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Tutti morimmo (di figa) a stento

Cercando “morto di figa” su Google (solo per capire se è più utilizzata l’espressione con la “c” o con la “g”), mi imbatto in un post del sito Non Sono un Seduttore (8 sottili segni che sei un morto di figa, 7 maggio 2015), scritto da un certo Marco Bux (spero che di secondo nome non faccia “Beta“), che si presenta come “coach di seduzione”. Per carità, nulla di male, in Italia ogni anno 13 milioni di persone si rivolgono a maghi e fattucchieri, dunque la famigerata pickup art ha pieno diritto di cittadinanza anche dalle nostre parti (per non dimenticare che The Free Market Provides...).

Dunque, non voglio dissare nessuno, anche se ho più volte dimostrato come la cosiddetta “industria della seduzione” proponga, nel migliore dei casi, una versione aggiornata del “gioco delle tre carte”. D’altro canto, se fossi convinto che uno solo dei consigli dati dal coach funzionasse (l’obiettivo dei corsi è “farti andare a letto con 4 ragazze al mese” – soddisfatti o rimborsati?), mi iscriverei immediatamente a uno dei suoi miracolosi “corsi”, ad onta dei prezzi proibitivi per un wage cuck. Solo per dire che la “domanda” per questo tipo di cose esiste, allo stesso modo in cui uno vorrebbe diventare ricco giocando al lotto o riempendo il proprio sito di pubblicità (lol). Purtroppo mi sembra tutta aria fritta e per dimostrarlo mi basta “rispondere” all’articolo di cui sopra, che alla fin fine mi pare un’ottima summa dei consigli del Nostro.

Vediamo quali sono i segni che contraddistinguerebbero un “morto di figa”:

1. Ti vanti
2. Reputi “zoccole” le donne che vivono la loro sessualità liberamente
3. Credi a prescindere che lei non sia interessata
4. Parli a macchinetta
5. Non persisti
6. Non hai un minimo di educazione
7. Credi che il sesso sia un contratto
8. Non hai un minimo di intelligenza sociale/emotiva

I punti 1, 6 e 8 (“Ti vanti”, “Non hai un minimo di educazione”, “Non hai un minimo di intelligenza sociale/emotiva”) sono effettivamente in controtendenza rispetto alle classiche favole raccontate dai “coach della seduzione” sulla cocky personality (ecco perché il nostro seduttore si presenta in maniera antifrastica, negando di esserlo), tuttavia esagerano “per eccesso”, cioè assumono che alle donne non piacciano assolutamente i “cazzoni” (in senso metaforico).

In realtà io mi ricordo benissimo “quell’amico idiota che alle medie una volta ha visto un uomo in sedia a rotelle e per farsi bello si è messo a sfotterlo”: ricordo anche che alzava le gonne alle ragazze davanti all’uscita di scuola e durante l’intervallo girava tutte le classi per trovare qualche poveretto da pestare. Beh, credo che abbia perso la verginità alla seconda o terza bocciatura e poi abbia passato tutta la vita a scopare. È scientificamente dimostrato che le donne siano attratte dai “bulli” (vedi qui o qui), dunque è piuttosto ingenuo credere che vantarsi, comportarsi da scemi e non mostrare alcuna sensibilità tolgano “punti” a un seduttore. Al contrario, tali atteggiamenti, dagli psicologi riassunti nell’espressione triade oscura (narcisismo, machiavellismo e psicopatia) aumentano le possibilità riproduttive di un soggetto. Ovviamente dico tutto questo partendo dal presupposto che “conta solo il bel faccino” (altro “dettaglio” provato scientificamente), tuttavia riconoscendo che talvolta un “faccino tosto” ha più possibilità di un “faccino sensibile”.

Il secondo punto è poi assolutamente risibile: Reputi “zoccole” le donne che vivono la loro sessualità liberamente. Dunque una tizia si può fare l’intero corpo degli alpini e metà dello spogliatoio della Marrapollese e noi non possiamo nemmeno dire una parola? A me questo sembra il vero atteggiamento da “morto di figa”… Ad ogni modo, il concetto stesso di  “sessualità liberata”, quando si parla di donne, è in se stesso problematico: probabilmente è esistito cinque minuti negli anni ’70, quando si impose il libertinismo di massa e dunque qualche sprovveduta, in nome della peer acceptance, si concesse a qualcuno che non voleva. Tuttavia già dopo pochissimo tempo la “moda” è passata e l’ipergamia femminile è tornata a imporsi prepotentemente (a tal proposito, consiglio al seduttore di fare qualche ricerca del termine, almeno prima che diventi mainstream…).

