque un minorato, non credibile, bisbetico, inchiodabile da decine di tag dai più ironici ai più infamanti…
    Alla fine la tassa celibe non è mai stata abolita…

  2. Grazie della solidarietà da parte di un tuo neo collega ex-insegnante (ufficialmente da mercoledì ma fattualmente da domani)

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