Prilepin si vanta di aver ucciso molti ucraini nel Donbass

Lo scrittore russo Zachar Prilepin (del quale sono stati tradotti in italiano alcuni tra i romanzi più celebri come Il peccato o Scimmia nera), durante un’intervista col giornalista Aleksei Pivovarov del 15 agosto 2019 ha affermato che l’unità militare in cui ha prestato servizio nel Donbass ha “ucciso molte persone” e che non ha alcun rimorso di aver combattuto per il suo Paese.

In particolare, Prilepin si è vantato del fatto che il battaglione di cui era vice-comandante avesse ammazzato più ucraini di tutti gli altri: “Quando i dati verranno esaminati, si scoprirà che la maggior parte dei nemici sono morti proprio dove stazionava il mio battaglione“.

Quando l’intervistatore gli ha chiesto se talvolta in sogno gli appaiono i fantasmi dei morti, lo scrittore ha risposto di non darsi troppa pena per loro, anche se vuole comunque fare i conti con la sua esperienza in Ucraina: “Sto pensando a come la gestirò in futuro: ho guidato una sottounità che ha ucciso molte persone, quindi ora devo pensare a come convivere con tutto questo”.

Lo scrittore, veterano della guerra in Cecenia (dove ha prestato servizio nelle unità speciali antiterrorismo della polizia russa), si compiace del fatto di poter andare in qualsiasi parte dell’Europa senza che nessuno possa processarlo o sbatterlo in prigione per quel che ha fatto. Nell’aprile dell’anno scorso la Bosnia gli ha però impedito di entrare nel Paese per motivi di sicurezza nazionale. Inoltre, come prevedibile, Prilepin è ricercato dai servizi segreti ucraini che lo considerano un puro e semplice “terrorista”.

L’unità di Prilepin è il 4° battaglione di ricognizione e d’assalto (“Il battaglione che ha scatenato il caos”, ha detto lo scrittore nell’intervista), il cui leader sarebbe Sergej Fomchenkov, anche lui come Prilepin membro del Partito Nazional Bolscevico.

Prilepin è stato anche consigliere di Aleksandr Zacharčenko, ex leader separatista di Donetsk, ucciso in un attentato nell’estate del 2018, nello stesso periodo in cui lo scrittore rientrava dal Donbass, “invecchiato sia fisicamente che mentalmente”. Tuttavia, se il conflitto dovesse riprendere intensità, egli ha già promesso che tornerà a combattere.

Prilepin in passato è stato un accanito oppositore di Putin (nel 2010 ha persino firmato un appello per la sua deposizione), ma dopo l’annessione della Crimea nel 2014 è diventato quasi un lealista del Cremlino. In seguito alle sue azioni militari nel Donbass, la sua agenzia letteraria tedesca ha rotto i contatti con lui, affermando che d’ora in avanti donerà i proventi dei libri finora pubblicati ad Amnesty International.

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