Un altro bastimento carico carico di giornalisti mandati a casa

La giornalista 37enne appena licenziata (fonte: James Wood)

Non si fa nemmeno in tempo a scherzare sui licenziamenti in massa dell’Huffington Post, che nel giro di una settimana anche BuzzFeed e Vice hanno cominciato a sbaraccare: a crollare è un buon pezzo della stampa liberal più vomitevole e bugiarda che si sia mai vista in una democrazia. Divertentissimo il corollario del Learn To Code, il consiglio di “imparare a programmare” che questi scribacchini arroganti riservavano a qualsiasi americano avesse appena perso il lavoro e che ora invece gli viene rovesciato addosso da migliaia di troll. Ovviamente anche in questo caso si sono inventati che fosse la solita operazione di hacker russi in collaborazione con 4chan (non riescono a smettere di mentire nemmeno quando non sono più pagati per farlo!), mentre invece è stato semplicemente un urlo liberatorio da parte della classe media quotidianamente vilipesa da questa auto-proclamatasi élite.

Una élite che vista più da vicino è in effetti solo una masnada di cialtroni così poco avvezzi al mercato del lavoro da proporsi in massa attraverso Twitter (poi dicono che non bisogna prenderli per fondelli). Per esempio, osservate in che modo questa esperta di “anarchismo” (mah) ed “heavy metal” (più probabile) dà sfoggio della sua professionalità ai papabili datori di lavoro.

Sorge spontaneo il dubbio se questa gentaglia abbia mai lavorato o se semplicemente un giorno per caso non sia stata cooptata nel mondo del giornalismo per motivi ideologici (tralasciamo qualsiasi speculazione su quelli “etnici”). In ogni caso, ecco un nuovo bel carico di esperti di gender politics e di spacciatori transessuali di ketamina in Venezuela (no perditempo).

https://twitter.com/cerisecastle/status/1091431540951642112

2 thoughts on “Un altro bastimento carico carico di giornalisti mandati a casa

  1. sto a ridere come un matto per il tweet “ho la Schadenfreude a mille”.
    peccato sia troppo complicato e rischioso mandarlo a quel branco di “can’tcoders”.

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