Tommy Robinson, al secolo Stephen Christopher Yaxley (Luton, 1982), è un attivista di destra che negli ultimi anni, improvvisandosi “inviato d’assalto”, ha guadagnato un’enorme popolarità internettiana. Animatore di diverse associazioni nazionalistiche, fino all’altro giorno (come vedremo) aveva conosciuto la galera solo per motivi calcistici e fiscali, essendo un soggetto molto focoso e appassionato.
Qualche italiano ne avrà sentito parlare quando, pochi mesi fa, venne alla stazione Termini a prendere a pugni un africano, a suo dire per vendicare la giornalista di “Matrix” aggredita in diretta, nonché tutti i crimini degli immigrati compiuti nel nostro Paese (se non avete seguito la tv italiana in questi anni vi siete persi il miglior vigilante film dai tempi di Charles Bronson):
Se quella sortita trovò poco spazio sulla nostra stampa, al contrario il suo arresto più recente, dovuto alle sue dirette via Facebook davanti ai tribunali in cui si giudicavano le famigerate grooming gangs (bande di immigrati islamici che per anni hanno organizzato la “tratta delle bianche” in numerose province inglesi), ha finalmente suscitato l’interesse delle testate conservatrici: ne hanno parlato, per esempio, “Il Giornale” (31 maggio) e “Il Primato Nazionale” (11 giugno), da cui cito i rispettivi paragrafi che affrontano il succo della questione.
«Robinson è stato prelevato a forza dalla Polizia del Regno Unito venerdì scorso, 25 maggio, all’esterno di un tribunale a Leeds, mentre raccontava via streaming l’ennesimo processo ai membri di uno dei gruppi di stupratori seriali – perlopiù di origini pakistane – che per decenni hanno molestato e violentato, torturato e talvolta ucciso, decine di migliaia, forse addirittura un milione di minori britannici. Le autorità e i media britannici hanno deliberatamente ignorato quest’inferno per oltre trent’anni, in nome del superiore interesse della convivenza multiculturale. Dieci anni fa, però, proprio la Edl di Robinson ha contribuito in maniera determinante a far deflagrare lo scandalo, che oggi è tristemente simboleggiato da Rotherham: una cittadina dove le cosiddette “grooming gangs” (“bande di adescatori”) hanno stuprato almeno 1.400 minorenni. Per questa sua scomoda e rumorosa testimonianza, Robinson è divenuto sin dal 2009 un nemico pubblico dello Stato, e un bersaglio della schiacciante forza coercitiva delle autorità britanniche».
«L’arresto è stato motivato dal fatto che per la seconda volta (la prima era stato formalmente avvisato che alla prossima sarebbe stato arrestato ed incriminato) era fuori dal tribunale di Leeds dove si sta tenendo il processo contro una delle più efferate “grooming gangs” (gruppi di uomini di origine Asiatica, prevalentemente Pakistani, che sistematicamente si dedicavano a rapire, drogare, violentare, ridurre in stato di schiavitù per poi spesso indurle alla prostituzione ragazze bianche. Spesso minorenni o provenienti da situazioni socio-familiari difficili). Secondo le autorità la mera presenza di Tommy Robinson con un microfono fuori dal tribunale costituiva il reato di Contempt of Court, cioè non permetteva il sereno svolgimento del processo. Nello spazio di 3 ore è stato arrestato, incriminato, processato e condannato. 13 mesi di prigione. E da queste parti le sentenze si scontano».
In realtà bisogna sottolineare che questa attenzione deriva soprattutto dall’eco che la notizia ha avuto in tutto il Regno Unito, dove ha portato a proteste collettive che ormai non si possono più ridurre all’estrema destra: addirittura in sua difesa si è sbilanciato persino il leggendario Morrissey (una prece per piddini, post-piddini e para-piddini: dopo David Lynch, dalle vostre liste da isola deserta dovrete cancellare pure gli Smiths!)
Ora, di tutto questo è giusto che a occuparsene sia soprattutto l’opinione pubblica inglese: il nostro ruolo di spettatori ci consente, almeno per il momento, di guardare da lontano lo scempio che della libertà di parola sta facendo la Perfida Albione. Potremmo tutt’al più studiare la vicenda per comprendere come gli inglesi si siano ridotti a questo punto e perché abbiano deciso di far diventare l’islamicamente corretto quasi una dottrina di stato. E’ in effetti impressionante osservare come i leader dei principali partiti siano tutti “appecorati” alle comunità musulmane: di fronte a certi sdilinquimenti, persino uno come Morrissey diventerebbe di destra (v. supra).
Però, come detto, non è ancora il tempo per sviscerare la catastrofe britannica in tutta la sua miseria. Per ora limitiamoci a comprendere come il “caso italiano” sia percepito dai movimenti di destra che si approssimano a prendersi tutto il Vecchio Continente. A proposito del Regno Unito, ricordo la discreta influenza che sulla Brexit ebbe la “cura Monti” imposta al nostro Paese, usata come spunto polemico direttamente da Boris Johnson e Nigel Farage. Tommy Robinson è sicuramente più diretto e nei primi minuti di un’intervista a Steven Crowder risalente all’aprile scorso fa un bel polpettone della cronaca nera degli ultimi mesi:
«Sono andato in Italia per le elezioni e ho passato un’ora a cercare ciò che stava accadendo in quel contesto e ho scoperto che un somalo è entrato in un ospedale e ha violentato una donna in procinto di partorire, ho scoperto che un eritreo ha stuprato e fatto a pezzi una ragazza italiana per poi nascondere i resti in una valigia, ho scoperto che una donna di 75 anni è stata violentata da un sudanese a poca distanza da dove mi trovavo [stazione Termini], ho scoperto storie incredibili, da film dell’orrore, storie di cui prima avrei letto solo in Africa, Sud Africa, Medio Oriente, e che ora invece capitano in Europa. Un altro caso è quello di un polacco con la sua partner, picchiato da una gang di musulmani e poi costretto a guardare mentre loro violentavano in gruppo la moglie sulla spiaggia per ore. Lo hanno costretto a guardare! Ecco, questa è l’Europa di oggi…»
Al di là dell’incredibile confusione (soprattutto sui Paesi di provenienza), in compenso le notizie sono effettivamente quelle (la prima del somalo travestito da infermiere me l’ero persa). L’Italia è entrata quindi ufficialmente nella storia dell’estremismo britannico con il suo bel carico di orrore: un altro grande successo piddino, aver offerto alle destre di tutta Europa il fondale perfetto su cui proiettare innumerevoli fantasmagorie. Non so se poi il Paese riuscirà a migliorare la propria immagine diventando il “laboratorio internazionale del populismo”, tuttavia già il fatto di aver scelto un governo di destra prima che la situazione precipitasse è un buon segno: nonostante tutto, da noi non si finirà ancora in galera per aver specificato la nazionalità di un criminale straniero. In ogni caso, anche qui diciamo #FreeTommy (perché intanto adesso è in galera).