Una cricca maltusiana in Vaticano

Vengono i brividi a scorrere l’elenco dei relatori al convegno sull’Estinzione Biologica organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze dal 27 febbraio al 1 marzo 2017. Una lugubre cricca maltusiana che, avendo perso qualunque credibilità scientifica, ha ben pensato di approfittare del clima da “primavera cattolica” in Vaticano per rifarsi una reputazione.

Ne ha parlato diffusamente Riccardo Cascioli (Conversione ecologica? No, all’ecologismo, “La Nuova Bussola Quotidiana”, 26 febbraio 2017) sottolineando come l’attuale cancelliere della PAS, l’argentino Marcelo Sánchez Sorondo, abbia blindato la conferenza causa «troppe contestazioni, troppe lettere di protesta, troppi rischi di interventi sgraditi».

Tra i  nomi della lista, spicca Paul R. Ehrlich, un entomologo convertitosi al catastrofismo ambientalista che dalla fine degli anni ’60 predica l’aborto forzato, la sterilizzazione di massa e un regime planetario per il controllo demografico mondiale.

Uno dei suoi seguaci, John Holdren, durante l’era obamiana ha ottenuto importanti incarichi come consulente scientifico della Casa Bianca. Con Ehrlich e sua moglie Anna, Holdren nel 1977 ha firmato uno dei libri più allucinanti del genere “maltusianesimo apocalittico”, Ecoscience. Qualche citazione per rendersi conto di cosa stiamo parlando (chi vuole può trovare numerosi passaggi del testo originale su “Zombietime”):

«Tutti i bambini illegittimi devono essere dati in adozione […]. Se una donna non sposata spera di tenersi il figlio, deve essere obbligata a ricorrere all’adozione dimostrando di avere la capacità di prendersene cura da sola. […] Potrebbe essere necessario obbligare le donne single a sposarsi o ad abortire, come alternativa al dare i figli in adozione» (p. 786);

«L’aggiunta di sterilizzanti all’acqua e ai cibi è un’idea che fa rabbrividire la gente più di altre proposte per il controllo forzato della fertilità. In effetti, il provvedimento comporta difficoltà politiche, legali e sociali, per non dire dei problemi tecnici. Tale sterilizzante oggi non esiste ancora, né sembra neppure in fase di preparazione. Per renderne accettabile l’uso, tale sostanza dovrebbe rispettare alcuni requisiti piuttosto rigidi: essere uniformemente efficace nonostante il diverso grado di fertilità e di sensibilità degli individui; non avere effetti collaterali; non avere alcuna conseguenza sulle persone del sesso opposto, bambini, anziani, animali domestici o bestiame» (pp. 787-788);

«È stato osservato che i provvedimenti per il controllo della popolazione, che includano anche l’aborto forzato, possono essere adottate nel rispetto dell’attuale Costituzione se la crisi demografica diventata così grave da mettere in pericolo la società» (p. 837)

«Se alcuni individui contribuiscono al degrado sociale figliando oltre il consentito, e se la necessità è impellente, può diventare necessario imporre una responsabilità riproduttiva, così come viene richiesto di essere responsabili nel consumo di risorse» (p. 838);

«Sarebbe eventualmente necessario, attraverso l’ONU e le varie agenzie, istituire un Regime Planetario, una specie di super-agenzia internazionale per il controllo della popolazione, delle risorse e per la salvaguardia dell’ambiente. […] Questo Regime Planetario avrebbe la possibilità di stabilire il massimo di popolazione consentita per il mondo intero e per ogni singola nazione […]» (pp. 942-943).

Al di là della conferenza, c’è un alto maltusiano che negli ultimi tempi è diventato molto gettonato in Vaticano, il celeberrimo economista-guru Jeffrey Sachs, che sembra aver partecipato direttamente alla stesura dell’enciclica “ambientalista” di Papa Francesco, la controversa Laudato si’.

