Come avrete saputo, dal gennaio 2025 il Comune di Milano ha esteso il divieto di fumare all’aperto a tutta la città, mentre fino al 2021 riguardava solo le fermate degli autobus e i parchi pubblici. Oggi sono venuto in contatto con la dura realtà mentre in un dehors (o dehor o che ne so) sui Navigli ho accennato ad accendermi un sigaro, dopo aver convenuto con la cameriera sull’assenza di anima viva nei paraggi (infatti il divieto contempla la possibilità di fumare a distanza di 10 metri dagli altri umani).
È uscito subito il proprietario del locale che, seppur costernato, mi ha invitato a smettere per non evocare lo spettro della Legge, inesistente in qualsiasi altra occasione ma non in questa. Io gli ho mostrato anche uno di quegli aggeggi per lo svapo (una scatolina di plastica al sapore di fragola che mi ha fatto bruciare le labbra e mi ha lasciato dell’umido in bocca, probabilmente avvelenandomi) che avevo acquistato per ingannare gli sbirri tramite le mie note arti prestidigitatorie (sì, perché il divieto non vale per le sigarette elettroniche): niente da fare, l’esercente è stato irremovibile. Non posso dire dunque di esser stato “cacciato”, ma anche sì, considerando che, sempre per tornare alla situazione ridicola di Milano, esattamente davanti al locale c’erano due baracchini di bangla che vendevano magliette e cappellini senza evidentemente aver ricevuto uno straccio di autorizzazione.
Mentre tutto il Bel Paese ride della vecchia “capitale morale” di fronte alle immagini dell’ennesimo scempio di fine anno a Piazza Duomo, con i maranza che vanno ad occupare il cuore della città a fronte della latitanza del sindaco che dal 2021 ha approfittato della pandemia per dichiarare la sospensione sine die di qualsiasi evento di Capodanno prima con alibi sanitari e poi economici (“costa troppo”, ma costui non era tipo un tecnocrate abilissimo a far quadrare i conti?), il milanese, da bravo minchione qual è, plaude con evidente sadismo all’ultima trovata piddina.
Scommetto che sono già in giro delatori pronti a segnalare il terrorista/tabagista al ghisa sfaccendato; e gli angeli in divisa, poi, probabilmente non vedranno l’ora di accanirsi contro il boomer meneghino (la quintessenza della sfiga nell’Italia contemporanea?). Una domanda che mi sovviene è: il divieto vale anche per i consumatori di cannabis? Intendo la cannabis illegale, non quella “legale” (che tanto non fuma nessuno)? Il dubbio sorge soprattutto dal fatto che mai come oggi ho sentito per tutta la città un persistente aroma di sensimilla, persino da quegli stessi ambulanti bangla di cui sopra. Il silenzio dei Radicali indica forse una certa condiscendenza anche contro un reato tutto sommato poco “bianco”.
Alla fin fine è inutile piagnucolare: Milano ha deciso di continuare a milaneggiare in un eterno ciclo di sofferenze che non segnerà mai una misura colma. D’altro canto un’eventuale ribellione assumerebbe quasi per osmosi la stessa ridicolaggine del divieto a cui si oppone. È triste vedere la mia città perdere completamente l’anima, ma forse avevano ragione i napoletani a dire che i milanesi nun teneno core.
In compenso ci sono pitbull che ormai fanno i commessi (a Milano ho visto meno cani in generale, però ritengo che questa sia la piaga principale di questo sciagurato Paese). Voi fumatori siete la lobby più debole di sempre, quella canara la più potente del globo
Io ho smesso di fumare sigari perché ormai il kentucky italiano non mi piace più.
Rimangono un paio di marche di sigarette(a mio parere davidoff e pueblo) ancora fumabili ma il resto non è più buono come una volta.
Ormai fumerò si è non qualche sigaro caraibico e cubano molto costoso 2 o 3 volte l’hanno.
Sono un raro caso di fumatore al quale sono state le case produttrici di tabacco a farmi smettere proponendomi roba ormai divenuta infumabile.