Über die Weiber (Svart Jugend & Arthur Schopenhauer)

«Se c’è qualcosa che non finirà mai di stupirmi è quanto stereotipi e cliché siano sempre, puntualmente esatti. Per le femministe il luogo comune vuole che si tratti essenzialmente di lesbiche disadattate che vivono in maniera malata e rancorosa il loro orientamento sessuale, o semplicemente di tizie tanto brutte quanto supponenti che esorcizzano così la loro cronica mancanza di cazzo. È assolutamente vero.
Queste poveracce frustrate hanno creato un intero movimento (fanatico, isterico, inconsistente, astioso) fondato sulla loro alienazione sociale e sul colossale fallimento dei loro rapporti interpersonali. Combattono la loro personale Guerra Santa a colpi di blog, comunicati, assemblee di quattro persone, mailing list e nerdismi assortiti. Una guerra, fondamentalmente, contro il nulla.
Perché, sì, ora giungiamo all’interrogativo principale: che cazzo vogliono queste troie?
Fondamentalmente, pare, il loro obiettivo è: poter scopare con chi vogliono, poter utilizzare contraccettivi, poter divorziare se si sposano, poter abortire se i sopracitati contraccettivi fanno cilecca. In altre parole, tutte cose non solo sono perfettamente legali, ma anche completamente accettate dal Super Io delle società occidentali in cui vivono. Da decenni. Anzi, hanno persino le loro quote rosa, che poi per paradosso del politicamente corretto implicano che nei vari settori lavorativi ce le devi infilare a forza perché sono inferiori e in una selezione neutrale verrebbero scartate.
Ebbene, brutte in culo oggi come nel ’68, adesso che hanno tutto ciò che volevano ma la loro vita continua a far schifo, adesso che ogni loro istanza, per quanto paranoica, è il top della captatio benevolentiae popolare per ogni schieramento politico, s’inventano battaglie a caso.
Sfornano raffiche di neologismi farneticanti come “femminicidio”. Inventano astrusi linguaggi, rigorosamente scritti, dove asterischi e segni d’interpunzione vari annullano il maschile e il femminile in favore di un neutro non contemplato dalla lingua italiana. Si bullano di un anticlericalismo da bottega. Si lanciano in improbabili crociate pro-donne immigrate oppresse dal clima culturale retrogrado e maschilista del paese d’origine, con tutto il guazzabuglio ideologico che ne vien fuori dovendo convivere anche con posizioni filo-immigrazioniste e con il sempiterno rispetto di tutte le culture. Si schiacciano su un individualismo sfrenato alla io sono mia per andare controcorrente a cosa? Un paese di single a natalità zero? Si scagliano contro la cultura delle tette in tv che degradano la donna, contro la pornografia che degrada la donna, contro la prostituzione che degrada la donna, supportano ogni forma di troieggiamento femminile, inclusi pornografia e prostituzione, in quanto simbolo di affermazione ed emancipazione della donna. Pretendono l’uguaglianza di tutti. Ma la donna è superiore. La donna, dei due, è il sesso forte. Non esistono due sessi. Non esistono uomini e donne.
Una semplice accozzaglia di nevrosi, che si concretizza in un semplice tam tam internettiano di non guardate quella trasmissione, è maschilista, boicotta il tal concerto perché c’è una canzone che dice “troia”.
Ma domani è un altro giorno, e al risveglio troverete un film per cui indignarvi, una sparata di Berlusconi per cui mobilitarvi, una qualsiasi cosa per distrarvi dalla solitudine del vostro fallimento esistenziale.

[…]

Quando il mondo funzionava, voi stavate in cucina. Vi hanno aperto le cucine, ed è morta l’Europa.
Questo, in sintesi, il ruolo della donna nella storia (ho saltato le scene zozze). Questo, in sintesi, il bilancio dell’attività della donna da quando le è stato permesso di occupare ruoli determinanti per le sorti della nazione.
Personalmente, alle donne vieterei anche di esercitare il diritto di voto, ma essendo io propenso ai regimi militari imposti con cruenti colpi di stato che prevedono lo sterminio di tutti gli oppositori politici, la questione a monte non si porrebbe. Rimane però il problema della natura malvagia della donna, che la porta ad amministrare il potere in maniera arbitraria e crudele, estremamente vendicativa, e con vette di delirio di onnipotenza. A questo va aggiunta poi la sua innata litigiosità venata di invidie e frustrazioni assortite, che la rendono incapace di creare rapporti basati sulla lealtà e sul sacrificio, nonché il segno incorreggibile della sua frivolezza.
Insomma: se fossimo un popolo civile saremmo tutti froci.
Quando un’umanità deforme ed imbastardita aprì le cucine, le donne smisero di piangerci e corsero fuori a fare finalmente tutto ciò che gli era prima proibito.
Il risultato? Sylvia Plath e Yoko Ono.
Da lì in poi, forti dello sbandamento etico ed ideale dell’Occidente e del loro innato talento nel distorcere e manipolare, hanno cominciato ad insediarsi nei posti che contano, fino a varare leggi che prevedono il loro inserimento obbligatorio nei suddetti posti.
Il risultato? Daspo a Silvio e Legge Taubira.
E gli uomini?
A casa, davanti ai programmi di cucina, illudendosi della supposta virilità di Gordon Ramsey come riscatto per le esequie dell’Europa.

