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Ultimissime: da Parigi ceceni e cimici assetati di sangue

Il “venerdì di rabbia” invocato da Hamas il 13 ottobre ha prodotto “solamente” un attentato in Francia: un professore è stato sgozzato ad Harras da un ventenne ceceno da tempo nei registri delle forze dell’ordine per “rischio radicalizzazione” (la famigerata Fiche S).

Mohammed Mogouchkov (questo il nome dell’attentatore) si è presentato alle 11 di mattina davanti al liceo Gambetta con due coltelli in mano ed è stato bloccato da un professore 57enne delle medie, Dominique Bernard, caduto davanti agli occhi dei suoi studenti mentre il ceceno gridava “Allahu Akbar”. Il terrorista è poi riuscito a penetrare nel cortile e ad aggredire un addetto alla mensa, che si è difeso impugnando una sedia ma è stato raggiunto comunque dalle coltellate.

Le gazzette d’oltralpe descrivono un vero e proprio clan, Les Mogouchkov, giunto in Francia nel 2005, i cui “affiliati” (una coppia e cinque figli) dovevano essere espulsi da circa una decina d’anni ma sono potuti rimanere tranquillamente in territorio francese per l’intervento di associazioni umanitarie e addirittura del Parti communiste, che hanno lottato con le unghie e con i denti fino a presentarsi direttamente in aeroporto per impedire il rimpatrio.

Il capo famiglia era stato poi espulso nel 2018 ma era rientrato in Francia subito dopo. Inoltre uno dei fratelli dell’assassino, Mosvar Mogouchkov, nel 2019 era stato coinvolto nella pianificazione di un attentato contro l’Eliseo, mentre un altro fratello è stato arrestato pochi minuti dopo l’aggressione al professore mentre si aggirava davanti a un’altra scuola.

L’attacco sembra una fotocopia di quello a Samuel Paty verificatosi anch’esso in un ottobre di tre anni fa (2020), sempre di venerdì (il giorno della preghiera per i musulmani): un ceceno diciottenne che usava i social per esaltare l’Isis e minacciare a destra e manca senza che le forze dell’ordine facessero altro se non marchiarlo col bollino “S” (che starebbe per “Sicurezza”…) di cui sopra.

In tal caso la motivazione era che il professore avesse mostrato delle caricature da Charlie Hebdo in classe e per questo il ceceno aveva deciso di decapitarlo davanti alla sua scuola. Alcuni suoi (ex) alunni avevano condiviso apertamente le motivazioni dell’attentatore: “Aveva una reputazione di razzista”, “Ha offeso Maometto, è stupido morire per una caricatura, “È andato troppo oltre”, “Ha insultato il Profeta, ne avevamo già parlato durante l’intervallo”.

Al di là del lassismo delle istituzioni europee, in questo caso la tolleranza nei confronti  dei ceceni radicalizzati ha anche ragioni “geopolitiche”, per così dire: la facilità con cui molti immigrati caucasici ottengono lo status di rifugiato è direttamente collegabile sia all’attuale russofobia che alla tradizionale politica transalpina in favore delle minoranze etnico-religiose del Vicino Oriente. Non bisogna dimenticare, del resto, che molti intellettuali “progressisti”, perlopiù di origine ebraica, come Bernard-Henri Lévy o André Glucksmann, hanno trasformato la causa cecena in un cardine della “crociata” contro il putinismo.

Una politica, quella di tolleranza assoluta verso i fondamentalisti islamici anti-russi, che in altri luoghi ho definito “machiavellismo umanitario”, i cui effetti stanno emergendo proprio in questi anni, per esempio con la guerriglia urbana all’insegna di molotov e kalashnikov scatenata nel giugno 2020 tra bande cecene e magrebine per il controllo dello spaccio a Digione.

Senza voler offendere i sentimenti di nessuno, in queste ore leggo che proprio da Parigi starebbe partendo un’altra “emergenza europea”: le cimici dei letti. Queste bestiole, letteralmente assetate di sangue umano (parlo sempre delle cimici), dopo essersi quasi estinte sarebbero tornate in auge proprio a causa della globalizzazione: nella capitale francese interi vagoni dei treni e del metrò sono stati invasi dalle punaises de lit, tanto che è dovuto intervenire il governo anche per evitare il danno d’immagine in vista delle Olimpiadi di Parigi dell’anno prossimo. Ripeto, non che le due cose siano correlate, ci mancherebbe altro, però intanto anche a Milano si stanno moltiplicando le segnalazioni (sempre di cimici, s’intende)…

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