Umetnost življenja (Cesare Pavese)

»Nikoli ne moreš kriviti drugega za lastno nesrečo, vedno si odgovoren sam«
[“Di qualunque nostra sventura non dobbiamo incolpare altri che noi”]

(C.P., 28 ottobre 1938)

Voglio segnalare la traduzione appena pubblicata del Mestiere di vivere in sloveno, Umetnost življenja. Apprendo la notizia dal sito della leggendaria “Radio Capodistria” (Tradotto in sloveno Il mestiere di vivere di Cesare Pavese, 10 marzo 2016):

«Quando in Slovenia viene tradotto un autore italiano lo segnaliamo sempre con piacere. Questa volta si tratta del Mestiere di vivere di Cesare Pavese, il diario che, iniziato il 6 ottobre 1935 durante il periodo del confino, accompagna lo scrittore fino al 18 agosto 1950, nove giorni prima della sua prematura scomparsa. Opera, questa appena uscita in sloveno per i tipi di Beletrina, che ha dato del filo da torcere al traduttore.
Ha tradotto in sloveno autori come Svevo e D’Annunzio, Vassalli, Pasolini e la Morante, e ha ora affrontato Pavese e il suo diario uscito postumo nel 1952, Dean Rajčić, traduttore letterario capodistriano con una laurea in economia messa nel cassetto. “Sì, amo il Novecento – ci racconta al telefono da Lubiana, dove oggi vive e lavora – e nel caso di Pavese mi attraeva insieme l’uomo e lo scrittore. Ha una straordinaria forza, che si coglie particolarmente in quest’opera, Il mestiere di vivere”. Con Pavese Dean Rajčić poi ha faticato perché, ci spiega ancora, la sua è una prosa non semplice, che propone al traduttore frequenti dubbi di interpretazione.
La traduzione del Mestiere di vivere, a cui Cesare Pavese ha affidato negli ultimi quindici anni della sua vita i pensieri sul proprio mondo di poeta, di scrittore e di uomo e, soprattutto le confessioni ultime su quei drammi intimi che laceravano la sua esistenza, va ad aggiungersi ad altre opere dell’autore tradotte in Slovenia a partire dagli anni Sessanta, tra cui i romanzi e racconti La bella estate e Prima che il gallo canti. Più recente è la traduzione della raccolta di poesie Lavorare stanca, a cui si è dedicato un altro capodistriano, Gašper Malej […]».

L’autore dell’articolo tiene poi a precisare che in Italia Pavese «rimane uno scrittore molto letto». Jaz ne mislim tako, infatti speriamo che almeno la Balcania contribuisca a un ritorno di interesse.

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