Inoltre il giudicare le abitudini sessuali femminili in maniera negativa potrebbe rientrare nell’atteggiamento da “bullo” di cui sopra. Al di là però del consiglio in sé, è il “contesto” immaginato dal Bux che risulta ancor più risibile:

«Sei in un locale con amici e un tizio (che sta mettendo in pratica il punto 1) si sta vantando di aver conosciuto il giorno prima una tipa al bar e di essersela portata a letto 2 ore dopo.
Ora, in pochi secondi lui ha completamente distrutto qualsiasi chance avesse con le donne presenti.
Invece di stringergli la mano e ringraziarlo per avere eliminato la concorrenza tu decidi che vuoi fare ancora peggio.
Come?
Commenti la sua storia con: “che zoccola!“
In pochi secondi la situazione è diventata questa: il cantastorie di sopra è diventato “quello che non scopa”, tu sei diventato “quello che giudica male chi scopa”, che è ancora peggio».

In che mondo vive il nostro “Non-Seduttore”? In primis è fin troppo noto che alle donne gli uomini senza esperienza sessuale fanno letteralmente ribrezzo, dunque da tale prospettiva il “vantarsi” non è mai abbastanza. Poi tutta questa ossessione per il non giudicare (“Non commentare mai negativamente i comportamenti sessuali delle donne. Passi per chi giudica il comportamento sessuale altrui”) ha obiettivamente qualcosa di troppo femmineo per essere credibile: sono quei consigli senza senso che di solito danno le donne e che infatti si dimostrano regolarmente privi di alcuna efficacia. Se ti vieti di giudicare le donne, non diventi un seduttore, ma un simp, un “assorbente emozionale”, come dicono gli americani. Dunque lo scenario prospettato da Bux andrebbe lievemente corretto:

«Se una tua amica sta descrivendo una sua fantasia (e credimi le fantasie sessuali delle donne eccedono in perversione anni luce le nostre), tu: non farti vedere scandalizzato, rimani calmo come fosse una cosa normalissima (perché lo è), non scaricare la tensione ridendo o facendo battutine, rimani il più tranquillo possibile come se steste parlando di che tempo ha fatto ieri. Vedrai che le donne di fronte alla tua serenità si apriranno ancora di più e ti racconteranno le cose più inenarrabili (prima di metterle in pratica con te che sei uno dei pochi che non le giudica)».

No, finisce che ti racconteranno altre porcherie finché tu non ne avrai abbastanza e poi, dopo aver pagato a cena, le riporterai a casa e andrai in bagno (il tuo bagno, chiaramente) a vomitare. A tal proposito, il terzo e quinto punto (“Credi a prescindere che lei non sia interessata” e “Non persisti”) sono decisamente i più controversi perché implicano la cosiddetta “teoria dei segnali”, cioè la convinzione che all’uomo basti cogliere il “linguaggio del corpo” o panzane del genere per far sua qualsiasi pulzella. Ma appunto credere che una donna ti racconti le sue fantasie sessuali perché interessata rappresenta un “classico” di tale illusione (semmai è vero il contrario, ecco perché mentono sul numero dei partner agli uomini da cui sono attratte): il discorso però si fa inquietante quando Bux si convince che certe donne abbiano «scritto addosso “prendimi qui adesso”». A quel punto gli unici segnali che un non-seduttore potrebbe sentire sono le sirene della polizia…

L’unico consiglio che mi sento in vena di seguire è “non parlare a macchinetta”, che trasferisco alla scrittura: non penso vada la pena polemizzare e problematizzare oltre. D’altro canto sono anche disposto ad ammettere che il sito sia interessante, ma esclusivamente come espressione di un “mondo parallelo” creato dall’autore. In definitiva l’unica risposta generale che mi sento di dare è Been there, done that. Del resto, al di là de suggerimenti che sfiorano la new age e il “motivazionalismo”, quelli più validi sono poi gli stessi della PUA: per esempio, persistere invece che insistere, è efficace nella misura in cui rientra nei “benevoli ammaestramenti della nonnina”. Platitudes, direbbero ancora gli americani: per fortuna che oltreoceano la “moda della seduzione” -anche nella forma di redpill come prosecuzione della rivoluzione sessuale con altri mezzi- è già passata (come al solito, They poison you and sell you the remedy). Per il resto, se proprio dobbiamo raccontarci favole, allora si tengano solo in considerazione gli aurei ammonimenti di un fortunato volume di Maurizio Milani: Vantarsi, bere liquori e illudere la donna.

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