La donna è sostanzialmente nemica della civiltà, e non è certo un caso se di tutti i romanzi di Cormac McCarthy non riesci a ricordare un personaggio femminile (a parte Rinti Holme, che, diciamo, era pur sempre una che si scopava il fratello). Avevo già affrontato questa spiacevole questione nel mio saggio Mamma ho perso il Carro del Destino, ma i miei disperati appelli per salvare quel che è rimasto dell’Europa (le Peroni rotte e le svastiche sui muri) sono stati vani […].»

(Svart Jugend, brani da “Le Femministe” e “Bormann imbarazzava gli ospiti del Berghof chiamando la moglie con un fischio”, Fuori Piove Sangue. Racconti 2010-2016, Altaforte Edizioni, Roma, 2019, pp. 63-65; 237-238)

„Weder für Musik, noch Poesie, noch bildende Künste haben Weiber wirklich und wahrhaftig Sinn und Empfänglichkeit; sondern bloße Äfferei, zum Behuf ihrer Gefallsucht, ist es, wenn sie solche affektieren und vorgeben. Das macht, sie sind keines rein objektiven Anteils an irgend etwas fähig, und der Grund hiervon ist, denke ich, folgender. Der Mann strebt in allem eine direkte Herrschaft über die Dinge an, entweder durch Verstehn, oder durch Bezwingen derselben. Aber das Weib ist immer und überall auf eine bloß indirekte Herrschaft verwiesen, nämlich mittelst des Mannes, als welchen allein es direkt zu beherrschen hat. Darum liegt es in der Weiber Natur, alles nur als Mitte, den Mann zu gewinnen, anzusehen, und ihr Anteil an irgend etwas Anderm ist immer nur ein simulierter, ein bloßer Umweg, d.h. läuft auf Koketterie und Äfferei hinaus.
Auch wird jeder, der über den Schein hinaus ist, es schon bemerkt haben. Man darf nur die Richtung und Art ihrer Aufmerksamkeit im Konzert, Oper und Schauspiel beobachten, z.B. die kindliche Unbefangenheit sehn, mit der sie, unter den schönsten Stellen der größten Meisterwerke, ihr Geplapper fortsetzen“.

“Le donne non sono capaci di un interesse puramente oggettivo per checchessia, e la causa è, a mio parere, il fatto seguente: l’uomo cerca di ottenere in ogni caso un dominio diretto sulle cose, sia mediante la comprensione, sia mediante la costrizione. La donna, invece, è dovunque e sempre costretta a contentarsi di un dominio indiretto, cioè mediante l’uomo, l’unico che può dominare direttamente. Perciò è nella natura delle donne considerare tutto solamente come mezzo per conquistare il maschio, e il loro interesse per qualcos’altro è sempre e soltanto un interesse simulato, un mero stratagemma, vale a dire esso si riduce a civetteria e scimmiottatura … Basta osservare la direzione e la qualità della loro attenzione al concerto, all’opera e a teatro; per esempio, vedere la disinvoltura infantile con la quale continuano le loro chiacchiere durante le parti più belle dei massimi capolavori”.

„Zu Pflegerinnen und Erzieherinnen unserer Kindheit eignen die Weiber sich gerade dadurch, daß sie selbst kindisch, läppisch und kurzsichtig, mit einem Worte, zeitlebens große Kinder sind; eine Mittelstufe zwischen dem Kinde und dem Manne, als welcher der eigentliche Mensch ist“.

“Le donne sono adatte a curarci ed educarci nell’infanzia appunto perché sono esse stesse puerili, sciocche e miopi, in una parola rimangono per tutta la vita grandi bambini: esse occupano una specie di gradino intermedio fra il bambino e l’uomo, che è il vero essere umano”

„Als die Natur das Menschengeschlecht in zwei Hälften spaltete, hat sie den Schnitt nicht gerade durch die Mitte geführt. Bei aller Polarität ist der Unterschied des positiven vom negativen Pol kein bloß qualitativer, sondern zugleich ein quantitativer. – So haben eben auch die Alten und die orientalischen Völker die Weiber angesehen und danach die ihnen angemessene Stellung viel richtiger erkannt als wir mit unsrer altfranzösischen Galanterie und abgeschmackter Weiberveneration, dieser höchsten Blüthe christlich-germanischer Dummheit, welche nur gedient hat, sie so arrogant und rücksichtslos zu machen, daß man bisweilen an die heiligen Affen in Benares erinnert wird, welche, im Bewußtsein ihrer Heiligkeit und Unverletzlichkeit, sich Alles und Jedes erlaubt halten“.

