Italian towns hit hardest by covid-19 are doing better now, “Le città italiane più colpite dal covid-19 ora stanno meglio”, titola un pezzo dell’Economist del mese scorso (31 ottobre 2020): ma quanti distinguo e parafrasi per poter semplicemente ammettere che sì, anche per il coronavirus esiste la fatidica immunità di gregge. L’unico fattore del resto in grado di spiegare perché, a parità di mobility, alcune città della Lombardia abbiano “fatto meglio” di altre: eppure l’editorialista è letteralmente terrorizzato dall’eventualità di aver anche solo affermato l’esistenza di una herd immunity.
Uno dei dubbi più pressanti sul covid-19 riguarda la possibilità d raggiungere l’immunità di gregge, poiché in una situazione in cui gli altri fattori si mantengono costanti, più persone hanno anticorpi protettivi, più lentamente il virus riesce a diffondersi. Se un numero sufficiente di persone diventa immune, si prevengono ulteriori focolai.
Alcuni esperti hanno consigliato di lasciar infettare i giovani, al fine di raggiungere tale immunità di massa. I dati europei suggeriscono però che l’obiettivo rimane lontano: all’interno dei Paesi, anche le regioni con il maggior numero di casi in primavera tendono ad avere ora focolai più estesi. Tuttavia medie più grandi possono oscurare le variazioni locali: per esempio, nuovi dati dall’Italia mostrano che i luoghi più colpiti godono ora di un certo grado di immunità.
Come un tornado, il covid-19 ha distrutto alcune città risparmiandone altre. In Lombardia, cuore della prima ondata, da marzo a giugno sono morte l’83% in più di persone rispetto alla media storica, un eccesso che rappresenta lo 0,3% della popolazione. Eppure alcune sacche della regione sono state colpite in modo sproporzionato. Il tasso era dello 0,6% nella provincia di Bergamo e superiore all’1% in 30 dei 243 comuni di Bergamo. Se da una parte esistono abbastanza anticorpi per frenare il covid-19, non possono che trovarsi in queste città.
Il governo lombardo non condivide il conteggio dei casi per ogni area. La giornalista Isaia Invernizzi ha avuto tuttavia accesso ai dati interni, che mostrano che le città più colpite ora vanno inaspettatamente bene. Dal 1° settembre, i comuni con morti in eccesso nella prima ondata di almeno lo 0,5% della popolazione hanno totalizzato 216 casi ogni 100.000 persone, un terzo rispetto alle aree con morti in eccesso intorno allo 0,1%.
Anche il distanziamento sociale ha rallentato il virus. Secondo Google, i lombardi si sono spostati di circa il 24% in meno a luglio rispetto a gennaio, percentuale che rappresenta il calo più marcato in Italia. Ma questo calo è stato simile in tutta la Lombardia. Ciò indica che l’immunità di gregge è la migliore spiegazione per le differenze nel conteggio dei casi all’interno della regione.
Questi dati non dimostrano comunque la necessità di perseguire l’immunità di gregge Senza un vaccino, il costo per ottenere una resistenza anche lieve è troppo alto”
In quale pellicola distopica siamo finiti? È probabile le redazioni avranno ricevuto un qualche tipo di intimidazione a non “allentare la presa” sui contagi (può essere anche un’azione in buona fede da parte dei governo, va concesso – del resto non siamo liberali), però qui si sfiora il ridicolo, soprattutto perché di fronte alla necessità di negare, contro ogni evidenza, che si possano sviluppare anticorpi contro il covid, si riesce ugualmente ad affermare che l’unica cura è il vaccino.
Come se i gazzettieri stessi negli ultimi anni non avessero proposto l’immunità di gregge come scopo precipuo delle vaccinazioni di massa: la copertura universale, la “protezione solidale”, la responsabilità di tutelare i membri più deboli di questo benedetto “gregge”.
Eppure qui si va in completo cortocircuito, con l’ovvia conseguenza che se non è possibile raggiungere tale obiettivo, allora tale vaccino è inutile; o, nell’eventualità peggiore, che se anche fosse possibile ottenere tutto ciò con la punturina, in ogni caso dovremmo al contempo tenerci il lockdown totale, il distanziamento sociale e le mascherine. Ennesima dimostrazione che il problema è definitivamente politico e niente affatto sanitario.
Mi pare tu stia facendo un po’ di confusione. Il termine “immunità di gregge” si usa quando la percentuale di immuni è tale che rispetto alla contagiosità dell’infezione, il contagio si estingue. Se il contagio invece non si estingue non si parla di immunità di gregge. Dunque non siamo in presenza di immunità di gregge perchè il contagio ahimè ha accelerato. Certo in alcune zone ha accelerato meno di quanto avrebbe accelerato se la popolazione fosse stata completamente senza anticorpi. Il fatto di avere una parte di popolazione che è già stata immunizzata perchè ha superato il virus è un fattore importante per limiare il contagio. Ma questo non lo ha mai negato nessuno. Casomai si è sempre detto che non si sarebbe raggiunta l’immunità di gregge perchè per raggiungerla con questo tipo di virus avresti dovuto infettare molte persone (almeno il 60%) e data la demografia italiana (popolazione prevalentemente anziana) questo avrebbe comportato molte persone in fasce a rischio e quindi un’alta mortalità. Anche l’idea di poter isolare gli anziani non è fattible, considerato che tutt’ora le famiglie utilizzano i nonni come baby-sitter: preso atto che le famiglie italiane si comportano in questo modo non puoi isolare gli anziani (e poi per un fattore culturale o meglio economico non ci si riuscirebbe comunque: per mantenersi devono lavorare sia papà che mamma, dunque qualcuno deve badare al bambino, poi i “giovani” dai 25 ai 40 anni stanno ancora in casa coi genitori per almeno un 40%…insomma gli anziani non sono isolabili). A questo si somma il fatto che l’immunità da malattia sembra durare anche solo pochi mesi: ogni 6 mesi avresti nuove ondate anche cercando l’immuità di gregge, col fatto che ad ogni ondata morirebbero più persone perchè non prenderesti altre precauzioni. Dunque il vaccino è la sola soluzione possibilmente definitiva. Questo non toglie che quantomeno dove ci sono già stati contagi nei mesi passati si gode almeno di un piccolo freno al contagio, che è sempre utile.