Come scrive ancora Cascioli:

«L’enciclica sull’ambiente, aldilà delle intenzioni […] ha ceduto [al maltusianesimo] con l’inclusione in un documento magisteriale del concetto di “sviluppo sostenibile” che, nella sua genesi e nel suo significato, è figlio di una concezione negativa dell’uomo molto lontana dal concetto di “sviluppo umano integrale” su cui insisteva il magistero precedente. Anche qui non è un caso che a presentare l’enciclica, monsignor Sorondo abbia invitato più volte Jeffrey Sachs, un economista dai ruoli di rilievo all’ONU, ora direttore dell’UN Sustainable Development Solutions Network, fanatico sostenitore del controllo delle nascite, che come premio è stato nominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze».

Chi è addentro certe cose, conosce bene il nome di Sachs: nonostante dalla fine degli anni ’90 abbia tentato di rifarsi una reputazione andando a braccetto con la crème del progressismo hollywoodiano, egli è soprattutto ricordato per i disastri combinati nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. Tanto che nel 2012 ha dovuto pubblicare sul suo sito una imbarazzante “auto-apologia” (What I did in Russia), in cui accolla i propri fallimenti al Fondo Monetario Internazionale, all’Amministrazione Bush, a Eltsin, alla Banca Mondiale, alla corruzione russa e, in generale, alle “circostanze sfavorevoli”.

Recentemente Sachs, non contento dell’esito delle sue imprese nell’Est Europa, ha concentrato le sue attenzioni sull’Africa, lanciando con il pieno appoggio dell’ONU un progetto per “far scomparire la povertà dalla faccia della Terra”, il Millennium Villages Project.

L’ennesimo insuccesso di Sachs è descritto dalla giornalista Nina Munk nel volume The Idealist: Jeffrey Sachs and the Quest to End Poverty (2013). Nel libro emergono dettagli inediti per coloro i quali conoscono Sachs per le sue comparsate su MTV o le foto con Bono Vox: per esempio, che il suo principale finanziatore sin dai tempi delle scorribande in Polonia, è George Soros (attraverso la nota “Open Society”), il quale tuttavia ha dichiarato alla stessa Munk di non credere più alla capacità taumaturgiche del suo pupillo, avendo come unico motivo per donargli milioni di dollari la necessità di “appagare il suo istinto di speculatore” (sic!).

La ricetta di Sachs è in effetti piuttosto elementare: inondare un villaggio africano di dollari e contraccettivi e poi vedere che succede. Il caso di Dertu è uno di quelli raccontati dalla Munk: una poco amena località collocata sul confine keniota ma abitata da pastori somali che, a causa delle smanie di ingegneria sociale nutrite da Sachs, è diventata la baraccopoli di tutti i disperati della regione.

Il paradosso è che nonostante gli sforzi per infondere nella popolazione una “coscienza riproduttiva”, nei container del villaggio giacciono ancora le scorte di pillole contraccettive e i preservativi, mentre il tasso di fertilità rimane altissimo e la tribù continua a praticare l’orrendo rituale dell’infibulazione.

Non è solo dal punto di vista della “salute riproduttiva” che la shock therapy si è dimostrata inconcludente: anche nei confronti del famigerato “sviluppo sostenibile”, un altro cavallo di battaglia col quale ha ben intortato la curia, Sachs ha dimostrato tutta la sua incapacità.

Quando il più grande esperto di malaria a livello mondiale, l’epidemiologo svizzero Christian Lengeler, ha cercato di impedirgli di inondare la Tanzania di zanzariere perché così avrebbe distrutto la produzione locale, Sachs lo ha aggredito in pubblico accusandolo di “avere le mani sporche di sangue”. Dopodiché, all’economista è bastato schioccare le dita affinché Ban-Ki-Moon lo aiutasse a raggiungere i suoi obiettivi: il “successo” in termini mediatici è stato ovviamente immediato, ma così facendo il filantropo ha distrutto la possibilità di un “commercio sostenibile” del prodotto (soprattutto perché i finanziamento dell’ONU per questo progetti sono una tantum e le reti invece devono essere cambiate ogni quattro anni).

Per fortuna che adesso c’è il Vaticano a dare una bella ripulita alla reputazione di Sachs, le cui manie di grandezza paiono tuttavia inappagabili: preghiamo solo che non lo facciano vestire di bianco, perché uno basta e avanza…

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