Il volto conservatore di Fox News Tucker Carlson a inizio agosto ha intervistato il presidente magiaro Viktor Orbán: un incontro degno di nota che offre uno spaccato della vivacità del dibattito politico all’interno della destra americana.
Carlson introduce l’intervista stigmatizzando la definizione di “dittatore totalitario” che Joe Biden ha affibbiato al leader ungherese, ponendo provocatoriamente il seguente dubbio: “In quale Paese c’è più il rischio di essere licenziati perché le proprie opinioni non coincidono con quelle dell’ortodossia della classe dominante?”.
Tucker sostiene infatti che le opinioni di Orbán sono “ovvie” per la pubblica opinione media statunitense, ma che in America cose del genere “non si possono più dire”. Il presidente ungherese (del quale spicca subito l’inglese pressoché perfetto e la pronuncia limpidissima per un uomo la cui madrelingua rappresenta una delle isole lessicali più isolate d’Europa) parla di una società “post-cristiana” e “post-nazionale” che l’Unione Europea vorrebbe edificare, identificando nell’immigrazione lo strumento principale di tale progetto.
Carlson ricorda all’interlocutore che durante la Guerra Fredda gli americani erano suoi sostenitori e il magiaro ha occasione di esprimere il suo affronto per la “mancanza di rispetto” da parte di Biden. Orbán ci tiene anche a presentare la sua azione politica come una “storia di successo” per una società tradizionale e cristiana, una sorta di “sogno americano” in versione mitteleuropea.
Per il gusto del paradosso, Orbán si presenta sfacciatamente pro-Israle, Pro-Nato e pro-America, ma al contempo è conscio di rappresentare una “pecora nera” per l’attuale Occidente. Infine, il Presidente cita l’Italia come uno dei “Paesi chiave” per lo scontro tra liberali e sovranisti e denuncia già eventuali “interferenze internazionali” alle prossime elezioni ungheresi.
Tucker Carlson racconta di essersi imbattuto in tanti americani trasferitisi a Budapest perché convinti che la città rappresenti attualmente la capitale dei vecchi valori occidentali (Orbán presenta generosamente tutta la Mittleuropa come nucleo dei valori “cristiano-conservatori”) La cara vecchia Austria-Ungheria riproposta in forma di network sovranista? In ogni caso A better home.