Svezia: fallisce (per ora!) il tentativo di abolire lo studio della storia antica

Svezia: fallisce (per ora) il tentativo di abolire lo studio della storia antica pre-1700
(Gog&Magog, 11 ottobre 2019)

Ricostruzione di una casa vichinga (Göteborg)

La proposta prevedeva di limitare l’insegnamento all’età contemporanea, ma ha trovato forti opposizione nei docenti e politici.

L’Agenzia Nazionale dell’Educazione (Skolverkets) svedese aveva annunciato a settembre l’intenzione di abolire l’insegnamento della storia antecedente il 1700 (compresa l’antica Grecia, Roma, Medioevo e in particolare il secolo d’oro del Paese, il XVII secolo), e di sostituirlo con lezioni di storia contemporanea. “Il dopoguerra è un po’ più importante delle civiltà antiche”, aveva dichiarato Anna Westerholm, a capo del Consiglio.

Dopo ampie polemiche, il piano è stato (per ora) accantonato: “La nostra proposta non ha trovato sostegno e quindi possiamo confermare che l’Antichità rimarrà nel programma di storia per la scuola elementare”, ha affermato la responsabile dell’Agenzia.

La proposta ha trovato una dura opposizione da parte di politici, commentatori e docenti, fra cui lo storico dell’Università di Lund, Dick Harrison, che l’ha definita “un’idea malata, un vero suicidio intellettuale” e aveva invitato gli insegnanti alla obiezione di coscienza nel caso venisse approvata.

Come riporta Summit.news, nel 2017, la giornalista Kristina Lindquist ha affermato che la Svezia è così xenofoba da non meritare nemmeno di celebrare la propria giornata nazionale e che “il nazionalismo dovrebbe essere spazzato via”.

Nel 2018, era stato nominato a capo dell’ente nazionale di tutela del patrimonio culturale svedese un pakistano, tale Qaisar Mahmood: senza alcuna esperienza nel campo dei beni culturali (“Non ne so nulla”, ha ammesso), qualche anno prima aveva scritto un libro su un suo viaggio in moto per la Svezia, in cui cercava di “capire cos’è la Svezia per un migrante”. Mahmood ha dichiarato in una intervista che il limitarsi a “mostrare reperti vichinghi” è roba da conservatori chiusi di mente: egli al contrario vorrebbe “creare una narrativa che sia più inclusiva anche verso i musulmani”. Di fronte a tali considerazioni, il pensiero va subito alla fake news, diffusa da tutti i media, della tomba vichinga in cui si sarebbe scoperta una cinta che “recitava il nome di Allah” (e invece era uno sghiribizzo qualsiasi). In un tweet Mahmood avrebbe sostenuto che “il cristianesimo non può rivendicare come esclusivamente proprio il patrimonio culturale delle chiese”.

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