“Quando la natura spaccò il genere umano in due metà, il taglio non fu da essa fatto proprio nel mezzo. Nonostante la polarità, la differenza fra polo positivo e polo negativo non è soltanto qualitativa, ma anche quantitativa. Gli antichi e i popoli orientali hanno considerato anch’essi le donne in questo modo, e perciò hanno riconosciuto la posizione loro adeguata molto meglio di noi con la nostra galanteria francese all’antica, con la sciocca venerazione per il sesso femminile, fiore supremo della stupidità cristiano-germanica, che è servito soltanto a rendere le donne arroganti e sfacciate, tanto che alle volte ci vengono in mente le scimmie sacre di Benares, le quali, consce della propria santità e inviolabilità, si permettono di tutto”

„Durch die Vernunft unterscheidet sich der Mensch von dem bloß in der Gegenwart lebenden Tiere, indem er Vergangenheit und Zukunft übersieht und bedenkt, woraus dann seine Vorsicht, Sorge und häufige Beklommenheit entspringt. Der Vorteile, wie der Nachteile, die Dies bringt, ist das Weib in Folge seiner schwächeren Vernunft weniger teilhaft. Die Weiber kleben an der Gegenwart, sehen immer nur das Nächste, nehmen den Schein der Dinge für die Sache, sehen mit ihrem Verstande in der Nähe scharf, haben dagegen einen engen Gesichtskreis, in welchen das Entfernte nicht fällt, daher der bei ihnen so häufige Hang zur Verschwendung.
Die angegebene geistige Beschränktheit der Weiber hat aber das Gute, dass sie mehr in der Gegenwart aufgehen, als die Männer, und dieselbe daher besser genießen; woraus ihre eigentümliche Heiterkeit hervorgeht, die sie zur Erholung und zum Trost des sorgenbelasteten Mannes eignet“.

“L’essere umano non vive, come l’animale, soltanto nell’attimo presente, ma prende in considerazione, riflettendoci, il passato e il futuro; di qui derivano la sua preveggenza, la sua preoccupazione e un senso frequente di angoscia. La donna, in conseguenza della sua più debole ragione, partecipa meno dei vantaggi e degli svantaggi di ciò; essa rivela, piuttosto, una certa miopia intellettuale, perché il suo intelletto intuitivo vede distintamente le cose vicine, ma ha per contro un orizzonte ristretto, nel quale non cadono le cose lontane; appunto perciò tutto quello che è assente, passato, futuro, agisce assai meno sulle donne che sugli uomini. Da qui deriva anche la tendenza, molto più frequente nelle donne, allo spreco, che in esse raggiunge a volte la dissennatezza … Per quanto gli svantaggi di questa situazione siano numerosi, essa ha, tuttavia, un lato buono: la donna si immedesima più di noi nel presente, e quindi sa goderlo meglio, purché sia tollerabile; da ciò dipende quella particolare serenità della donna che la rende adatta a dispensare piacevoli ore di riposo all’uomo oberato da preoccupazioni”

„Bei der Ehe ist es nicht auf geistreiche Unterhaltung, sondern auf die Erzeugung der Kinder abgesehen: Sie ist ein Bund der Herzen, nicht der Köpfe. Es ist ein eitles und lächerliches Vorgeben, wenn Weiber behaupten, in den Geist eines Mannes sich verliebt zu haben, oder es ist die Überspannung eines entarteten Wesens“

“Il fine del matrimonio non è l’intrattenimento intellettuale, bensì la generazione dei figli: esso è un’unione dei cuori, non dei cervelli. Per una donna, sostenere di essersi innamorata dell’intelligenza di un uomo è una pretesa vana e ridicola”

„Weiber sollten niemals über ererbtes, eigentliches Vermögen, also Kapitalien, Häuser und Landgüter, freie Disposition haben. Sie bedürfen stets eines Vormundes, daher sie in keinem möglichen Fall die Vormundschaft ihrer Kinder erhalten sollten“

“Le donne non dovrebbero mai essere libere di disporre di beni ereditati, cioè capitali, case e proprietà. Esse hanno sempre bisogno di un tutore; perciò in nessun caso dovrebbero ottenere la tutela dei figli”

(Arthur Schopenhauer, Über die Weiber, 1851; tr. it. L’arte di trattare le donne, cur. F. Volpi, Adelphi, Milano, 2000, passim)

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