Stile Ghibli? Sono solo disegnini

La polemica riguardo la “nuova funzione” (in realtà vecchissima) dell’intelligenza artificiale  in grado di conferire a qualsiasi immagine lo stile dello Studio Ghibli, una casa di cartoni animati giapponesi del 1985 è surreale. Sui social è emerso un del 2016 in cui il fumettista Hayao Miyazaki (patrono della Ghibli) definisce l’incorporazione di strumenti come i modelli 3d quali “insulto alla vita stessa” di fronte ad alcuni suoi sottoposti terrorizzati per aver fatto tale proposta al megadirettore (anche se in verità le lamentele pare fossero soprattutto rivolte alla mancanza di “naturalezza” dei modelli impiegati).

Per rivendicare l’importanza dell’autenticità nel campo dei cartoni animati, alcuni hanno postato una scena di 4 secondi di Si alza il vento, un cartone del 2013, sottolineando come per realizzarla ci siano voluti un anno e tre mesi.

Ecco, oggi per fare una roba del genere all’intelligenza artificiale servono circa 5 minuti, peraltro con risultati tutto sommato migliori almeno da un punto di vista tecnico. Tuttavia, il vero motivo della polemica sembra riguardi soprattutto i diritti, che perlomeno sono maggiormente “quantificabili”: quindi basterà a ChatGPT e affini pagare l’obolo per avere via libera?

Penso che questa sia l’unica via praticabile, considerando anche che in fondo questo benedetto “Stile Ghibli” non mi sembra poi così originale rispetto a quello dei manga e dell’animazione giapponese in generale. Forse la prima causa di questa angoscia diffusa verso i disegnini di Miyazaki è dovuta alla natura di tale arte stessa, obiettivamente poco complessa e di conseguenza facilmente riproducibile. Non vorrei mancare di rispetto a nessuno dei suoi ammiratori, però un certo “fanatismo estetico” da parte di chi magari snobba 40.000 anni di arte pittorica rimane imbarazzante.

Del resto, come accennavo, già oltre due anni fa si potevano benissimo realizzare immagini in “Stile Ghibli” semplicemente scrivendolo nel prompt, ma pensavo valesse come divertimento di 5 minuti e non che comportasse chissà quale dibattito. Nel 2023, per esempio, avevo creato dei bot tramite Poe.com (oggi a pagamento, dunque non lo uso più, tanto si può ormai fare con qualsiasi servizio attualmente disponibile) in grado di riprodurre immagini secondo lo stile di Paolo Uccello, Giorgio De Chirico o delle locandine dei vecchi film italiani.

Probabilmente, nel momento in cui un braccio meccanico riuscirà a realizzare delle riproduzioni perfette di Caravaggio o Michelangelo, potremmo anche permetterci toni apocalittici (oppure far decorare alle macchine le cattedrali che edificheremo su Marte o Venere). Per ora, la polemica vale giusto il tempo di un meme, che è poi l’unico motivo per cui ho riportato certe inutili osservazioni.

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4 thoughts on “Stile Ghibli? Sono solo disegnini

  1. Piano a sminuire lo Studio Ghibli! “Si alza il vento” ci ha dato un bellissimo mix di poetica cartoon e revancismo giapponese, quindi nostrissimo.
    Pensa a cosa sarebbe stata la storia italiana se Bruno Bozzetto avesse prodotto “Benit – mio fratello superuomo”…

  2. Non si tratta solo di uno stile. Inoltre andrebbe contestualizzata la dichiarazione di miyazaki: sembra sia contrario all’ai per la produzione dei suoi film, direi che dell’uso che si possa fare del suo stile gliene possa fregare giusto marginalmente.
    Comunque il Fuhrer con il Gran Muftì spacca i culi 🤣🤣🤣

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